Dal testo all’immagine informatizzata. La traduzione cartografica dell’andamento dell’artiglieria turca nel Grande Assedio di Malta del 1565.
Tra le varie modalità di traduzione cartografica delle informazioni storiche, che permettono attraverso l’uso delle moderne tecnologie digitali di rendere più facile e immediato il grado di diffusione di un determinato fenomeno su un territorio, vi è l’elaborazione delle restituzioni tematiche derivate dai dati ricavati dal racconto storico.
All’interno di un percorso metodologico più ampio, in questo caso, abbiamo scelto una fonte a stampa degli anni Sessanta del Cinquecento. Quest’opera, intitolata La verdadera relacion de todo lo q[ue] este año de M.D.LXV. ha sucedido en la Isla de Malta, dende antes que la armada del gran turco Soliman llegasse sobre ella, hasta la llegada del socorro postrero del poderosissimo y catholico Rey de España don Phelipe nuestro señor segu[n[do deste nombre / recogida por Francisco Balbi de Correggio en todo el sitio Soldado / impressa en Alcala de Henares en casa de Iuan de Villanueva. Año 1567 (fig. 1), E’ stata scritta da Francesco Balbi da Correggio, un soldato italiano che in non più giovane età, viene arruolato come archibugiere delle truppe spagnole inviate a Malta nella primavera del 1565, per affiancare i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme per la difesa dell’isola di fronte alla minaccia di conquista turca. Questa cronaca, in cui vengono narrati quotidianamente i fatti di cui il nostro soldato è testimone, costituisce una fonte imprescindibile per lo studio di questo importante evento bellico (Camilleri 2015; Brogini 2011); questo prodotto a stampa viene pubblicato in spagnolo per la prima volta nel 1567 e, con qualche rivisitazione del testo che ne amplifica la credibilità (Buono e Petta 2014, 187-248; Randall 2008), ripubblicata una seconda volta l’anno successivo.
Le informazioni contenute all’interno di questa fonte, benchè conosciute e ampiamente utilizzate per la ricostruzione dei fatti, se riviste e sollecitate attraverso i nuovi strumenti digitali per l’analisi storica spaziale hanno ancora molto da dire, offrendoci nuovi spunti interpretativi (Vergneault-Belmont, 2008; Zanin et Trémélo 2003). Nel nostro caso, abbiamo scelto di rileggere i dati relativi ai luoghi, ai tempi e al numero di pezzi di artiglieria che, opportunamente raccolti in serie ragionate, si prestano per una traduzione cartografica-tematica. Queste informazioni, oltre a restituirci uno stato dettagliato degli spazi della battaglia (fig. 2), ci mostrano qual è stata la dinamica e l’evoluzione seguita dalle batterie dell’artiglieria turca durante il Grande Assedio di Malta del 1565, durato quasi quattro mesi (dal 18 maggio al 17 settembre).
Scandite dall’indicazione cronologica, le indicazioni relative al numero di pezzi e al luogo in cui si trovano le batterie sono stati ordinati all’interno di una tabella che, dopo essere stati metodologicamente semplificati in un adeguato impianto di variabili visuali quantitative e qualitative, sono stati trasferiti su delle restituzioni informatizzate. Le carte tematiche ricavate, in un secondo momento, sono state inserite all’interno di un quadro complessivo che abbraccia l’intero periodo di attività delle armi pesanti turche schierate contro gli obiettivi cristiani (in un primo momento, dal 27 maggio al 23 giugno, il Forte Sant’Elmo, e in un secondo, dal 3 luglio al 6 settembre, Burmula, Senglea e Borgo), così facendo abbiamo provato a creare un’insieme di immagini che in sintesi danno l’idea, secondo una definizione di Giuseppe Giarrizzo, di una storia in movimento (fig. 3).
Grazie a questo quadro, secondo le cifre riportate dal nostro testimone oculare, complessivamente sembrerebbe che, insieme alla numerose cause che hanno segnato il fallimento dell’impresa turca, anche l’evoluzione delle batterie e il numero di pezzi di artiglieria ottomana nei differenti periodi dell’assedio, nonostante circondano integralmente gli obiettivi cristiani, risulta frammentata dinanzi alle ben strutturare fortificazioni dell’Ordine.