Genitori, raccontate più fiabe ai vostri figli: l’immaginario dei bambini è a rischio ai tempi del Covid-19?
I bambini sono i primi ad adattarsi ai cambiamenti ma è necessaria una sana interazione degli adulti nel processo di assorbimento. Le fiabe e le favole aiutano a sviluppare l’immaginazione dei più piccoli
La capacità di adattamento dei bambini alle misure anti Covid-19
I bambini osservano, emulano e assorbono tutto ciò che proviene dal mondo degli adulti, anche le angosce.
All’inizio della diffusione del Covid-19 si è dovuto spiegare ai più piccoli perché fosse necessario restare a casa, adesso è necessario controllare gli effetti che il distanziamento sociale prolungato per tanti mesi ha provocato alla loro crescita emotiva.
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L’aumento della “fobia scolare” è tra le conseguenze maggiormente riscontrate dagli esperti nei nuclei familiari in cui il genitore ha trasmesso le proprie attenzioni con angoscia. È il caso dell’applicazione delle regole quotidiane contro il Covid-19: usa la mascherina, non tenere per mano il compagno, non mangiare una merenda in comune, non usare gli stessi colori.
La capacità di adattamento dei più piccoli nel rispetto delle nuove regole e nell’affrontare qualsiasi situazione imprevedibile, come quella del Covid-19, è da sempre sotto la lente di ingrandimento degli esperti che ne studiano gli effetti. Questi non saranno per la maggior parte visibili a breve termine ma solo in fase di adultizzazione.
La risorsa infallibile, per i bambini, è quella che gli adulti dimenticano con maggiore facilità: l’immaginazione. Questa può essere stimolata e prodotta attraverso l’uso delle parole. E quale miglior maniera per allenarla se non con i racconti delle fiabe e favole?
I disegni in cui i più piccoli hanno immaginato il mostro cattivo, il virus, nella sua forma e colore, trasponendo così i pensieri cattivi e le paure dalla mente al foglio da colorare ne sono la più lampante dimostrazione.
L’uso smodato di tv e internet danneggia l’immaginario
«Molti bambini hanno perso la possibilità di vivere la famiglia allargata, con nonni, cugini e altre figure rassicuranti. A questa mancanza molti genitori hanno tentato di sopperire lasciandoli liberi di usare strumenti elettronici» ha sottolineato la psicoterapeuta Maria Lisma. Niente di più sbagliato.
Molti bambini ormai formano i contenuti delle storie attraverso delle immagini già preconfezionate dai programmi tv. Questo fa sì che la loro capacità di formulare l’immaginario personale venga ridotta notevolmente.
«Raccontate fiabe ai bambini» è il monito che l’esperta lancia agli adulti. Per fare ciò è importante non privare il piccolo della magia della parola.
Le osservazioni della psicoterapeuta: «I bambini, quando ascoltano una fiaba, pretendono che il genitore la ripeta nello stesso modo. Questo ha un effetto di rassicurazione su di loro, così come il lieto fine nonostante le trame più o meno travagliate».
Immaginare è fondamentale, perché attraverso le immagini prendono forma i sogni.
Nelle fiabe anche la paura di essere abbandonati dai genitori, come nella storia di Hänsel e Gretel riportata dai fratelli Grimm, viene esorcizzata, e il motivo è dimostrato: nella magia del racconto orale si crea una relazione tra chi narra e chi ascolta, il primo è il genitore che con la sua presenza rassicura il bambino che quello che ascolta non accadrà a lui.
Inevitabile constatare però, che la pratica del racconto orale è ormai in disuso.
Le genitorialità è un processo irreversibile, che richiede un’assunzione di responsabilità continua.
«Il bambino non chiede di nascere – ha precisato Lisma – ma, nel momento in cui viene al mondo, inchioda la responsabilità di accudimento, di gioco, di condivisione». Ecco che entra in gioco la scala delle priorità.
La psicoterapeuta lancia così degli interrogativi: «Cosa metto al primo posto in questo momento? La mia frustrazione per non potere uscire, oppure il tentativo di salvare questo tempo nella memoria dei bambini? Noi costruiamo ricordi, nel vivere noi costruiamo memoria».
Nel costruire la memoria semantica o emozionale dei bambini è bene tenere a mente che quella di questo ultimo anno, minacciato costantemente dal Covid-19, potrebbe essere relegata ad uno smartphone o al tablet.
Qui si svela l’importanza del racconto. La fiaba salva i sogni dei bambini secondo una tradizione orale che affonda le radici nella notte dei tempi. Questo è quello che succedeva nella Palermo araba dove i bazar venivano popolati dai cantastorie che raccontavano le meravigliose storie de Le mille e una notte, cui si aggiungono le avventure di Giufà. Tutte storie raccontate a memoria, lasciando spazio all’immaginazione.
Queste e altre storie sui cantastorie sono approfondite nel libro La vita in Sicilia al tempo degli emiri di Gaetano Basile ,Dario Flaccovio editore.