Focus: I nuovi mecenati del teatro Massimo
L’hashtag #iononchiedoilrimborso: l’abbraccio del pubblico in un momento difficile per l’arte (e non solo)
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.
Questa epigrafe di attribuzione ancora oggi incerta – incisa sull’architrave del Teatro Massimo di Palermo – ha accolto negli anni centinaia di visitatori, raccontando loro una storia non scritta sul rapporto tra la città ed una delle sue istituzioni culturali più antiche e prestigiose. Una relazione cresciuta nel tempo, trasformando le parole scolpite nella pietra nei piccoli gesti della gente comune. Una semplice frase che afferma la verità su un popolo capace di grandi e piccoli slanci altruistici, forieri di speranza in questi tempi di crisi sanitaria, economica e sociale.
Nei giorni scorsi, rispondendo all’hashtag #iononchiedoilrimborso, decine tra gli abbonati del Teatro Massimo hanno scelto di rinunciare ai rimborsi previsti sui biglietti già acquistati per gli spettacoli annullati a causa dello stop forzato alle attività culturali imposto dal governo. Alla cancellazione del Nabucco (previsto dal 13 al 21 marzo) del balletto Coppélia con le coreografie di Roland Petit (dal 31 marzo 5 aprile) e del Roberto Devereux di Donizetti (dal 29 aprile al 7 maggio) il pubblico ha reagito con un atto di solidarietà e sostegno verso un’istituzione che appartiene a tutti i palermitani. Compresi molti giovani in possesso della card riservata agli under 35.
Un gesto a cui il sovrintendente Francesco Giambrone ha risposto iscrivendo tutti i i rinunciatari dei rimborsi nell’albo dei mecenati, segnalandone i nomi sui libretti di sala. Un gesto che apre le porte ad un nuovo concetto di mecenatismo sociale, forse l’unica strada per impedire la chiusura di piccole e grandi realtà teatrali, a Palermo come nel resto della penisola. La speranza è quella di mantenere in vita i palcoscenici di una nazione che oggi ritrova la propria identità proprio in quelle radici culturali condivise di cui l’arte è il principale esempio.
La vicinanza alle istituzioni culturali sta unendo il Paese da nord a sud nella volontà di aiutare non solo gli enti teatrali, ma anche e soprattutto i lavoratori dello spettacolo e le loro famiglie, colpite duramente dalla chiusura degli spazi e dal fermo imposto alle produzioni.
Sono inoltre molti tra i palermitani ad avere accolto positivamente l’iniziativa del Teatro Massimo #sempreaperti, portata avanti attraverso l’attivazione di una web tv (http://www.teatromassimo.it/teatro-massimo-tv-567/), dedicata all’opera, al balletto ed in generale alla diffusione di cultura e arte, tra cui lo speciale “La voce del Teatro”.
Quest’ultimo è un prodotto audiovisivo realizzato da Davide Vallone espressamente per il canale web del Teatro Massimo. Una visita all’interno del più grande teatro lirico d’Italia con la guida del compositore Marco Betta, che del Massimo è stato anche direttore artistico. Un’esplorazione polisensoriale sviluppata attraverso un percorso di parole e musica, create dallo stesso Betta, legate i luoghi dell’arte e della sua fruizione, dal foyer al palco reale passando per il palcoscenico, immergendo lo spettatore in un flusso di sensazioni sospese tra passato e presente.