Presentazione del volume “Il sapere culinario. Ricette di un Monsù siciliano al fronte (1915-1919)” – Libreria Macaione
Nella giornata di ieri si è svolta, presso la Libreria Macaione, la prima dell’evento Sicilia in “Frammenti” con la presentazione del volume “Il sapere culinario. Ricette di un Monsù siciliano al fronte (1915-1919)”, edito dalla Palermo University Press, che compone la collana Frammenti, da cui la rassegna prende il nome.
Un folto pubblico per la presentazione di quest’opera di microstoria, curato dal Professore Antonino Giuffrida, docente di storia moderna e dal Professore Paolo Inglese docente della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Palermo.
Il volume tratta le vicende legate alla figura di Salvatore Ragusa, un monsù siciliano, che iniziò la sua attività culinaria nelle cucine di casa Lanza e che con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale venne catapultato nelle trincee di Gorizia. La sua esperienza affinata in casa Lanza fu determinante, poiché Ragusa venne chiamato a servire niente popo di meno che nella Terza Armata, sotto la guida di Vittorio Amedeo duca di Aosta.
Di fatto, quest’ultimo diede il compito a Salvatore Ragusa di ispezionare le mense ufficiali e le vivande che venivano servite al loro interno. “Il sapere culinario” non è solo la ricostruzione delle fasi della vita del Ragusa, ma contiene ricette di cibi, che egli stesso preparava. Cibi di cui ha dato testimonianza diretta la figlia del Monsù siciliano, presente tra il pubblico ed orgogliosa nel raccontare le doti del padre alle prese con la preparazione di gnocchi alla romana o del pollo con il riso Pilaf, per non parlare dei dolci. Come per esempio la torta di mandorle, preparata per il duca d’Aosta, o la torta a forma di tronco di albero, cucinata per il comandante della quinta divisione.
Il libro tende a dare non solo una descrizione della vita di Salvatore Ragusa e del suo ricettario, ma racconta anche una frattura sociale rappresentata da contadini che mangiavano pane e cipolle e che, come detto precedentemente, andavano in guerra per mangiare più che per combattere e da una aristocrazia che invece mangiava meglio. In conclusione, dalla lettura del libro, si può notare come l’operazione culinaria del Ragusa sia stata non solo una rivoluzione del modo di mangiare dei soldati, ma ha contribuito a un consolidamento dell’Unità nazionale con un semplice pasto condiviso la notte prima della battaglia.