Il cerimoniale, questo sconosciuto: il mancato saluto alla bandiera di Mario Draghi
Piccolo viaggio nella grammatica di un mondo diviso tra evoluzione e un forte ancoraggio alla tradizione
Il percorso che contraddistingue le diverse fasi che portano all’individuazione e all’insediamento del Presidente del Consiglio è scandito e regolato da un puntiglioso cerimoniale che avvolge i protagonisti in una impalpabile rete, dalle cui maglie è molto difficile sfuggire.
In tanti ci hanno provato senza riuscirci, in quanto il “palazzo”, con le sue regole, ben presto s’impone e ricolloca tutti nelle caselle istituzionali.
Un esempio per tutti è quello di sfuggire all’uso di mezzi di trasporto di Stato (auto, aerei o altri mezzi di locomozione) che in moltissimi tentano di realizzare all’inizio del loro mandato. Un tentativo immediatamente viene stroncato dal cerimoniale e dagli addetti alla sicurezza.
Che cosa è quindi il cerimoniale? Come si può definire? In realtà ci troviamo di fronte ad una difficoltà obiettiva di formulare una definizione specifica. Ricorriamo perciò ad una riflessione estrapolata dal volume “Norme e consuetudini di cerimoniale”, edito dal Senato della Repubblica:
“Il Cerimoniale è il complesso insieme di linguaggio, condotta e simboli attraverso il quale le istituzioni affrontano le relazioni intersoggettive. Il protocollo costituisce la parte delle regole grammaticali del linguaggio fatto di condotte, significati e segni. È cioè, la disciplina sistematica dei criteri e dei principi, nonché la struttura precettiva stessa della manifestazione esterna dei soggetti dell’ordinamento, in modo conforme alla Costituzione, allo spirito e ai principi generali da essa posti e all’intero ordinamento giuridico. Attraverso la forma protocollare si rende palese l’organizzazione complessa dello Stato-ordinamento. Il protocollo è dunque manifestazione della sostanza, è lo Stato-ordinamento che si mostra” (F. Piazza, Polizia moderna, 2006 pp. 16 e sgg.).
Come tutte le lingue, il cerimoniale si evolve, si adatta ai cambiamenti e inventa formule nuove e costrutti grammaticali in grado di affrontare l’evoluzione degli eventi, il mutare degli strumenti di comunicazione e, soprattutto, della struttura dell’aggregazione delle componenti sociali.
I responsabili del cerimoniale sono i protagonisti silenziosi di tutti i più importanti momenti della nostra vita di cittadini, e costituiscono una rete invisibile che fa capo ad una struttura a tre punte formata dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato e dalla Camera dei deputati.
I manuali pubblicati da questi tre enti raccolgono circolari, istruzioni, schemi di assegnazione di posti in occasione di eventi pubblici e costituiscono il “verbo” per l’articolata galassia di tutti gli altri, enti pubblici e privati. Quindi un linguaggio che ha una sua grammatica codificata e che permette ai partecipanti all’evento di potere rappresentare i propri ruoli istituzionali e sociali senza conflitti.
Il giuramento di Draghi è un’ottima occasione per verificare il conflitto tra il linguaggio standard del cerimoniale e le necessarie nuove articolazioni legate alle limitazioni imposte dal Covid. Distanziamenti, mascherine, fotografi estratti a sorte, telecamere contingentate e assenza dei familiari hanno trasformato la cerimonialità del giuramento davanti al Presidente della Repubblica in modo radicale. Basta scorrere le immagini dell’insediamento Conte per percepire i cambiamenti.
Inoltre, il mancato saluto di Mario Draghi alla bandiera nel momento del suo ingresso a Palazzo Chigi mostra come gli riesca difficile coniugare un linguaggio che non ha praticato e che deve metabolizzare.
I tre momenti di comunicazione previsti in questo momento particolare, infatti, sono:
- omaggio alla bandiera (quindi affermazione del principio democratico fondamentale che il Presidente del Consiglio, sino al momento in cui godrà della fiducia del Parlamento, è il principale servitore dello Stato);
- rassegna di una compagnia di militari di tutte le armi (rappresentazione visiva del giuramento di fedeltà delle forze armate alla Repubblica e del suo rappresentante, il Presidente del Consiglio);
- accompagnamento musicale da parte della banda che scandisce i momenti salienti della cerimonia propedeutica all’ingresso del Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi volta a scandire anche sonoramente i diversi momenti della cerimonia.
Ancora una volta il cerimoniale dimostra la sua capacità di adattamento e, contestualmente, di saldo ancoraggio alle tradizioni, elaborando nuove varianti per comunicare il messaggio istituzionale anche in tempi di pandemia.
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