Il “Proiettile Magico” che uccise il presidente Kennedy
Quella del cosiddetto “proiettile magico”, è la spiegazione fornita sia dalla Commissione Warren che dall’HSCA per la morte di JFK. Tesi ancora oggi ritenuta improbabile dall’opinione pubblica.
Il proiettile magico e la sicurezza del presidente Kennedy
Stando alle testimonianze storiche, sia gli esperti di sicurezza che lo stesso Kennedy erano consapevoli del pericolo insito nella visita del presidente a Dallas. Lo stesso luogo del discorso, così come il percorso del corteo erano ritenuti rischiosi. Lo stesso JFK si sarebbe dimostrato preoccupato per la presenza di molti possibili punti da cui un cecchino avrebbe potuto sparare durante la conferenza. Eppure il presidente decise ugualmente di andare in Texas, nonché di fare rimuovere la cappotta blindata della limousine presidenziale.
Il proiettile magico e i dubbi sulle coincidenze
Quest’ultima decisione viene oggi imputata alla volontà del presidente di sfidare apertamente il pericolo, affrontando a viso aperto la potenziale minaccia, davanti ai propri cittadini. Tuttavia su questa decisione cruciale verte un forte dubbio: se la vettura fosse stata coperta, il cecchino sarebbe riuscito ugualmente a colpire il presidente? Il suo proiettile sarebbe riuscito a perforare la blindatura della macchina? Fu quindi la decisione di rimuovere la cappotta a rendere possibile l’assassinio di JFK da parte di Lee Oswald?
Il proiettile magico e l’avventatezza di Kennedy
A dispetto di ogni forma di riguardo per la propria sicurezza, Kennedy sedette sui sedili posteriori della vettura, accanto alla First Lady, con davanti il governatore del Texas John Connally e la consorte Nellie. Un posizionamento che poneva Kennedy fuori dal raggio d’azione degli agenti posti intorno alla limousine, esponendolo ad un pericolo ancora maggiore, soprattutto se il un tiratore, come poi accadde, avesse attaccato il corteo alle spalle. Anche in questo l’assassino fu molto fortunato, perché se JFK si fosse seduto in una diversa posizione, il tiratore non avrebbe avuto una linea di tiro pulita per sparare.
Il proiettile magico e la Dealey Plaza
Il luogo dell’attentato non fu scelto casualmente. La struttura della Dealey Plaza costituisce un’arena naturale con la possibilità di stabilire campi di fuoco sovrapposti. L’ampia area verde, dotata di colline artificiali, crea un terreno utile per nascondere un tiratore rasoterra, verificare le condizioni del vento (variante ambientale determinante per qualsiasi cecchino) e fornire un spazio di fuga per un eventuale attentatore. Antistante a questo spazio, si trovano una serie di edifici medio alti, compreso il Texas School Book Depository. Dal sesto piano di questa struttura, Oswald ebbe una visuale completa del corteo come della spianata sottostante, costituita dal nodo stradale nel quale confluiscono tre grandi arterie cittadine. Uno spazio privo di ripari cha sarebbe stato inondato dalla folla, dove il bersaglio non avrebbe avuto possibilità di scampo.
La sequenza dei colpi dell’attentato Kennedy
In base alle testimonianze dei presenti, si pensa i proiettili esplosi contro la vettura presidenziale siano stati tre. Il primo sarebbe andato a vuoto, forse volontariamente per spaventare la folla. Il secondo (letteralmente il proiettile magico) avrebbe colpito sia il presidente che il governatore, mentre il terzo colpì Kennedy alla testa, uccidendolo praticamente sul colpo.
La traiettoria del proiettile magico
Come detto, il secondo colpo esploso da Oswald è quello definito dagli inquirenti come “proiettile magico”. La pallottola in questione, sparata dal sesto piano di un edificio alle spalle del corteo, avrebbe colpito Kennedy alla schiena, uscendo poi dalla sua gola per entrare nella schiena di Connally trapassandone il torace per poi colpire il polso del governatore e successivamente la sua coscia sinistra, infliggendo un totale di sette ferite ai due uomini. Tuttavia, nonostante il successivo ritrovato un proiettile integro e di due grossi frammenti di una seconda pallottola, quella del proiettile magico resta una tesi poco convincente: non essendo i due bersagli perfettamente perpendicolari, la pallottola (oltre ad avere attraversato solo tessuti molli) avrebbe dovuto deviare a mezz’aria per riuscire a colpirli entrambi come si ipotizza abbia fatto.
Le indagini successive sull’omicidio di Kennedy
Le indagini portate avanti prima dalla Commissione Warren e successivamente dalla HSCA, fondamentalmente concordano sul fatto che Oswald uccise il presidente Kennedy con un colpo di fucile (un Mannlicher-Carcano mod. 91) alla testa. Le due inchiesta concordano inoltre proprio sulla tesi del proiettile magico, mentre differiscono sul numero di colpi esplosi (3 per la Warren e 4 per la HSCA), sul numero degli attentatori (solo uno per la Warren, mentre per la HSCA sarebbero stati almeno due), ma soprattutto sulla premeditazione dell’omicidio.
Rispetto all’azione solitaria del disadattato Oswald, sostenuta dalla Commissione Warren, la grande quantità di inesattezze, dubbi ed incongruenze nelle testimonianze, hanno portato l’HSCA a formulare la tesi l’omicidio Kennedy sia la conseguenza di un complotto ai danni di JFK.