Andrea Camilleri in uscita con “La Casina di Campagna”
Le prolungate piogge di novembre hanno fatto crollare la vecchia casa di campagna dei nonni dello scrittore Andrea Camilleri. Proprio i ricordi delle vacanze trascorse in quella casa sono l’argomento di un libro in uscita il 10 gennaio per i caratteri dell’editore milanese Henry Beyle.
Sul Messaggero del 5 dicembre è uscita un’anticipazione del libro che pubblichiamo in fondo all’articolo.
Non è diventato papa, neanche ammiraglio e non è Nuvolari. E’ però Andrea Camilleri, il più letto, tradotto e citato scrittore italiano. I suoi sogni da bambino sono svelati nel delizioso “La casina di campagna”che uscirà in libreria solo il 10 gennaio ma che da domani alcuni fortunati riusciranno a comprare nello stand della Henry Beyle a “Più libri più liberi” che apre alla Nuvola di Fuksas all’Eur. L’editore ha portato le prime copie come omaggio all’autore che vive a Roma.
Le poco meno di 100 pagine contengono il racconto “Il topotappo e altri topi” e tre memoires sulla casa di campagna dei nonni materni nella quale lo scrittore trascorreva le vacanze da bambino. E’ proprio la casa di Porto Empedocle crollata un mese fa – era il 4 novembre – sotto la furia del maltempo. Meta dei pellegrinaggi estivi dello scrittore, sarebbe dovuta diventare la sede della Fondazione Camilleri divenendo luogo simbolo della “Strada degli scrittori” assieme alle vicine abitazioni di Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia. Una parte dell’edificio – già in cattivo stato di conservazione – si è completamente accartocciata su se stessa dopo una lunga settimana di ininterrotta pioggia.
Il libro ha quindi una dolorosa attualità. “Vincenzo Campo, editore di questo prezioso volumetto – svela Camilleri – desiderava che io scrivessi una nota finale. Ho provato ma non ci sono riuscito, perché per me è una nota drammatica in quanto che la casa di campagna verrà quanto prima rasa al suolo”. Definirla solo casa è sempre stato comunque riduttivo “mentre lei avrebbe potuto benissimo pretendere di farsi chiamare ‘a villa’”, precisa il papà di Montalbano. Costruita nel Settecento, grande ma non enorme, aveva dei bellissimi pavimenti in maiolica. Sulla copertina del libro è riprodotta una piastrella della cucina, il cuore della casa dei nonni Fragapane, il luogo dove sono ambientati alcuni dei ricordi dello scrittore. Il volume è del resto un omaggio a Camilleri, perfino nella scelta della carta e della sovracopertina fatta arrivare apposta dal Giappone: sotto i polpastrelli è rugosa, rimanda con le lievi increspature alle imbiancature a calce delle casali rurali di una volta, così da offrire all’anziano scrittore – ormai quasi cieco – di scorrere le pagine in maniera tattile. Oltre alla piastrella in copertina, applicate a mano nel testo, ci sono le riproduzioni di maioliche dell’Ottocento selezionate dall’antiquario Guido Frilli (clicca qui per vedere le piastrelle).
Tra le rovine dell’alluvione del mese scorso e nelle pagine del libro, ecco comunque i sogni del piccolo Andrea che nella casa distante appena un chilometro a mezzo da quella di città trascorreva le lunghe estati da maggio ai primi di ottobre. Il tempo passava anche immaginandosi un giorno – lui che ora non è credente – capo della chiesa, perché “c’era persino una cappella privata dove io, di nascosto, mi vestivo coi paramenti sacri e sognavo d’essere Papa”. Oppure avventuriero in mare aperto: “Non si vedeva che la campagna e il mare lontano. Col binocolo stavo ore a guardare le paranze, i pescherecci, le grandi navi che passavano al largo. Mi sognavo ammiraglio”. Ma perché non diventare corridore automobilistico? Al volante di una vecchia automobile Scat senza ruote, poggiata sui trespoli, parcheggiata in magazzino “ci ho vinto la Mille Miglia, ho battuto Nuvolari”.
Nel grande frutteto – in Sicilia si chiama jardinu – e tra le mura dell’antica casa dei nonni maturarono anche le prime amarezze del ragazzo, come quando fu ingiustamente sospettato dal nonno della sparizione di alcune banconote, salvo poi scoprire che i rei erano i topolini che adattavano la carta moneta sminuzzata a comodo giaciglio. Un altro roditore è il protagonista del gustoso inedito “il topotappo”. Sono così vividi, vivaci e ricchi di curiosi dettagli i ricordi da sembrare racconti di fantasia. A proposito, nel testo Camilleri dice di non essere mai stato pienamente persuaso “di una celebre frase di Luigi Pirandello: ‘la vita o la si scrive o la si vive’ (o viceversa, non ricordo bene)”. Ma “il mondo – aggiungiamo noi citando Stéphane Mallarmé – è fatto per finire in un bel libro”. Come è appunto questo gioiello della casa editrice milanese dedicata a Henry Beyle (il vero nome di Stendhal) che pubblica solo libri in curatissime edizioni. Il volume è in quattro diverse edizioni: dall’economica a 36 euro al cofanetto con una lastra numerata a mano a 400 euro.
Camilleri sarà inoltre presente domenica alle 19 a “Più libri più liberi” alla presentazione de “La funesta docilità” di Salvatore Silvano Nigro, una inchiesta sui Promessi sposi. Un dialogo sul presente – annuncia l’editore Sellerio – “ma senza mai perdere il fondamentale contatto con il proprio passato”.