Coralli trapanesi nella collezione March
S. Intorre, Coralli trapanesi nella collezione March, New Digital Frontiers, Palermo, 2016
L’opera di Sergio Intorre è una novità nel panorama della saggistica sulla storia dell’arte.
Essa rappresenta la quinta perla, di una preziosa collana dello OADI (Osservatorio per le Arti Decorative in Italia), dal titolo Digitalia. La collana, ha come obiettivo quello di usare le nuove tecnologie come mezzo utile allo sviluppo della ricerca storico-artistica e museologica. La rete quindi, diviene uno strumento utile per la divulgazione e la conoscenza delle opere d’arte decorativa. Su questa stessa lunghezza d’onda si colloca la casa editrice del volume, la New Digital Frontiers, che fa dell’editoria digitale, uno dei suoi principali cavalli di battaglia.
Proprio il rompere la frontiera del libro, l’angusto spazio della pagina, l’entrare in comunicazione con il digitale, sembrano essere tra i tratti distintivi della pubblicazione; questa infatti è arricchita da una serie di link esterni che rendono agevole la lettura e restituiscono al lettore tutte le opere d’arte citate all’interno del testo.
Il volume nasce da una ricerca che Intorre ha condotto sulle opere trapanesi in corallo battute all’asta nella sede londinese di Christie’s il 16 giugno 2015. Grazie alla consultazione dei database della casa d’asta, l’autore quindi è riuscito a scovare opere d’arte, che circolanti da secoli nel mercato dei privati, rimanevano spesso nell’oblio delle collezioni e nella ristretta cerchia delle wunderkammer.
L’autore, studia una serie di opere, la stragrande maggioranza delle quali inedite, che coprono l’arco temporale che va dalla fine del XVI Secolo agli inizi del XX, appartenenti alla collezione privata della prestigiosa famiglia di banchieri spagnoli dei March, il cui capostipite fu Juan March Ordinas, iniziatore della collezione agli albori del Novecento.
Viene cosìaggiornato il già ricco catalogo delle manifatture trapanesi, testimonianza attraverso gli apporti degli inediti, di una florida circolazione delle opere delle maestranze trapanesi lungo tutta l’età Moderna.
Il vasto repertorio decorativo, le variegate fantasie fitomorfiche e le tecniche di lavorazione dei materiali, sono il tratto distintivo dell’arte della lavorazione del corallo in tutta l’Europa Moderna.
Dalle botteghe trapanesi, prima fra tutte quella dei Tipa, circolano in tutta l’area mediterranea manufatti di estremo valore, con un perfetto connubio tra bagaglio tecnico e raffinatezza culturale.
Le arti, che una tradizione storiografica antica, di matrice positivistica, considerava minori, divengono la testimonianza tangibile della dimensione mediterranea dell’arte siciliana, dei processi di acculturazione tra le tecniche dell’arte iberica e dell’arte isolana.
L’oreficeria, la lavorazione dell’alabastro e quella del corallo, rappresentano la vivida testimonianza di una simbiosi culturale i cui segni sono tangibili lungo tutta l’età Moderna seguendo i gusti e le mode della committenza, fino alla costituzione di precisi modelli iconografici e stilistici durante tutto L’Antico regime.
I coralli trapanesi, nell’opera di Intorre si caricano dunque, oltre che di un valore estetico straordinario, anche di un significato pratico, quello di fonte per la storia, con lo scopo di ricostruire idealmente una comune cultura figurativa mediterranea ed europea.
Testo a cura di Francesco Carnevale