La Kalsa, l’antico quartiere arabo di Palermo
La Kalsa è uno dei più antichi quartieri di Palermo, che risale al periodo della dominazione islamica. Il suo nome deriva dall’arabo al khalisa, “l’eletta”, perché al suo interno c’era la cittadella fortificata dell’emiro e la sede della sua corte. Oggi, gremita di chiese, palazzi e piazze, la Kalsa rappresenta uno dei fulcri della cultura popolare e la storia della città.
Dove si trova il quartiere della Kalsa a Palermo
Il quartiere della Kalsa venne realizzato durante la dominazione islamica di Palermo.
Il nome con cui era conosciuta era infatti “l’eletta” o “la pura”, perché al suo interno risiedeva l’emiro con la sua corte e la sede amministrativa. Insieme all’Albergheria, al Capo e alla Loggia, la Kalsa costituisce uno dei Quattro Canti.
La zona si sviluppa tra via Maqueda, via Vittorio Emanuele, via Lincoln e il cosiddetto “Foro italico”.
Ancora oggi vi aleggia una particolare atmosfera orientale accentuata dalla presenza di monumenti in stile arabo-normanno. Quartiere centrale ma popolare, offre uno spaccato di vita palermitana. Non è raro infatti, passando davanti alla chiesa di Santa Teresa, trovare uomini intenti a cucinare e a vendere i babbaluci, lumache marinate con olio, prezzemolo, aglio e pepe e servite in cartocci, o gli altri piatti tipici dello street food palermitano.
La Kalsa, le principali chiese
La zona della Kalsa è caratterizzata dalla presenza di numerose chiese.
Tra queste:
- Santa Maria dello Spasimo edificata insieme al convento all’interno delle mura della Kalsa nel 1506. Il committente fu Giacomo Basilicò che, per l’occasione, diede a Raffaello l’incarico di eseguire un dipinto che ritraesse appunto il dolore della Madonna davanti alla croce. La costruzione è lenta e non ancora terminata quando la pressante minaccia turca rende necessaria la costruzione di un nuovo bastione a ridosso della chiesa. Il complesso viene trasformato in fortezza, poi in teatro, in lazzaretto (durante la peste del 1624), in ospizio per poveri (1835) ed infine in ospedale, fino al 1986, quando viene abbandonata.
- La Magione, in stile romanico, fondata nel XII secolo da Matteo d’Ajello, notabile al servizio dei sovrani normanni. Nel 1197 Enrico IV la concesse all’ordine dei Cavalieri Teutonici ai quali rimase per oltre tre secoli. La facciata, a salienti, è ornata da tre ordini di arcate che, al primo livello, si arricchiscono di elementi decorativi ed incorniciano i portali. L’interno, a tre navate, è semplice e nudo. La chiesa possiede anche un bel chiostro a colonnine gemme purtroppo molto danneggiato (ha subito un bombardamento durante la seconda guerra mondiale).
Via della Magione fiancheggia un lato di Palazzo Ajutamicristo, grande edificio quattrocentesco, opera di Matteo Carnelivari.
- Santa Maria degli Angeli, detta La Gancia, il cui interno ha un aspetto barocco anche se i singoli elementi sono di epoche diverse: il bel soffitto in legno dipinto a stelle su fondo blu, il monumentale organo di Raffaele della Valle (fine XVI secolo) e il pulpito marmoreo ed i tondi a rilievo raffiguranti l’Annunciazione (ai lati dell’altare) di Antonello Gagini, che risalgono al ‘500. Seicentesco è invece il decoro, a cui hanno lavorato i Serpotta, ornando la navata maggiore ed alcune cappelle di stucchi, purtroppo in gran parte persi.
- San Francesco d’Assisi, più volte danneggiata, restaurata e rimaneggiata, deve il suo aspetto attuale all’ultimo intervento volto a ripristinare, per quanto possibile, le forme originali. La facciata, semplice, è caratterizzata da un rosone ed un bellissimo portale gotico che appartengono all’originale edificio del XIII secolo.
Vi si conservano otto statue di Giovanni Serpotta ed il bellissimo portale della Cappella Mastrantonio, opera di Francesco Laurana.
La Kalsa, le principali piazze
Il quartiere della Kalsa oggi è caratterizzato non soltanto dalle sue chiese, ma anche dalle sue piazze e dai palazzi nobiliari.
Come ha notato lo storico dell’architettura Maurizio Vesco nel suo volume La Kalsa e le sue piazze. Archivi, storia e progetto urbano, edito dalla Palermo University Press, le piazze che afferivano alla Kalsa, come la Magione, avevano una funzione strategica per l’organizzazione dell’esercito spagnolo.
Tra le piazze più importanti si possono certamente menzionare:
- Piazza Kalsa, cuore del quartiere omonimo, che racchiude l’essenza e l’identità araba. Al suo interno, nel corso della dominazione islamica, la Kalsa ospitava il palazzo dell’emiro, il “Diwan” (il municipio), la prigione, la moschea e tutti gli uffici amministrativi.
- Piazza Marina, un frammento della Palermo medievale, che al centro è caratterizzata dal giardino Garibaldi con i suoi magnifici esemplari di magnolie dalle radici aeree così sviluppate e robuste da essere divenute esse stesse della consistenza del tronco. La piazza è circondata da palazzi tra cui palazzo Galletti, palazzo Notarbartolo ed il famoso Chiaramonte-Steri, oggi sede del Rettorato dell’università di Palermo. Sul lato diametralmente opposto a quest’ultimo si trova la fontana del Garraffo, realizzata alla fine del XVII secolo dallo scultore Gioacchino Vitaliano su progetto dell’architetto Paolo Amato.
- Piazza della Rivoluzione, chiamata così perché da qui ebbe inizio la rivolta antiborbonica nel 1848. Al centro la fontana è abbellita dal cosiddetto “Genio” di Palermo, simbolo della città e presente anche in altre zone.
La Kalsa, il quartiere dove è nato Giovanni Falcone
Giovanni Falcone era un ragazzo della Kalsa, quartiere del centro storico di Palermo. Qui crebbe e frequentò Paolo Borsellino, amico fraterno e futuro collega, anche lui nato e cresciuto alla Kalsa, ma anche quelli che sarebbero diventati i capi zona. Questa è Palermo, una città dove due mondi, opposti, si incontrano, si frequentano, ma dove molti, coraggiosamente, non cedono alla complicità.
Falcone frequentò le scuole elementari al Convitto nazionale, alle spalle della Cattedrale, scuola che adesso porta il suo nome. Laureato in Giurisprudenza a Palermo, scelse di diventare magistrato e si dedicò alla lotta contro la mafia fino al suo assassinio.
La Kalsa nella Palermo contemporanea, un quartiere pericoloso?
Quando si parla di un quartiere vi sono sempre opinioni discordanti. Alcuni sostengono che è un luogo pericoloso, in cui è sconsigliato andare; altri diranno che è una zona tranquilla in cui è possibile vivere serenamente. A tali contraddizioni non sfugge Kalsa, che affascina la maggior parte di chi visita Palermo.
Il motivo primario è legato alla sua centralità, poiché è ben collegata ai monumenti, alla stazione e a via Vittorio Emanuele, corso principale della città. Tuttavia vi sono anche i lati negativi connessi alla microcriminalità di scippi o rapine. Ciò sicuramente a creato idee differenti sul quartiere della Kalsa che, nonostante tutto, rimane una tra le zone in cui si può respirare la storia e la cultura popolare della città di Palermo.