«Lavorare insieme è meglio per tutti». Da nord a sud soffia il vento delle librerie toste
Cinquanta piccole realtà commerciali indipendenti uniscono le forze e danno vita a una rete su tutta la penisola
Alcuni di loro non si sono mai incontrati di presenza, eppure navigano verso la stessa direzione e in pieno mare aperto. Durante l’inaspettata tempesta della pandemia e la quiete del lockdown, si sono riuniti e hanno levato l’ancora: sono Le Allitterate – fanzine delle librerie toste.
Nel tumulto di una improvvisa crisi economica dettata dal Covid-19, librai e libraie da tutta Italia non si sono mai arresi. L’ideatrice dell’ambizioso progetto letterario, nonché illustratrice delle vignette di presentazione sul sito, è Venera Leto, titolare della libreria Colapesce di Messina. Che, in piena quarantena, ha lanciato un appello quando tutto il mondo tratteneva il respiro e ogni genere di attività subiva una ripercussione economica senza precedenti.
Il nome “Le Allitterate” fa riferimento all’unicità di ogni libreria che si declina in modo differente pur avendo lo stesso fonema iniziale, la stessa unità di intenti. L’obiettivo è quello di creare una guida illustrata di tutte le librerie che rappresentano il tessuto culturale più vivace ed interessante del bel paese e accoglie al momento, più di cinquanta realtà.
«Nasce dalla volontà di mettere in rete tutte le realtà che avevano delle caratteristiche personali comuni, per farne un sistema funzionale», dice Venera Leto che spiega come stia a cuore di tutti i componenti del gruppo l’importanza di stringere vere e proprie collaborazioni. Lo sa bene Cinzia Orabona, titolare dell’enoteca letteraria Prospero di Palermo, fervida sostenitrice del lavoro di squadra, secondo cui: «Lavorare insieme è meglio per tutti».
Un modus operandi collaudato proprio nel suo locale, tacciato spesso di essere un ibrido, o meglio, una “libreria impura”, come lei stessa sottolinea, visto che Cinzia alla vendita del libro affianca anche quella del vino. L’idea si è dimostrata vincente e a questo ha aggiunto la collaborazione quotidiana con le attività commerciali adiacenti alla sua: chi vuole leggere può anche ordinare una pizza o un piatto veg al ristorante accanto.
Fare rete è innanzitutto connessione, mettendo da parte qualsiasi egoismo di sorta. Tra gli altri progetti in cantiere, Le Allitterate punta in alto con la creazione di una fanzine cartacea e on line dove mettere a confronto tutte le peculiarità di ogni libreria indipendente sparsa per l’Italia.
«Vogliamo creare cultura insieme e questo comporta confronto e rapporto con il territorio, spesso non facile soprattutto al sud», dove non è semplice che la cultura del libro attecchisca. Una resistenza che spesso si traduce in vera e propria lotta contro i mulini a vento considerato che i dati a cui Venera Leto fa riferimento sono quelli Istat che riportano una bassissima percentuale di lettori al sud e nelle isole a discapito della aree geografiche centro settentrionali della penisola.
Un altro dato non è passato inosservato a Venera: la libreria è femmina. Al momento del lancio dell’idea sul web e durante la fase di ricerca dei contatti a cui rivolgersi per il progetto, ha infatti scoperto con piacere che la maggior parte dei librai è donna, a dispetto dello stereotipo di una categoria volta al maschile.
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Nel raccontare gli obiettivi futuri, tra cui un festival delle librerie indipendenti gestito interamente dagli stessi librai, non manca la visione di uno spazio condiviso e di comunità. La definisce “rigenerazione urbana” ed è il suo chiodo fisso: «Ho scelto di fare questo lavoro nel rispetto della visione che ho dell’architettura perché a me interessa cosa accade all’interno dei luoghi. E le librerie sono tessitori di comunità».
Le librerie “allitterate” siciliane sono la già citata Prospero e Dudi libreria per bambini e ragazzi di Palermo; Pescebanana, Vicolo Stretto e Prampolini di Catania; Libreria del Corso a Trapani, Dovilio di Caltagirone, Zaratan di Siracusa; l’Incanta Storie di Barcellona Pozzo di Gotto e Capitolo 18 di Patti.