La macchina del tempo: la pandemia di influenza spagnola
Le ondate, le scoperte scientifiche e un inevitabile confronto con la situazione attuale
Nel lungo corso della storia nulla ha ucciso più esseri umani delle malattie infettive, per lo meno fino alla metà del secolo scorso.
Da quel momento in poi, la straordinaria evoluzione della medicina e della farmacologia hanno determinato una inversione di tendenza e la progressiva sconfitta di molte delle malattie infettive che avevano segnato la storia dell’umanità con ondate epidemiche devastanti. Da decenni ormai si ragiona sulle patologie croniche, specie quelle non trasmissibili, come nuove principali responsabili della mortalità e della morbilità, in particolar modo nei paesi ad alto reddito.
In un orizzonte scientifico e tecnologico scandito dal dischiudersi di nuove straordinarie frontiere in medicina, la possibilità che una nuova malattia infettiva ci costringesse dentro casa minacciando l’intero assetto della società e le nostre vite individuali sembrava una distopia irrealizzabile.
La pandemia da SARS-COV-2 ci sta però dimostrando che alcune esperienze del passato sono meno lontane di quanto credessimo e che ancora oggi restiamo vulnerabili alle infezioni. Forse Giacomo Leopardi avrebbe beffardamente sorriso vedendo ancora una volta spazzate via dalla natura “le magnifiche sorti e progressive” dell’umanità.