Dustin Hoffman, le storie familiari e l’identità nazionale
La recente partecipazione di Dustin Hoffman alla trasmissione “Finding Your Roots” ha fatto notizia, al punto che ne hanno parlato anche i media stranieri. Nella puntata andata in onda l’8 marzo, l’attore californiano di origini est-europee ha scoperto, con un toccante colpo di scena, una vicenda a lui ignota della sua storia familiare: le persecuzioni antisemite subite dagli avi paterni negli anni Venti del ‘900, quando la città ucraina di Belaya Tserkov, appartenente all’ex-impero russo, patì la violenza dei pogrom nel periodo post-rivoluzionario. In quei tragici eventi furono coinvolti il bisnonno e il nonno di Hoffman, Sam e Frank, che a distanza di qualche tempo furono eliminati dalla polizia bolscevica della Cheka, mentre la bisnonna Libba, internata in un campo per cinque anni, riuscì a sopravvivere e più tardi emigrò, raggiungendo prima l’Argentina e poi gli Stati Uniti, dove fu ammessa nel 1930 all’età di 62 anni (The Schmooze).
Al di là degli obiettivi sensazionalistici dello show-business, che molto si affida all’esternazione dei sentimenti, la vicenda di Hoffman può stimolare un’interessante riflessione sul concetto di storia e sull’uso pubblico che se ne fa. La trasmissione “Finding your roots”, prodotta dall’emittente televisiva statunitense PBM, giunta felicemente alla terza edizione, ambisce a fornire importanti tasselli al mosaico della storia americana, puntando a individuare gli elementi di un’identità nazionale da proporre al pubblico di un paese multiculturale e multietnico. Ciò risponde ad una forte esigenza identitaria cui solo un’operazione di tipo storico può venire incontro.
Ecco, quindi, il successo di un programma che usa gli strumenti della ricerca storico-genealogica al fine di ricostruire la storia nazionale attraverso la ricostruzione di emblematiche storie familiari. E’ questa la formula di “Finding your roots”, che mescola trovate da “televisione delle emozioni” a dettagliate presentazioni degli esiti di scavi archivistici e ad accurate ricerche delle tracce documentarie lasciate dagli avi. Il tutto caratterizzato dal crisma della scientificità, garantito dall’autore e conduttore della trasmissione, Henry Louis Gates, Jr., professore di storia ad Harvard. A suscitare l’interesse del pubblico è la scelta degli ospiti: attori, politici, artisti, imprenditori, uomini d’affari, personaggi famosi, la cui eterogeneità culturale, etnica, religiosa, evidenziata dalla riscoperta delle loro radici familiari, rispecchia il «patchwork of ethnicity, race and experience that make up the fabric of America» (http://www.pbs.org/weta/finding-your-roots/about/). Ed ecco che, sullo schermo, la storia familiare delle star si intreccia con gli eventi salienti della storia americana, con i miti fondativi della nazione. Eventi come l’impresa dei Padri Pellegrini della Mayflower, la conquista dell’indipendenza, l’epopea della schiavitù e l’abolizionismo, l’accoglienza dei rifugiati e degli emigranti, conditi con studiata ed efficace retorica, assurgono al ruolo di colonne dell’identità statunitense, restituendo un prodotto televisivo – con relativo sito web multimediale – che aspira a plasmare l’identità nazionale («shape our national identity»), un concetto che insistentemente appare tra gli obiettivi indicati dagli autori e produttori di “Finding your roots”, più volte premiato in America come programma dall’elevato valore educativo.
Emozioni, lacrime, colpi di scena, ricerche storiche e fonti documentarie, sapientemente mescolati e dosati da esperti della comunicazione, in un’ennesima manifestazione di quell’uso pubblico della storia ampiamente praticato a più livelli, che, anche se spesso si trasforma in abuso, è pur sempre la dimostrazione del bisogno di conoscere le proprie origini, il proprio passato, le proprie radici; un bisogno espresso da un individuo, da una comunità, da un paese; un impellente bisogno di storia.
clicca qui per approfondimenti