La EU Green week: un nuovo inizio per noi e per la natura
Dal 19 al 22 ottobre si è svolta la Green week 2020, la settimana verde dell’Unione europea. Tema principale di quest’anno è stato “Natura e Biodiversità”.
La EU Green week: il contesto
Inaugurata dal commissario europeo all’ambiente, oceani e pesca, Virginijus Sinkevičius, e dalla commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, la manifestazione, che avrebbe dovuto originariamente svolgersi interamente a Lisbona, ha avuto luogo online attraverso una fitta serie di conferenze e incontri.
Nel corso delle quattro giornate, addetti ai lavori, politici ed esperti nel settore provenienti da tutta Europa si sono confrontati sui temi più diversi: dall’economia circolare alle tecnologie più avanzate nella protezione ambientale, alle ricadute sul mondo del lavoro che la biodiverisità e la crescita sostenibile avranno nella ripresa economica post-pandemia.
In estrema sintesi, filo conduttore dell’intera manifestazione è stata un’analisi delle politiche europee a tutela della natura e come queste, in particolar modo il Green deal europeo, possono aiutare a proteggere e risanare l’ambiente.
Che cos’è la biodiversità
Tema principale della Green week è stato quello della biodiversità.
Secondo la definizione sancita dalla conferenza dell’ONU su ambiente e sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, per biodiversità, o diversità biologica, si intende “ogni tipo di variabilità tra gli organismi viventi, compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e altri acquatici e i complessi ecologici di cui essi sono parte; essa comprende la diversità entro specie, tra specie e tra ecosistemi”.
La biodiversità nelle politiche dell’Unione europea
La biodiversità è un tema seguito con attenzione già da anni dall’Unione. Rimanendo a quanto fatto a livello comunitario solo nell’ultimo decennio, nel maggio 2011 la commissione ha adottato la Strategia 2020 per la biodiversità per contrastare la perdita di biodiversità e al contempo migliorare lo stato di specie animali e vegetali, di habitat ed ecosistemi.
La strategia si basava su sei obiettivi:
- Conservazione della natura;
- Ecosistemi;
- Agricoltura e foreste;
- Pesca;
- Specie alloctone invasive;
- Azione globale.
La strategia 2020 per la biodiversità è terminata quest’anno, ed è stata seguita dalla Strategia dell’Unione Europea sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita pubblicata lo scorso maggio dalla Commissione.
Questa nuova strategia, pilastro del Green deal europeo, sarà anche fondamentale per ribadire l’impegno dell’Unione Europea per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile inclusi nell’agenda 2030, approvata dagli Stati membri dell’ONU nel settembre 2015.
Nel testo si sottolinea che “La natura è importante non solo per il nostro benessere fisico e mentale, ma anche per la capacità della nostra società di far fronte ai cambiamenti globali, alle minacce per la salute e alle catastrofi. La natura ci è indispensabile” e che “la crisi della biodiversità e la crisi climatica sono intrinsecamente legate”.
Questa nuova strategia, che vuole guidare e sostenere la ripresa della biodiversità in Europa entro il 2030, si basa sull’operato e sui risultati della Strategia 2020 e prevede inoltre nuove misure e obiettivi. Fra questi:
- trasformare almeno il 30 % della superficie terrestre e dell’ambiente marino d’Europa in zone protette gestite in modo efficace;
- ripristinare in tutta l’Unione europea gli ecosistemi degradati che versano in condizioni precarie e ridurre le pressioni sulla biodiversità;
- mettere in moto un nuovo processo per la governance europea della biodiversità e far sì che che gli Stati membri integrino nelle politiche nazionali gli impegni delineati nella strategia.
La biodiversità oggi in Europa
Nonostante gli sforzi intrapresi e le misure messe in atto da diversi anni, in tutto il territorio europeo la biodiversità continua ad essere a rischio.
L’Agenzia europea dell’ambiente riporta sul suo sito che in Europa “le rivoluzioni agricole e industriali degli ultimi 150 anni, […] hanno determinato cambiamenti drammatici e sempre più rapidi nello sfruttamento del suolo, nell’intensificazione dell’agricoltura, nell’urbanizzazione e nell’abbandono delle terre. Tutto ciò ha avuto come conseguenza il collasso di molte pratiche (come i metodi agricoli tradizionali) che contribuivano a mantenere i paesaggi ricchi di biodiversità”.
A conferma di ciò, sul sito della Green week leggiamo ancora che “In Europa, la causa principale della perdita della biodiversità è il cambiamento delle modalità di utilizzo dei terreni. Le pratiche agricole e boschive sono diventate più intensive, con l’utilizzo di una quantità crescente di additivi chimici, minori spazi tra i campi e minori varietà di colture. […] Anche le città e le aree urbane si sono ampliate enormemente, lasciando meno spazio alla natura. E quando gli sviluppi dei terreni agricoli e delle aree urbane non lasciano spazio alla natura, il risultato è la perdita della biodiversità.”
Proprio nel corso della Green week, inoltre, è stato presentato il rapporto State of nature in the EU, che fornisce ulteriori spunti di riflessione in merito alla situazione della biodiversità in Europa: basti citare che 81% degli habitat sul suolo europeo si trova in uno stato di conservazione inadeguato (poor) o sfavorevole (bad).
La costante perdita di biodiversità cui stiamo assistendo ha gravi ricadute sul breve come sul lungo periodo: l’indebolimento degli habitat naturali accelera il processo di riscaldamento globale, andando così a gravare ulteriormente sul clima e sulle generazioni future; allo stesso modo, ne risente la sicurezza alimentare così come la qualità dell’aria e dell’ambiente che ci circonda.
Fonti:
https://www.eugreenweek.eu/it/biodiversity;
https://ec.europa.eu/environment/efe/news/new-2020-biodiversity-strategy-2011-05-01_it;
https://www.eea.europa.eu/publications/state-of-nature-in-the-eu-2020;
https://www.treccani.it/enciclopedia/biodiversita_(Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica)/