La piaga delle locuste. Ambiente e società nel Mediterraneo d’età moderna
Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo, La piaga delle locuste. Ambiente e società nel Mediterraneo d’età moderna, Giapeto, 2014, pp. 282
Uno sciame di domande segue gli sciami delle locuste, che di tempo in tempo – fra la metà del Trecento e la metà dell’Ottocento – si sono abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi sono i due storici Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo, e non tanto per procedere sulla strada della sola rappresentazione culturale di questi animaletti, così piccoli, così nocivi. Lo scopo del volume è quello di esaminare l’impatto reale ed effettivo delle invasioni delle locuste, il posto che esse ebbero nelle vicende delle comunità umane, laddove le due storie s’intreccino, sull’arco del mezzo secolo dall’età medievale all’inizio dell’epoca contemporanea.
La scelta cronologica del mezzo millennio compreso fra la metà del Trecento e la metà dell’Ottocento è dovuta alla coincidenza temporale con il fenomeno climatico della Little Ice Age, con la connessa ricerca dell’eventuale collegamento delle due realtà.
Ma non soltanto di questo si tratta; nel suo complesso il volume si presenta come un ponte lanciato sopra campi diversi e articolati di ricerca, intendendo proporsi come un saggio di storia ambientale dal forte taglio multidisciplinare.
La contestualizzazione del fenomeno delle invasioni di cavallette porta con sè domande sulla storia dell’economia delle regioni colpite, sulle relazioni tra gruppi sociali e tra questi e le autorità politiche, sulle dinamiche delle mentalità delle genti mediterranee. Le locuste aprono una vantaggiosa finestra sul complicato rapporto coevolutivo fra società degli umani, altre specie animali, terre produttive e terre incolte, ricorsi al naturale e al soprannaturale, reazioni alle sfide ambientali.
Facendo perno sulla Sicilia, prendono le mosse Gugliuzzo e Restifo, muovendosi poi a Occidente verso la Spagna, il Marocco e il Maghreb e ad Oriente verso Cipro, la Turchia e la Siria. Grazie a copiose ricerche d’archivio, alla consultazione di fonti primarie a stampa, di cronache e annali, vien fuori un nutrito catalogo degli eventi calamitosi dovuti alle invasioni delle locuste.
Episodio certo interessante è quello che dà vita al capitolo I grilli di Caccamo, in cui si ricorda come nel 1689 la comunità siciliana della provincia di Palermo rispose alla sfida portata dalle cavallette (che la gente del luogo chiamava appunto grilli).
La reazione venne giocata su un doppio piano: da una parte collettivamente ci si autotassa, nessuno escluso, per dar vita a una costosa campagna di lotta agli insetti, dall’altra si ricorre all’acqua benedetta di S. Rosalia e alla protezione di S. Trifone.