Vivere da nobili nella Palermo antica, o della fascinazione sulla via della storia
La nuova pubblicazione di Palermo University Press domani alle 17 allo Steri
Quando si fa ricerca d’archivio, è noto, nella stragrande maggioranza dei casi si incappa in documenti non previsti, che aprono percorsi affascinanti e inaspettati.
Così è accaduto anche a Luisa Chifari e Ciro D’Arpa, architetti del Centro regionale progettazione e restauro e autori del volume “Vivere e abitare da nobili a Palermo tra Seicento e Ottocento“, edito da Palermo University Press, che verrà presentato domani, venerdì 10 gennaio, alle 17, alla Sala delle Capriate dello Steri.
Un viaggio a ritroso del tempo, impreziosito dai contributi di Gioacchino Lanza Tomasi e Maria Concetta Di Natale (quest’ultima direttore della collana Artes, in cui è inserita la pubblicazione), che ha portato gli autori a una vera e propria fascinazione sulla via… della storia.
“È stato davvero un lavoro durissimo, che va avanti dal 2016, sia per le condizioni critiche in cui si trovavano i documenti sia per l’uso di termini arcaici, che abbiamo dovuto smorfiare nel vero senso della parola. Però – confessa Luisa Chifari – adesso non riesco più a guardare Palazzo Mazzarino con gli occhi di una contemporanea. Immagino mobili, suppellettili e tutto quello che è stato riportato negli inventari”.
Oggetto di analisi sono stati, infatti, gli inventari testamentari e patrimoniali che i Branciforti, principi di Scordia, fecero stilare nell’arco di tre secoli (XVII-XIX) per garantire la trasmissione, di generazione in generazione, dei beni di famiglia. Oltre a creare un prezioso database, il lavoro ha portato a delineare una vera e propria storia dell’arte e del costume locale attraverso mobili, abbigliamento, tappezzerie.
“Non soltanto quelli che si trovavano a Palazzo Mazzarino – continua l’autrice – ma anche gli oggetti disseminati nelle case di campagna, ad esempio. È stato emozionante trovare testimonianza del tipo di mobile descritto minuziosamente nell’inventario in luoghi come Palazzo Mirto. È riemerso un mondo di oltre 7.500 dati estrapolati da nove diversi elenchi che vanno dal 1611 al 1964″.
Il volume è articolato in due parti: la storia di Palazzo Mazzarino attraverso questo specialissimo punto di vista e una seconda parte composta da monografie su mobili, stoffe, gioielli.
“È doveroso – conclude Luisa Chifari – ringraziare gli attuali proprietari del palazzo, Marida e Annibale Berlingieri, per la loro completa ed entusiastica disponibilità a far si che la loro dimora sia ora un patrimonio di conoscenza e bellezza per tutti”.
Ma un ringraziamento va anche agli autori, che hanno restituito, e non soltanto alla comunità scientifica, una storia inedita. Raccontata silenziosamente dagli archivi.