Pandemia o infodemia?
Eccesso di informazioni, difficoltà di filtrarle, invasione delle fake news: quando il virus contagia anche le parole
Uno dei problemi che ci troviamo ad affrontare oggi è quello di capire se le difficoltà che incontriamo in termini di reazione alla pandemia siano frutto della carenza di informazioni o del loro eccesso.
Questa sorta di “metaincertezza” si rispecchia nel dibattito attuale, collegando le dichiarazioni di un ministro che critica la scarsa capacità degli scienziati nel fornire “certezze inconfutabili” alla domanda del filosofo su come abbiamo potuto accettare, “soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare”, di rinunciare a spazi indispensabili di libertà.
Su un altro versante specialisti intervengono per dire che altri specialisti farebbero bene a non intervenire con informazioni poco affidabili. E intanto fake news proliferano sul virus creato in laboratorio, sulla sua diffusione pianificata a scopi geopolitici e sull’efficacia di terapie miracolose.
In questi casi l’incertezza è alimentata dal moltiplicarsi incontrollato di quasi-informazioni che obbligano a dedicare tempo prezioso a verificarne la consistenza. E questo solo per scoprire che nel frattempo altre pseudo-informazioni si sono ammassate sulla soglia.
La frontiera tra informazioni e non-informazioni si mescola ai più alti livelli, al punto da creare danni gravi quando bias e perturbazioni coinvolgono le fonti cui si concede il sommo grado di affidabilità: i pronunciamenti governativi e le pubblicazioni della comunità scientifica. All’atto della promulgazione dei primi DPCM e ordinanze regionali, i giuristi rilevavano come le formulazioni adottate si prestassero a interpretazioni contraddittorie o, in alcuni casi, minacciassero sanzioni che non erano in grado di comminare. Ed esperti di studi medico-scientifici notavano come paper che cavalcavano l’hot topic della pandemia (ad esempio identificando somiglianze tra le proteine di superficie del virus attuale e quello dell’HIV o fornendo rating di letalità indimostrabili) si fossero rivelati flawed, fino a venire ritirati dopo la loro prima pubblicazione anche su riviste blasonate.
Il risultato è che agli effetti della pandemia e delle misure per contenerla si affiancano le conseguenze di una patologia accessoria ma virulenta, quell’infodemia (infodemic) che nel 2003 David Rothkopf affermava aver trasformato, nel caso della SARS, una “pasticciata crisi sanitaria regionale cinese in una débâcle economica e sociale globale”. Fatte le debite proporzioni, sarebbe rischioso affermare che nel caso specifico la proliferazione incontrollata di informazioni abbia provocato più danni del Covid-19. O che l’attuale confusione sia da attribuire ad una mera perturbazione informativa. E tuttavia, poiché caratteristica dell’infodemia è quella di sganciarsi dalla portata di un fenomeno amplificandone comunque gli effetti, diventa urgente capire come predisporre tecniche di protezione e prevenzione dai pericoli che comporta.
Nel caso attuale, l’incertezza che rende difficile le decisioni potrebbe esser ridotta attraverso pratiche di infovigilanza (infoveillance). Che non vuol dire istituire task force governative contro le fake news (che avrebbero qualche difficoltà a comprendere il proprio mandante tra gli oggetti di debunking), ma puntare ad una diagnostica della patologia in corso. Vale a dire a prender anzitutto coscienza del fatto che, ai vari livelli della comunicazione pubblica, non si è ancora aperta neppure una questione sul come le informazioni debbano essere acquisite, trasmesse e elaborate in tempi di crisi.
Riferimenti:
Intervista di M. Guerzoni al Ministro Boccia in <<Corriere della sera>>, 13 aprile 2020, consultabile al link: https://www.corriere.it/politica/20_aprile_13/boccia-chi-vuole-riaprirene-sara-responsabilee-ora-scienziati-diano-risposte-chiare-bd518522-7dc6-11ea-bfaa-e40a2751f63b.shtml
Agamben, Una domanda, testo consultabile al link: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-una-domanda e Id., Sul vero e sul falso, testo consultabile al link: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-sul-vero-e-sul-falso
Casarotti, Criminalizzare chi fa jogging e passeggiate: l’ordinanza dell’Emilia-Romagna sotto la lente del giurista, in <<Giap>> 20 Marzo 2020 e Id., Dalle denunce penali alle supermulte: le nuove sanzioni per chi cammina «senza motivo» analizzate da un giurista (spoiler: di dubbia costituzionalità), in <<Giap>>, 3 Aprile 2020. Entrambi consultabili al link: https://www.wumingfoundation.com/giap/tag/luca-casarotti/
J.P.A. Ioannidis, Coronavirus disease 2019: The harms of exaggerated information and non-evidence-based measures, in <<Eur J Clin Invest>> 50 (2020).
J. Rothkopf, When the Buzz bites Back, in <<Washington Post>>, 11 Maggio 2003, consultabile al link: http://www1.udel.edu/globalagenda/2004/student/readings/infodemic.html
Eysembach, Infodemiology and Infoveillance: Framework for an Emerging Set of Public Health Informatics Methods to Analyze Search, Communication and Publication Behavior on the Internet, in <<J Med Internet Res>>, 11 (2009).
N. Grandi e A. Piovan, I pericoli dell’infodemia. La comunicazione ai tempi del coronavirus, in <<Micromega>> 26 marzo 2020. Testo consultabile al link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/i-pericoli-dell’infodemia-la-comunicazione-ai-tempi-del-coronavirus/