Napoleone Bonaparte: la storia del più grande generale francese
Napoleone Bonaparte è stato un politico e generale francese, fondatore del Primo Impero francese e protagonista della prima fase della storia contemporanea europea detta “età napoleonica”. Fu artefice, inoltre, nell’Europa continentale, della definitiva trasformazione della società di antico regime in società borghese.
La vita di Napoleone
Nacque ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769, morì a Longwood, nell’isola di Sant’Elena, il 5 maggio 1821. Era figlio di Carlo e Letizia Ramolino, appartenenti alla piccola nobiltà italiana.
Dedicatosi fin da ragazzo alla carriera delle armi, terminò la sua formazione nella scuola militare di Parigi. Nel 1785 fu nominato sottotenente di artiglieria. Abbandonate le iniziali simpatie per Pasquale Paoli – il patriota che guidò la lotta per l’indipendenza della Corsica da Genova – nel 1793, in piena Rivoluzione francese, il capitano Bonaparte, schieratosi decisamente a favore del governo giacobino, ebbe un ruolo decisivo nella riconquista della città francese di Tolone occupata dagli inglesi. Fu premiato con la nomina a generale di brigata.
Dopo la fine del governo di Robespierre (1794) cadde in disgrazia, ma si risollevò quando il visconte di Barras gli affidò, nel 1795, l’incarico di reprimere i gruppi realisti che miravano alla restaurazione della monarchia. Ottenne i gradi di generale di divisione e comandante d’armata. Nel 1796, dopo che il governo francese del Direttorio lo aveva scelto, a 27 anni, come comandante dell’armata d’Italia, Napoleone sposò un’amica di Barras, Giuseppina Beauharnais, in grado di favorire la sua carriera. Era l’inizio di un folgorante destino e furono tante le donne che fecero parte della sua vita.
Bonaparte o Buonaparte?
Nei primi anni della sua ascesa al potere, quando firmava Napoleone utilizzava il cognome “Buonaparte”. Da un certo punto in poi, però, abbandonò del tutto la forma italiana del suo cognome per passare a “Bonaparte”.
Secondo le fonti la spiegazione universalmente accettata è che egli intendesse eliminare ogni riferimento alle sue origini italiane rese palesi nel cognome “Buonaparte”.
In maniera dispregiativa molti avversari e anche molti scrittori continuarono a scrivere il cognome dell’Imperatore con la “u” volendo, invece, sottolineare le origini corse e italiane della famiglia di Napoleone e il suo poco essere francese.
La Corsica, infatti, era diventata francese solo pochi mesi prima la nascita di Napoleone, per la cessione della stessa ad opera della repubblica di Genova.
Altri studiosi, invece – nonostante la plausibilità delle considerazioni di cui sopra – ritenevano questa tesi sterile. Altri spunti da cui è possibile ricavare l’utilizzo del cognome senza la “u” fanno riferimento all’atto di nascita di Napoleone nel quale il padre si firma “Carlo Buonaparte”, ma Napoleone vi compare come “Bonaparte”. Questo vuol dire che erano usate fin dalla origine entrambe le forme.
Le origini della famiglia Bonaparte
I Bonaparte erano una famiglia nobile còrsa con presunta origine di Sarzana, città al confine tra Liguria e Toscana.
Diverse sono state le tesi circa le origini italiane della famiglia. Una di queste, basata su un documento che si è rivelato successivamente un falso moderno, fa risalire le origini della famiglia ai longobardi Cadolingi.
Secondo la versione accettata dallo stesso Napoleone e da altri membri della famiglia, i Bonaparte sarebbero originari di Firenze, dove si schierarono dalla parte ghibellina. Con la vittoria del partito dei Guelfi, nel Duecento, dovettero lasciare la città andando in esilio. Prima a San Miniato, e infine a Sarzana, nell’allora Repubblica di Genova ove il primo membro conosciuto della famiglia si trova citato come “Bonapars”, figlio di Gianfardo. Questa versione non trova però alcuna conferma in alcun documento e probabilmente è stata inventata da Carlo Maria per poter dimostrare nobili origini discendendo così dagli aristocratici Bonaparte di Firenze.
Altri documenti farebbero supporre la presenza dei Bonaparte in alcune località vicine a Sarzana prima dell’ipotetico esilio da Firenze, ma tale nome era molto diffuso in Italia ed anche in questo caso – mancando documenti che si colleghino con Gianfardo – il ritenere che la famiglia potesse essere arrivata a Sarzana dalla Lunigiana, resta solo un’ipotesi.
I componenti della famiglia di Napoleone
Dal matrimonio di Carlo Buonaparte (1746-1785) con Maria Letizia Ramolino (1750-1836; v. sotto) nacquero tredici figli, dei quali otto soli sopravvissero:
- Giuseppe (1768-1844), che dal matrimonio con Giulia Clary ebbe due figlie: Zenaide e Carlotta;
- Napoleone (1769-1821), che sposò in prime nozze (1796) Giuseppina Tascher de la Pagerie, vedova di Alessandro di Beauharnais, e poi (1810) Maria Luigia d’Austria, da cui ebbe un unico figlio, Napoleone Francesco Giuseppe, il re di Roma (1811-1832);
- Luciano (1775-1840), che dai due matrimoni ebbe undici figli, tra i quali Carlo Luciano, principe di Canino (1803-1857);
- Maria Anna Elisa (1777-1820), divenuta principessa di Lucca e di Piombino e poi granduchessa di Toscana, sposò il nobile Felice Baciocchi, di famiglia còrsa e lasciò tre figli (la più nota Elisa Napoleone, maritatasi al conte Filippo Camerata Passionei di Ancona);
- Luigi (1778-1846) che fu re d’Olanda e dalla moglie, Ortensia di Beauharnais (1783-1837), ebbe tre figli, uno solo dei quali, Luigi Napoleone (1808-1873), sopravvisse ai genitori e divenne imperatore (Napoleone III);
- Maria Paolina (1780-1825; v. sotto) che, rimasta vedova del generale Leclerc, si sposò col principe Camillo Borghese (poi nominato governatore del Piemonte annesso alla Francia) ed ebbe il titolo di duchessa di Guastalla;
- Maria Annunziata Carolina (1782-1839), maritatasi col generale Gioacchino Murat, dapprima granduchessa di Berg e di Clèves e poi regina di Napoli e madre di quattro figli (Achille, Letizia che andò sposa al conte Pepoli di Bologna, Luciano, Luisa, che si maritò col conte Rasponi di Ravenna);
- Girolamo (1784-1860), che sposatosi (dopo l’annullamento del primo matrimonio) con Caterina del Württemberg ebbe tre figli: Girolamo Napoleone Carlo, Matilde e Napoleone Giuseppe Carlo (1822-1891): quest’ultimo genero di Vittorio Emanuele II.
Più o meno, tutti i membri della famiglia Bonaparte furono largamente protetti e beneficati, colmati di ricchezze, di fasto e di onori da Napoleone, divenuto arbitro dell’Europa. Il fratello Giuseppe salì sul trono di Spagna e di Napoli che poi fu assegnato al cognato Gioacchino Murat.
Molti altri regni d’Europa sconfitti (o nuovi, frutto delle conquiste napoleoniche) furono assegnati a membri della famiglia Bonaparte: il fratello Luigi divenne re d’Olanda, il fratello Girolamo divenne re di Vestfalia, uno degli stati della Confederazione del Reno, l’insieme degli stati tedeschi a loro volta soggetti alla Francia, e infine il fratello Giuseppe, già re di Napoli, divenne nel 1808 re di Spagna.
Il primo impero francese
Nel 1802 Napoleone, monarca ancora senza corona, era stato nominato console a vita. Il Senato, con un atto poi sancito da un nuovo plebiscito, il 18 maggio 1804 lo proclamò imperatore dei francesi.
Il 2 dicembre del 1804, nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, fu celebrata la cerimonia di incoronazione. Napoleone si auto incoronò imperatore dei francesi e quindi incoronò imperatrice sua moglie, Giuseppina di Beauharnais.
Secondo diverse fonti, al contrario di come si sostiene solitamente, Napoleone non strappò la corona dalle mani di Papa Pio VII. Mentre il papa recitava la formula di incoronazione, Napoleone prese la corona e si incoronò da sé e poi incoronò Giuseppina con una corona minore. Lo storico J. David Markham, presidente dell’International Napoleonic Society, ha indicato nel suo volume Napoleon For Dummies: “I detrattori di Napoleone dissero che egli aveva strappato la corona dalle mani del papa, un atto visto come incredibile arroganza […]. Napoleone intendeva semplicemente simbolizzare che egli stava divenendo imperatore sulla base dei suoi meriti e per volontà del suo popolo e non per consacrazione religiosa. Il papa sapeva di questa mossa dall’inizio della celebrazione e non aveva avuto obiezioni al riguardo (o perlomeno nulla poté dire).”
Limitato nelle sue azioni, Pio VII proclamò poi la formula latina Vivat imperator in aeternum! (“Viva l’imperatore in eterno!”).
La Francia venne retta dalla Costituzione dell’anno XII (dodici anni, infatti, erano trascorsi dal settembre 1792, quando i rivoluzionari francesi avevano abolito la monarchia e proclamato la repubblica). Alla Corona imperiale seguì, nel maggio 1805, quella del Regno d’Italia. La trasformazione della Francia da Repubblica in Impero era dovuta alla sua convinzione che la rivoluzione avesse fatto il suo corso, che occorresse tornare alla normalità e che questa sarebbe stata servita al meglio da una nuova dinastia, che sancisse le conquiste sociali ed economiche della rivoluzione in un quadro politico conservatore. Napoleone divenne una sorta di Cesare moderno. Ma l’impero non portò la pace, che trovò un ostacolo insormontabile nei contrasti anzitutto con la Gran Bretagna, ferita nei suoi interessi dalla politica economica francese.
L’età napoleonica
Nel nuovo governo scaturito dal colpo di stato del brumaio – 7 novembre 1799 – Napoleone Bonaparte assunse da subito un ruolo di primo piano con l’attribuzione della carica di primo console, in seguito divenuta di primo console a vita.
Oltre a condurre nuove vittoriose imprese militari, Napoleone, nominato imperatore dai francesi, riuscì nell’opera di pacificazione interna dello Stato. Sul piano delle riforme amministrative, ispirate a una forte logica centralistica, passò alla storia la promulgazione del codice civile, considerato avanzato per i tempi, sarebbe rimasto a lungo un modello per gli Stati europei ma al suo interno la concezione dei diritti della donna era ancora lontana dall’affermazione delle pari opportunità.
L’età napoleonica fu anche una lunga fase di egemonia della Francia sul continente europeo, contrastata solo dall’ostinata resistenza dell’Inghilterra. Proprio per piegare l’economia inglese (non potendo contrastare il primato navale della Gran Bretagna) Napoleone impose al continente un blocco commerciale, impegnandosi anche in conflitti e rimaneggiamenti territoriali per sostenere l’efficacia di tale misura. Ma il suo destino, oltre che dall’opposizione della Gran Bretagna, sarebbe stato segnato dalla sfortunata campagna di Russia, conclusasi con una disfatta e con la sollevazione di tutta l’Europa contro il dominio francese.
La fine dell’impero napoleonico
Dopo la disastrosa sconfitta russa, il declino del mito era segnato.
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Il 31 marzo 1814 le forze della coalizione occuparono Parigi e, nei giorni successivi, il Senato abbandonò Napoleone, dichiarando la sua decadenza e chiedendo il ritorno dei Borbone nella persona di Luigi XVIII.
Napoleone si era intanto ritirato a Fontainebleau e qui si risolse a firmare la sua abdicazione, prima in favore del figlio, il “re di Roma”, e poi, il 16 aprile, senza condizioni, ottenendo in cambio la simbolica sovranità sull’isola d’Elba. Trascorse gli ultimi anni della sua vita esiliato sull’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico, minato dal cancro, dettando le sue memorie.
Le sue ceneri furono riportate nel 1840 a Parigi, sotto la cupola degli Invalidi. La sconfitta definitiva di Napoleone ebbe per la Francia gravi conseguenze: occupata per tre anni dalle potenze nemiche, fu obbligata a pagare esose indennità di guerra; dopo un periodo di relativa pace sociale visse lo scoppio del malumore e della vendetta del mondo cattolico.