Andrea Camilleri: il grande scrittore siciliano, autore della fortunata serie di romanzi sul Commissario Montalbano, è morto oggi a 93 anni
Andrea Camilleri, tra i più famosi e amati scrittori italiani degli ultimi vent’anni, celebre per la sua fortunatissima serie di gialli sull’ispettore Montalbano e per il suo stile che mescolava italiano e siciliano, è morto questa mattina, alle ore 8.20 a Roma, dopo essere stato ricoverato lo scorso 17 giugno all’ospedale Santo Spirito per un arresto cardiaco. Aveva 93 anni. La morte è stata comunicata «con profondo cordoglio» dalla Asl Roma 1, che ha spiegato che «le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali.»
La famiglia di Andrea Camilleri chiede di rispettare il dolore e di non raggiungere il Santo Spirito di Roma. Nel pomeriggio saranno comunicati luogo e modalità dei funerali, che secondo la volontà del papà di Montalbano si terranno in forma privata secondo il volere dello scrittore. Al momento, vista anche la richiesta della famiglia, fuori dall’ingresso principale del Santo Spirito ci sono pochi giornalisti, soprattutto telecamere, e anche rappresentanti delle forze dell’ordine che hanno il compito di non fare avvicinare i curiosi.
Sui social si scatenano messaggi di cordoglio da parte degli appassionati lettori, delle istituzioni e di coloro i quali hanno avuto la possibilità di condividere lavoro, storie, pensieri ed emozioni intense con il noto scrittore, drammaturgo, autore teatrale e televisivo, regista radiofonico e, non da ultimo, militante antifascista.
In un post su Instagram, Luca Zingaretti ha salutato così lo scrittore:
“E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare.
E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verita’ che ha raccontato tutti noi e il nostro paese.
Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana.
Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l’immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei.
Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita.
Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa.
A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono.
Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa.
Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca”.
I suoi libri, tradotti in 120 lingue, hanno venduto oltre 30 milioni di copie e sono diventati una pietra miliare della letteratura contemporanea. Ma Camilleri non è stato solo questo. Direttore di produzione in Rai, sceneggiatore, ma anche intellettuale di riferimento, con la sua scomparsa lascia un vuoto immenso nel panorama culturale italiano. Nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre 1925, Andrea Camilleri viveva da anni a Roma. Ha frequentato il liceo classico Empedocle di Agrigento ma non ha mai sostenuto l’esame di maturità perché nel maggio 1943, a causa dell’imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate, si decise che sarebbe valso il solo scrutinio.
Sin dal 1949 Camilleri ha lavorato alla Rai come delegato alla produzione, regista e sceneggiatore; in queste vesti ha legato il suo nome ad alcune fra le più note produzioni poliziesche della tv italiana, come i telefilm del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret, e a diverse messe in scena di opere teatrali, con un occhio di riguardo a Pirandello. Col passare degli anni ha affiancato a questa attività quella di scrittore: dai saggi “romanzati” di ambientazione siciliana nati dai suoi studi sulla storia dell’Isola alla celebre saga del commissario Salvo Montalbano. Il suo esordio nel mondo della narrativa risale al 1978. Nel 1994, con la pubblicazione di ‘La forma dell’acqua‘, ha dato vita alla fortunata serie del commissario Montalbano, personaggio protagonista anche di una fiction tv di successo, interpretato da Luca Zingaretti. Un successo davvero inarrestabile, con il suggello del Premio Campiello alla carriera assegnatogli nel 2011.
I protagonisti delle sue storie sono personaggi accuratamente caratterizzati, molto divertenti ed ironici; ma anche molto malinconici, e questo vale in misura maggiore per il commissario Montalbano. Personaggio, quest’ultimo, destinato ad un preciso epilogo con una formula decisa da tempo dall’autore: infatti nel 2006 Andrea Camilleri ha consegnato all’editore Sellerio l’ultimo libro con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte. “Ho scritto la fine dieci anni fa… ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’Alzheimer – aveva spiegato lo scrittore -. Ecco, temendo l’Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell’editore… È semplicemente conservato in un cassetto”. Infine aveva assicurato: “Montalbano non può cadere in un burrone come Sherlock Holmes e poi ricomparire in altre forme. Montalbano non muore”, aveva concluso “spoilerando”, in un certo senso, il finale.