Appunti per una storia della Sicilia in età moderna – scheda XIII
I Cavalieri di Malta un network finanziario internazionale tra Sicilia e Spagna
La difesa della Sicilia contro la possibilità di un’invasione dell’armata turca e la necessità di proteggere le sue coste dalle incursioni delle navi turche condizionarono le scelte politiche della Corona spagnola. Abbiamo ricostruito le scelte fatte dai viceré per la costruzione del sistema delle torri di avvistamento, per il rafforzamento delle fortificazioni delle città, per il varo della Milizia territoriale, ma il quadro non è completo senza una riflessione sull’insediamento dell’Ordine Gerosolimitano nell’isola di Malta.
L’interdipendenza giuridica e funzionale tra Malta e la Sicilia
Il quadro generale dell’insediamento dell’Ordine nell’arcipelago maltese è sufficientemente delineato nei recenti lavori di Fabrizio D’Avenia, tuttavia, bisogna sottolineare come le scelte istituzionali effettuate dalla Corona spagnola, le situazioni demografiche ed economiche dell’arcipelago maltese, le scelte tattico-militari dell’Ordine, la posizione geografica dell’insediamento, sono elementi che rendono sempre più radicata l’interdipendenza giuridica e funzionale tra Malta e la Sicilia. Una interdipendenza che, d’altronde, affonda le sue radici nella realtà medievale del Regno di Sicilia che ha sempre considerato l’isola come feudo siciliano. La Religione, inoltre, può contare, per rendere sempre più solidi i rapporti tra le due isole, sulla presenza di un folto gruppo di cavalieri siciliani che contribuiscono a realizzare un funzionale collegamento con la realtà politica ed amministrativa del Regno. Cavalieri che desiderano entrare nell’Ordine sia per «una domanda sociale di legittimazione aristocratica», sia per controllare importanti fonti di ricchezza quali sono le Commende.
Il dato nuovo che emerge è che la Sacra Religione utilizza l’isola siciliana, non solo come una retrovia logistica, ma anche come punto di riferimento per il funzionamento della sua Tesoreria. Il mercato del credito maltese, d’altronde, è un tutt’uno con quello siciliano, sviluppatosi grazie alla presenza di una fitta rete di relazioni commerciali gestita da mercanti di diversa nazionalità, ai flussi d’esportazione di frumento e d’altri prodotti come la seta o il formaggio verso le principali piazze europee, all’arrivo dei panni catalani ed inglesi che si distribuiscono anche nei più piccoli villaggi, alla presenza di banchi di deposito e giro gestiti da lucchesi, genovesi, maiorchini. Le Ricevitorie, quindi, rivestono un ruolo importante per la vita dell’Ordine e hanno una struttura funzionale identica nelle diverse regioni europee. La centralità della Sicilia nel meccanismo di funzionamento del sistema finanziario dell’Ordine caratterizza le peculiarità funzionali della sua Ricevitoria che, pur funzionando secondo gli schemi previsti dai capitoli dell’Ordine, diventa la chiave di volta necessaria per fare funzionare al meglio l’interscambio finanziario tra Malta e tutte le altre Ricevitorie sparse per l’Europa, e per garantire il flusso dei rifornimenti necessari alla sopravvivenza della struttura operativa maltese.
La Ricevitoria siciliana diventa un’istituzione di fondamentale importanza
La Ricevitoria siciliana è una realtà complessa, che si deve occupare non solo di problemi finanziari e amministrativi, ma anche di rapporti diplomatici con il Viceré. Inoltre, deve procurare i rifornimenti necessari per il funzionamento della flotta delle triremi e garantire l’approvvigionamento di Malta, assistere i confrati che per un motivo qualsiasi hanno bisogno di aiuto, vigilare sulle commende e far fronte a tante altre minute incombenze. Diventa, quindi, un’istituzione di fondamentale importanza sia per la stessa sopravvivenza dell’insediamento gerosolimitano nell’arcipelago maltese, sia per il mantenimento di un efficiente e funzionale collegamento tra il Tesoro di Malta e le strutture finanziarie delle diverse Ricevitorie sparse in tutta Europa.
Il Trasselli, in uno studio dedicato ad un banchiere genovese che opera a Palermo nel 1570, intuisce e segnala il ruolo della Sicilia nel funzionamento del sistema della finanza gerosolimitana. “Nel 1570, scriveva Trasselli, la Ricevitoria dell’Ordine a Palermo, retta da fra’ Onofrio Acciaiuoli, è già una banca che tiene i propri fondi presso un altro banchiere. L’Ordine, dunque, funzionava come una grandissima banca internazionale e le sue Ricevitorie come filiali…. Tra le ricevitorie di Palermo e di Barcellona esisteva una specie di conto di corrispondenza; senza muovere una sola moneta, l’Ordine lucrava i suoi 4 o 5 per cento più volte in un anno. Così esso finanziava Malta”.
La Conservatoria generale dell’Ordine per i trasferimenti di numerario definisce una prassi molto rigida, utilizzando canoni diplomatici e formali tipici delle Cancellerie degli stati europei. L’iter inizia con una lettera “comissionum” − detta anche bolla per gli aspetti formali che la assimilano a quel tipo di documento − del Gran Maestro indirizzata ai diversi Ricevitori sparsi per l’Europa, con l’indicazione delle somme che devono inviare a Malta, utilizzando come valuta di riferimento il ducato largo d’oro. Sono documenti su pergamena stilati dagli uffici che si occupano della gestione del tesoro dell’Ordine, utilizzando uno specifico formulario. Essi sono muniti di un sigillo di piombo pendente, oltre che delle necessarie sottoscrizioni da parte del Conservatore generale e del responsabile dei libri contabili. Copia del documento è registrata nei registri della Cancelleria come attesta la firma del vice Cancelliere.
Il Ricevitore che riceve la lettera di commissione del Gran Maestro deve risolvere in primo luogo il problema del reperimento delle somme richieste e, successivamente, assicurare il materiale trasferimento del denaro raccolto verso la Sicilia e quindi a Malta. Per raggiungere questi obiettivi, un Ricevitore non può fare altro che rivolgersi al mercato del credito, ovverosia ai banchieri e ai mercanti, i quali, utilizzando il circuito del credito commerciale, gli danno la possibilità non solo di reperire i capitali richiesti ma anche di inviarli rapidamente e in sicurezza a Malta, grazie all’utilizzo del cambio per lettera.
La Sicilia rappresenta l’anello di congiunzione necessario per fare funzionare questo meccanismo
La Sicilia rappresenta l’anello di congiunzione necessario per fare funzionare questo meccanismo. Le piazze di riferimento sono Palermo o Messina, sulle quali, grazie all’intermediazione dei mercanti, è spiccata la lettera, intestata al Gran Maestro e indirizzata al suo corrispondente in Sicilia. Il Ricevitore siciliano, quale delegato del Gran Maestro, incassa il corrispettivo nel conto comune Tesoro e opera secondo le direttive ricevute. Compiuta questa operazione potrà pagare beni e servizi forniti alla Sacra Religione in Sicilia, o spostare somme a Malta sia in denaro contante, sia utilizzando i flussi di credito dei mercanti siciliani che intrattengono affari con i loro corrispondenti maltesi.
Una lettera di cambio inviata da Londra a Palermo può meglio chiarire come funziona questo meccanismo. La lettera è stilata secondo un formulario basato su rigide norme consuetudinarie frutto delle esperienze dei mercanti banchieri. Traducendo in termini meno criptici il formulario adoperato, si comprendono meglio i termini dell’operazione messa in atto dal Ranson. Il 20 luglio 1532, a Londra, Giovanni Ranson (Rawson), Priore d’Irlanda (datore), versa, in moneta di conto inglese (lire), la somma da inviare in Sicilia in ducati d’oro larghi 507 ½, ad Antonio Vivaldi (prenditore), che spicca su Francesco Minochi e Vincenzo Thomei in Palermo (trattari) una lettera di cambio pagabile al Gran Maestro Filippo de Villiers (beneficiario) o ad un suo procuratore, in questo caso fra’ Simone de Bonanno. La lettera documenta l’esistenza di un’organizzazione permanente tra le diverse piazze di cambio, Londra e Palermo, basata su un efficiente circuito d’informazione in cui s’inserisce l’Ordine, tramite l’intermediazione siciliana gestita dal Ricevitore. La Sicilia, dunque, ha una sua precisa collocazione gerarchica e strutturale nell’“economia-mondo” e nella rete che si organizza intorno all’attività del cambio mediante lettera
Il Ricevitore ha due alternative
Il Ricevitore, incassate le somme a lui rimesse, ha due alternative o spenderle in Sicilia, in nome e per conto dell’Ordine, oppure le trasferisce su Malta. Anche in questo caso deve ricorrere al mercato del credito, e specificatamente ai mercanti che intrattengono rapporti di affari con i maltesi. Non potendo redigere una lettera di cambio, giacché non operabile se non su Palermo o Messina, il Ricevitore compensa crediti e debiti con versamenti effettuati tramite un banco che gestisce la Tesoreria. A questa riflessione è opportuno aggiungerne un’altra: la struttura siciliana è posta al vertice di una rete di Depositorie sparse in tutta Europa, con il compito di convogliare verso Malta le risorse finanziarie necessarie per supportare la sua funzione d’avamposto militare contro la pressione turca nei confronti dell’Occidente.
I Priorati coinvolti nelle diverse operazioni finanziarie sono quelli d’Irlanda, della Catalogna, di Leon e Maiorca, di Auvergne. Tuttavia, dalla documentazione esaminata emerge che il mercato finanziario principale al quale si rivolge l’Ordine per far fronte alle sue esigenze è quello catalano ed in particolare la piazza di Barcellona. Francesco Ferrer, definito nelle “narratio” degli atti che lo riguardano come «bajulino Majoricarum preceptoriarum nostrarum de Termes mansionis dei et detentores Ygybut, prioratus Cathalonie preceptori ac in eodem prioratu et civitate Barchinonie pro nostro comuni Thesauro Depositario et Receptori», è incaricato di rastrellare sul mercato finanziario della città catalana migliaia di ducati, con la precisa indicazione che, nel caso in cui non vi fossero le disponibilità nel tesoro della Ricevitoria, possa essere autorizzato a contrarre dei prestiti per far fronte alle richieste del Gran Maestro.
Gli elementi di forza di questa economia
Acquisito che i capitali necessari al consolidamento dell’Ordine nell’arcipelago maltese e al funzionamento della sua flotta e della struttura di governo sono reperiti principalmente sul mercato catalano, è necessario approfondire i meccanismi finanziari attraverso i quali si riequilibra la bilancia dei pagamenti maltesi. L’Ordine, per onorare i prestiti contratti, elabora una politica economica che, facendo perno su Malta, gli consente di reperire le risorse finanziarie necessarie a far fronte agli impegni assunti. Elementi di forza di questa economia sono: le rendite degli ampi possedimenti sparsi in tutta Europa; i bottini ricavati dalla guerra di corsa esercitata nei confronti delle navi e dei territori degli “infedeli”; il commercio degli schiavi; la gestione di trasporti marittimi sicuri, grazie all’uso di galeoni armati e con equipaggi addestrati a far fronte a ogni eventuale attacco nemico.
La disponibilità di navi da carico sotto il comando di cavalieri gerosolimitani, dà la possibilità all’Ordine di proporsi sul mercato palermitano dei noli, in alternativa ai tradizionali vettori, per il trasporto dei cereali dalla Sicilia verso l’Europa. Anche in questo caso il Ricevitore siciliano svolge un ruolo di primo piano nel collegare la piazza di Palermo con Malta dove sono ancorate le navi. I nomi dei “patroni” delle imbarcazioni mi fanno pensare che l’Ordine voglia favorire l’ingresso nel Mediterraneo della marineria atlantica la quale può offrire noli più bassi e, soprattutto, una migliore conoscenza delle rotte al di fuori dello stretto di Gibilterra.
Un network che andrà decadendo con la profonda trasformazione del ruolo del mediterraneo, della sempre minore incidenza del pericolo turco e del ruolo preminente che Francia e Inghilterra avranno nel contesto mediorientale.
Antonino Giuffrida
Fonti
D’Avenia F., Le commende gerosolomitane in Sicilia: patrimoni ecclesiastici, gestione aristocratica, in La Sicilia dei Cavalieri
D’Avenia F., Nobiltà “sotto processo”. Patriziato di Messina e Ordine di Malta nella prima età moderna, «Mediterranea. Ricerche storiche», a. I, n. 2, (2004)
Giuffrida A., La Sicilia e l’Ordine di Malta (1529-1550). La centralità della periferia mediterranea, Palermo, 2006
Minutolo A., Memorie del gran priorato di Messina, Messina, 1699