Padova, 28 aprile 2016, piccola cronaca
Qualche settimana fa i nostri organi di ateneo sono stati contattati da una rappresentante dell’ADI di Padova (Associazione dei Dottorandi e Dottori di ricerca italiani), che ha proposto un momento di incontro «aperto a studenti e dottorandi di ambito umanistico» sul TFA e sugli arcani della formazione e del reclutamento degli insegnanti. Come responsabile per la formazione nelle ex classi concorsuali A043 e A050 sono stato pronto ad accontentarla, supportato dal dirigente del servizio post-lauream, dott. Andrea Crismani. L’incontro si è svolto giovedì scorso, 28 aprile, presso il Dipartimento di Storia. Gli argomenti sono stati più o meno quelli che trovate nel post del 14 aprile della rubrica ‘Tracce’, naturalmente declinati in modo più trasversale rispetto a tutte le discipline coinvolte nelle ‘nuove’ classi di concorso, storia e filosofia, latino e geografia, storia dell’arte, linguistica e letteratura italiana. Perché allora dedicarvi queste righe di commento? Prima di tutto perché abbiamo dovuto far fronte a un’inaspettata fortissima partecipazione; ci siamo appropriati al momento dell’aula magna del Dipartimento, forte di oltre 100 posti a sedere, scoprendo di aver lasciato comunque parecchia gente in piedi. Inoltre, l’incontro che stimavo dovesse portarci via al massimo un’oretta si è protratto dalle 17.00 fino all’ora di chiusura, a causa delle numerose richieste di precisazione, ad alcune puntualizzazioni e ad altri interventi. L’interesse suscitato è stato altissimo, molto oltre le nostre aspettative; gli argomenti ‘tecnici’ trattati sono stati oltremodo apprezzati. Ne ricavo così alcune riflessioni:
– I nostri studenti, laureati e dottori di ricerca non solo non hanno ben chiaro il quadro, di per se stesso confuso e incerto, dei percorsi di abilitazione e di reclutamento degli insegnanti, ma non hanno altro soggetto cui rivolgersi se non gli stessi atenei (che sono solo in parte soggetto responsabile di questi percorsi).
– La fiducia che ci siamo guadagnati nel gestire, con tutte le difficoltà del caso, i vari SSIS, PAS, TFA ci ha imposto come l’unico referente credibile per questo tipo di problematiche.
– Il mestiere o, se volete, la missione dell’insegnante ha riacquistato come prospettiva di lavoro un’attrattiva e un’importanza neppure immaginabili all’inizio di questo millennio, quando sembrava che fare il docente di scuola potesse essere solo un ripiego all’interno di un regime di piena occupazione: potenza della crisi e/o presa di coscienza del valore della formazione?
– Né la laurea magistrale, né l’approdo al dottorato di ricerca garantiscono più alcun automatismo per l’inizio carriera, fatto in sé positivo, ma che aumenta di molto la responsabilità di tutti coloro che, a vario livello, sono chiamati a fornire ulteriore formazione e a selezionare il futuro corpo docente, dai decisori politici fino al docente di laboratorio del TFA.
– Infine, è urgente definire il percorso prospettato dalla 107/2016 ovvero ‘Buona scuola’ (Laurea magistrale+esami obbligatori – concorso – contratto triennale TD – anno di formazione nel corso del triennio) con il contributo fattivo di tutti i soggetti coinvolti, prima di tutto scuole, atenei e aspiranti docenti, al fine di precisare senza più incertezze la strada verso la fine del precariato e la promozione del merito, senza ulteriori cedimenti verso le sanatorie e le soluzioni estemporanee.