il Bagno di sangue di Melbourne- non sempre è solo sport
Non è raro vedere, nel corso della storia recente, eventi storici testimoniati attraverso canali non obbligatoriamente accademici: gli eventi sportivi in questo caso sono il perfetto esempio di una coesistenza tra eventi storici e conseguenze tangibili che vanno oltre il semplice risultato sportivo.
Nazionalismi come quello Basco ad esempio sono, agli occhi di un osservatore attento, visibili sugli spalti del San Mames, casa dell’Athletic Bilbao; Partite come quella tra Argentina e Inghilterra al mondiale del 1986 erano indirettamente legate a eventi storici che avevano impregnato l’evento di un valore aggiunto (nello specifico caso la guerra delle Falkland del 1982). D’altro canto anche crisi politiche tra Usa e Urss durante la Guerra Fredda hanno avuto come testimonianza diretta i boicottaggi dei giochi olimpici da parte degli Stati Uniti nell’edizione del 1980 a Mosca e dei paesi del blocco sovietico nell’edizione del 1984 a Los Angeles.
Per tale motivo lo sport arriva ad acquisire un valore aggiunto, legato al contesto storico e sociale che porta a galla quindi un legame indissolubile tra Sport e Storia molto spesso sottovalutato o trattato in maniera parziale.
Un evento di portata storica fu certamente quello che riguarda una partita di Pallanuoto giocata nel 1956 in occasione della XVI edizione dei giochi olimpici, organizzati e disputati a Melbourne, Australia. La partita, giocata il 6 dicembre di quell’anno, vide contrapposte la nazionale Sovietica e la nazionale Ungherese.
La partita finì con un perentorio 4-0 per la selezione Magiara, ampiamente una spanna sopra le rivali nel girone finale e vincitrice della competizione.
La partita passò alla storia con un appellativo tale da far subito capire che il fulcro di tutto non fu lo strapotere Ungherese nella tradizione pallanuotistica: il Bagno di Sangue di Melbourne.
Non è un espulsione non data o un fallo non visto a scatenare la rissa, quella con l’URSS non fu neanche la partita decisiva: quella della matematica vittoria dell’oro olimpico sarà contro la Jugoslavia la giornata successiva.
Il vero motivo in realtà ci viene suggerito dalla data in cui viene disputata la partita: il 6 Dicembre del 1956; meno di un mese prima alcuni studenti Ungheresi a Budapest avevano sfidato apertamente il regime Sovietico scendendo in piazza e dando il via a quella che storicamente è conosciuta come Rivoluzione Ungherese; una sollevazione armata antisovietica che, soffocata nel sangue, provocò oltre 3000 vittime totali tra rivoluzionari e lealisti e che può benissimo essere vista come la prima avvisaglia della futura inarrestabile debacle del blocco sovietico dopo la morte di Stalin.
Mentre infuriavano gli scontri, la nazionale ungherese, per salvaguardare gli atleti, fu trasferita in Cecoslovacchia e successivamente imbarcata alla volta dell’Australia dove puntava a bissare il successo di 4 anni prima.
Sin dai primi minuti la partita fu visibilmente violenta con offese in russo alla nazionale Sovietica da parte degli atleti Ungheresi e sfociò in rissa aperta dopo il pugno del fuoriclasse sovietico Prokopov alla punta Magiara Zador che scatenò anche la reazione di numerosi spettatori che abbandonando il proprio posto cercarono di aggredire la squadra sovietica.
La partita venne sospesa a un minuto dalla conclusione superando immediatamente quel ”Iter narrativo “ che ha un evento prima di diventare iconico e identificativo per una Nazione, in questo caso specifico testimoniava al mondo intero, rimasto parzialmente o totalmente disinformato sugli eventi di Budapest, che si era generata una frattura insanabile al di là della cortina di ferro.
Per approfondire:
Nazioni Unite, Sui fatti d’Ungheria: testo del rapporto del Comitato speciale dell’ONU, A cura della Presidenza del Consiglio dei ministri, Servizio dell’informazione, Centro di documentazione, 1957
Irving David; Ungheria 1956: rivolta di Budapest, Mondadori, 1982
Malfatti Franco Maria, La crisi del comunismo e la rivolta in Ungheria, Edizioni Cinque Lune, 1956.
Ervin Zador: Blood in the water, in The Independent, 2 dicembre 2006.
Nicola Sellitti, Prokopov e la gomitata della discordia, su it.rbth.com, 29 agosto 2014.