Stringersi gli uni agli altri illuminando insieme il giorno più buio dell’anno. Questo concetto è alla base tanto del Natale quanto delle ricorrenze pagane che ha sostituito
Stringersi gli uni agli altri illuminando insieme il giorno più buio dell’anno. Questo concetto è alla base tanto del Natale quanto delle ricorrenze pagane che ha sostituito
“Canto di Natale” di Charles Dickens è riconosciuto come la più importante opera letteraria sul Natale moderno, festività di cui l’autore rigenera le tradizioni in chiave laica e sociale
Edito da Dario Flaccovio e già disponibile nelle librerie, il testo di Dario Piombino-Mascali amalgama narrazione e divulgazione scientifica. Impreziosito dalla prefazione del critico letterario Salvatore Ferlita, il libro traccia una storia ricavata dalle ricerche scientifiche dell’autore, mescolando l’approccio antropologico dello scienziato con l’arte del raccontare tipica dei narratori siciliani, costruendo un filo rosso che corre dal rigore etnografico di Giuseppe Pitrè alla magia di Andrea Camilleri.
L’albero, il presepe, lo scambio dei doni, la Messa di mezzanotte, il cenone, le decorazioni, i mercatini e le giocate: cosa resta di tutto questo nell’anno della pandemia?
Concepita per l’esplorazione, nel 1492 la caravella era il vascello migliore per affrontare il viaggio che Cristoforo Colombo si apprestava a compiere.
L’esordio letterario dello scrittore americano avviene nel 2000, proprio con “Angeli e demoni” (giunto nel nostro Paese solo nel 2004), che – pur possedendo una trama più solida e razionale rispetto a “Il codice da Vinci” (edito nel 2003 sia negli USA che in Italia) – non riuscì ad emergere dal marasma dei romanzi di genere.
Si è svolta in streaming, visti i tempi, la presentazione dell’associazione Genía, nuova realtà artistica cittadina, e dei suoi obiettivi per il futuro. Dalla prima edizione del festival annuale “Prima onda”, al progetto “Inondazioni: memorie dal versante sud”.
Vissute nel periodo che va dal momento di massimo splendore al declino della famiglia Florio, Franca e Giulia rappresentano due facce opposte quanto complementari del ruolo rivestito dalla celebre dinastia nella società palermitana della Belle époque. In un periodo di mutamenti sociali, tra cui l’arrivo in Italia delle prime suffragette (nel 1903), il ruolo delle donne di casa Florio muta rispetto al secolo precedente.
Nato a Palermo il 18 marzo del 1883 e morto ad Épernay (Francia) il 6 gennaio del 1959, stando allo storico Vincenzo Prestigiacomo, il giovane rampollo di casa Florio avrebbe sviluppato la passione per i motori frequentando da giovane la casa del barone Guccia, primo palermitano a possedere un’auto.
La storia dei Florio rappresenta un capitolo fondamentale negli avvenimenti di Palermo e dell’isola, un’epopea che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra. Quella della famiglia Florio è una narrazione di altri tempi. Un’avventura generazionale che prende il via nella prima metà dell’era vittoriana, un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici.
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