Quando il tempo del sacro incontra il tempo del gioco
È il tema della terza edizione della Biennale internazionale di arte contemporanea sacra e delle religioni dell’umanità, fino a settembre a Palermo
Terza edizione per la “Biennale internazionale di arte contemporanea sacra e delle religioni dell’umanità”, promossa dalla fondazione Donà delle Rose, dalla fondazione Sant’Elia e dalla regione Sicilia con il supporto del comune di Palermo.
Tema di questa terza tappa nel viaggio attraverso l’uomo e il suo rapporto con il sacro è “The game: the time of game and the game of time”. Un accostamento che Alberto Samonà, neo assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, spiega precisando come il gioco ed il sacro posseggano la caratteristica comune di “riuscire a creare un mondo nel mondo attraverso la costruzione di una performance simbolica, espressa con segni, simboli e metafore che esulano dal tempo, superando il tangibile in favore della vis imaginativa”.
La manifestazione si pone l’obbiettivo di proporre l’arte come strumento per una dialettica inter/trans religiosa, promuovendo una nuova concezione della spiritualità artistica utile per superare le barriere linguistiche e geopolitiche. Divisa per padiglioni religiosi: Abramitico (comprendente le tre religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo e islamismo nelle loro numerose sfaccettature), scientifico, filosofico, esoterico, archeologico, religioni perdute, buddista, induista, sciamanico, religioni africane, zoroastriano e paragnostico, la Bias propone uno sguardo a trecentosessanta gradi sull’uomo, per conoscerlo attraverso l’arte. Uno sguardo rivolto dal passato verso il futuro, che parte dalle discipline classiche, proiettandosi verso nuove espressioni artistiche, come la web art, cui viene dedicato un padiglione specifico.
Cento gli artisti selezionati seguendo il concetto di “Arte che spacca il pregiudizio”. Una frase che riassume una strategia, rivolta ad esplorare e dimostrare la possibilità di una vera coesistenza religiosa tra credo e culti. Testimoniando come la spiritualità non sia un’esclusiva della cristianità, ma faccia parte di molte culture e religioni. Questa comunanza viene messa in evidenza attraverso impianti espositivi concentrati sul dialogo tra religione e multiculturalità, tra idolatria e spiritualità, nella percezione che il tempo della religione collimi con il tempo dell’umanità. Una visione della storia che analizza l’evoluzione attraverso la centralità delle credenze religiose, indagate come elementi di comunione tra diverse realtà culturali.
Tutto questo è reso possibile da una trasversalità istituzionale che si trasforma in un meccanismo di cooperazione virtuosa tra enti pubblici e privati, soprattutto con un coinvolgimento sempre maggiore della regione, che ha patrocinato la Bias come primo evento post lockdown. Purtroppo le regole anticontagio per la pandemia da Covid-19 hanno ridotto drasticamente i luoghi pronti a ospitare la manifestazione nel capoluogo siciliano. I circa trenta siti iniziali si sono concentrati al solo Loggiato di San Bartolomeo, per il quale è comunque stato previsto un intervento economico, con la collaborazione di Fondazione Sicilia, volto al restauro ed alla ristrutturazione della struttura. Inaugurata a Venezia, presso la darsena di Sant’Elena, cui ha fatto seguito la tappa Marsala, in modo da unire idealmente i due capi della penisola; l’esposizione toccherà molte località nazionali e internazionali. Dal Piemonte alla Toscana, dalla Sardegna all’Egitto, dove la Bias approderà a settembre presso la regione del Sinai, luogo di inconfutabile valore simbolico e religioso.
Per quanto riguarda la Sicilia, culla della Bias, la manifestazione toccherà molti luoghi regionali carichi di storia e cultura. Da Messina a Gibellina, poi Salina, Taormina, Marsala, Castelvetrano, Selinunte ed infine Erice.
Un tour artistico pensato per portare la Sicilia fuori dalla Sicilia, esportandone e promuovendone la bellezza nel mondo.