Corolla Virginea. Testi, argenti e paramenti sul culto dell’Immacolata Concezione
Si è inaugurata martedì 5 dicembre alle 16.30 nella Sala della “Congregazione delle Missioni” della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana (Corso Vittorio Emanuele 429) la mostra “Corolla Virginea. Testi, argenti e paramenti sul culto dell’Immacolata Concezione”.
Una piccola ma significativa esposizione di manoscritti e testi a stampa dal XII al XIX secolo, patrimonio della Biblioteca, manufatti di maestri artigiani e paramenti sacri, che raccontano della tradizionale devozione all’Immacolata, particolarmente sentita in Sicilia e a Palermo in particolare. Significativo anche il luogo, avendo la Biblioteca sede nell’ex Collegio Massimo della Compagnia di Gesù, monumento in cui si trovano due preziose testimonianze artistiche di questa devozione mariana, un affresco fondatamente attribuito a Pietro Novelli e una statua opera sicura dei Serpotta.
La mostra è organizzata, promossa e patrocinata dalla Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”, dalla Associazione “Cassaro Alto”, dalla Città di Palermo, dalla Associazione “Ballarò significa Palermo”, dalla “Magistri Maragmae” Arts and Crafts e dal Progetto Diocesano “Albergheria e Capo insieme”.
L’esposizione è liberamente visitabile mercoledì 6 e giovedì 7 dalle 9.00 alle 17.30, e da lunedì 11 a venerdì 15 dalle 9.00 alle 17.30, sabato 16 e domenica 17 dalle 11.00 alle 20.00.
In Sicilia la festività dell’Immacolata, portata dai monaci bizantini, ebbe subito larga diffusione. Lo storico Antonino Mongitore in Palermo divoto di Maria afferma che già nel 1323 quella della Conceptioni di Maria era festa di precetto a Palermo, precisando altresì che tale devozione era così antica in questa città da “non sapersi l’incominciamento”. Nel 1624 la festa venne onorata per la prima volta ufficialmente dalle autorità cittadine, il Senato palermitano fece allora voto di difendere la dottrina dell’Immacolato Concepimento, giurando pubblicamente di essere pronto a spargere il proprio sangue per l’Immacolata, venerata come patrona della città e dell’intera Sicilia. Questo rito fu detto “delle cento onze”, con riferimento alla somma inizialmente destinata alla chiesa di san Francesco d’Assisi per la realizzazione degli arredi della cappella a Lei consacrata; il voto sanguinario è rinnovato ogni anno a Palermo, e in altri centri di Sicilia, segno della grande devozione che il popolo, la Chiesa e le Autorità tutte dell’isola hanno per la Vergine Maria. Nel giorno del digiuno che precedeva la solennità, i Padri gesuiti uscendo dal Collegio Massimo percorrevano in doppia fila il Cassaro si recavano alla chiesa di San Francesco per ripulirla e riordinarla. Il giorno dopo, una solenne processione, cui partecipavano tutte le autorità, accompagnava la statua della Madonna alla Cattedrale, ove rimaneva per otto giorni prima di essere riportata nella chiesa di S. Francesco d’Assisi, seguita da altra solenne processione.