“Angeli e demoni”: Dan Brown ed il complotto degli Illuminati
Nel romanzo “Angeli e demoni”, Dan Brown affronta la dualità tra scienza e fede contrapponendo il professor Langdon ad una propria versione dei cosiddetti Illuminati.
“Angeli e demoni”: il primo libro di Dan Brown
L’esordio letterario dello scrittore americano avviene nel 2000, proprio con “Angeli e demoni” (giunto nel nostro Paese solo nel 2004), che – pur possedendo una trama più solida e razionale rispetto a “Il codice da Vinci” (edito nel 2003 sia negli USA che in Italia) – non riuscì ad emergere dal marasma dei romanzi di genere.
All’epoca, il racconto dello scontro tra gli Illuminati ed il Vaticano non ottenne l’attenzione mediatica riservata alla successiva ricerca apocrifa del Santo Graal, restando in secondo piano rispetto al romanzo che sancì la popolarità dell’autore: venne rivalutato solo dopo l’uscita de “Il codice da Vinci”.
“Angeli e demoni”: la trama del romanzo con protagonisti gli Illuminati e la Chiesa
Il professor Robert Langdon, esperto di iconologia religiosa e crittografia, viene convocato in Vaticano per affrontare la minaccia degli Illuminati. Durante il periodo della “sede vacante”, ossia la transizione tra la morte di un pontefice e l’elezione del successivo attraverso il Conclave, l’antica setta è ritornata per minacciare il soglio pontificio.
Ritenuti estinti secoli prima, gli Illuminati cercano vendetta per i crimini commessi in passato contro di loro dallo Stato Pontificio. Per questo rapiscono i quattro cardinali favoriti per la nomina a nuovo Papa, minacciando di ucciderli, seguendo un complesso rituale e facendo poi esplodere città del Vaticano attraverso l’utilizzo di una piccola quantità di antimateria sottratta dai laboratori del CERN di Ginevra. Langdon ha 24 ore per salvare Roma, impegnandosi in una corsa contro il tempo e superando l’ostruzionismo del Vaticano per trovare e decifrare ogni indizio disponibile sulla misteriosa minaccia.
“Angeli e demoni”: gli Illuminati secondo Dan Brown
Gli antagonisti presentati nel libro di Dan Brown differiscono profondamente dalla versione storica dell’omonima società segreta. Infatti la setta degli Illuminati descritta nel romanzo non ha alcun legame, storico o filosofico con il reale “Ordine degli Illuminati”. Come molti, prima e dopo di lui, l’autore ha preso in prestito un nome carico di riferimenti culturali e avvolto da un alone di mistero, costruendone una propria versione.
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In “Angeli e demoni” troviamo, infatti, una setta segreta antireligiosa, ovviamente ritenuta estinta secoli prima, ispirata da Galileo Galilei e determinata a lottare contro la tendenza oscurantista di un Vaticano profondamente corrotto.
“Angeli e demoni” contro “Il codice da Vinci”
Con entrambi i suoi libri più noti, Dan Brown ha cercato dì catturare l’attenzione del pubblico attraverso l’utilizzo di famose tesi antistoriche, sfruttando la suggestione che queste sono capaci di esercitare sui lettori. Lo ha fatto inserendo informazioni estratte da altri testi, trasponendone gli elementi affinché siano utili a supportare la componente narrativa dei suoi romanzi.
Il problema, per “Angeli e demoni”, è stato indubbiamente la maggiore potenza dal tema del libro successivo, ma anche la tecnica con cui i due volumi sono stati scritti. Nel primo, Dan Brown reinventa e adatta gli Illuminati alle esigenze narrative del libro, con ottimi risultati in termini di coerenza e struttura della narrazione, ma con una sovrastruttura teorica piuttosto debole.
Nel secondo, attinge invece a piene mani dalle teorie espresse ne “Il mistero del Santo Graal” di Graham Hancock, costruendo una storia narrativamente più debole, ma molto più solida nell’impianto teorico.
Da“Angeli e demoni” a “Il codice da Vinci”: il professor Langdon
Il fulcro di entrambe le narrazioni è Robert Landon, un eroe atipico per i primi anni Duemila. Saccente, scorbutico ed a tratti perfino antipatico, è un personaggio con cui è difficile entrare in empatia, almeno fin quando non lo si scopre dotato di una profonda umanità. In lui si esemplifica lo scontro tra scienza e religione, o tra ragione e credo, che attraversa l’intera opera di Dan Brown, votata ad una sorta di sfruttamento del sensazionalismo derivante da alcune delle più controverse e diffuse teorie antireligiose e cospirazioniste.
Robert Langdon: l’eroe intelligente di Dan Brown
Ultima espressione di un sottogenere molto in voga a cavallo del millennio, popolato protagonisti più cerebrali che muscolari. Docente di iconologia religiosa presso l’università di Harvard ed appassionato di crittologia, il protagonista dei principali romanzi di Dan Brown si discosta dal classico modello dell’avventuriero anni Ottanta-Novanta per il tipo di approccio agli eventi della narrazione, più cerebrale che fisico. Un cambio di passo che ha segnato un ventennio di romanzi d’avventura (ma anche di spionaggio e intrigo economico-politico), scritti invertendo il paradigma che aveva portato al successo i precedenti duri tutti d’un pezzo.
Tra questi ritroviamo i protagonisti di alcune famose saghe letterarie d’intrattenimento:
- Il libraio Cotton Malone, creato da Steve Berry
- Oswald Breil, l’ex agente segreto di bassa statura dell’italiano Marco Buticchi
- I Coniugi Fargo, del maestro dell’avventura oceanografica Clive Cussler
- L’analista Jack Ryan, protagonista di molti dei romanzi di Tom Clancy
Tutti questi protagonisti ribaltano il modello dell’”eroe muscolare” impegnato in scontro continui, immergendo il lettore in storie molto più introspettive, scandite da enigmi, misteri e complotti risolvibili dal protagonista solo attraverso l’uso dell’intelletto.
“Angeli e demoni”: il film
La seconda pellicola tratta da un romanzo di Dan Brown (dopo “Il codice da Vinci”) esce nelle sale nel 2009. Sempre diretto da Ron Howard e con Tom Hanks nei panni di Robet Langdon, pur seguendo abbastanza fedelmente il romanzo, ne inverte volutamente alcuni dei passaggi, lasciando intendere il protagonista sia già conosciuto a livello internazionale per gli eventi del precedente film.
Come nel primo film, anche in Angeli e Demoni i comprimari rubano la scena al protagonista, confermando la bravura di un convincente Ewan McGregor nelle vesti del Camerlengo Patrick McKenna. Una menzione a parte merita il nostro Pierfrancesco Favino, che, nonostante il ruolo subalterno di Ernesto Olivetti, comandante della gendarmeria vaticana, riesce a trasmette tutta la carica emotiva di un personaggio diviso tra la propria fede e la follia degli eventi che si susseguono nel corso della pellicola.
“Angeli e demoni”: i luoghi del film
Visti i rapporti burrascosi tra Dan Brown e la Santa Sede, non deve sorprendere la curia romana abbia creato non pochi problemi alla lavorazione del film tratto da “Angeli e demoni”, vietando l’utilizzo di alcune chiese e luoghi sacri per le riprese. Sebbene la produzione sia riuscita ad ottenere la possibilità di girare all’interno del CERN di Ginevra, gli esterni ambientati a Roma sono stati riadattati tra piazza del Popolo ed il Pantheon, con alcune sequenze nella zona del lungotevere e nei pressi di Castel Sant’Angelo.
Utilizzando invece la Reggia di Caserta per ricreare i giardini vaticani e la biblioteca vaticana. Quanto a Piazza San Pietro, il regista si è dovuto accontentare di una ricostruzione parziale realizzata negli Stati Uniti.
“Angeli e Demoni” ed “Il codice da Vinci”: l’esplosione di un genere
Il successo dei libri di Dan Brown e dei film di Ron Howard ha portato autori, sceneggiatori e registi ad esplorare sempre si più il mondo delle logge massoniche, delle sette segrete ed in generale della “storia non ufficiale”, portando alla nascita di molte imitazioni più o meno riuscite.
Tra tutte spicca indubbiamente la serie di film “National Treasure” (in italiano “Il mistero dei templari”, del 2004, e “Il mistero delle pagine perdute”, del 2007), con protagonista Nicholas Cage nelle vesti di un esperto di libri antichi alla scoperta delle radici massoniche della Costituzione americana.