Shoah, lo Schindler siciliano: “Dalla Sicilia a Dachau”, la storia del favarese Calogero Marrone in streaming dal Museo Pasqualino
Questo pomeriggio alle 17, dalla pagina Facebook del Museo delle marionette Antonio Pasqualino, va in scena lo spettacolo di opra dei pupi “Dalla Sicilia a Dachau” per ricordare la storia del siciliano Calogero Marrone. Salvò centinaia di ebrei ed antifascisti fornendo loro documenti falsi
“Dalla Sicilia a Dachau” in streaming per il Giorno della Memoria
In occasione Giorno della Memoria, questo pomeriggio alle 17 il Museo delle marionette Antonio Pasqualino trasmetterà, in diretta streaming sulla pagina Facebook, lo spettacolo “Dalla Sicilia a Dachau”, della Compagnia marionettistica popolare siciliana.
In scena le eroiche vicende del favarese Calogero Marrone, che, con il suo lavoro da impiegato al comune di Varese, mise a repentaglio la sua vita pur di salvare quella di centinaia di ebrei ed antifascisti.
Così la Compagnia propone spettacoli di opera dei pupi “antimafia”, trasferendo la forza espressiva e comunicativa della tradizione dei pupi siciliani al servizio dell’impegno civile.
Chi era Calogero Marrone
Calogero Marrone è nato a Favara (Agrigento) il 12 maggio 1889. Dopo avere combattuto nella Prima guerra mondiale con il grado di sergente, venne impiegato, in quanto reduce, presso il suo comune di nascita come segretario della Sezione combattenti e reduci.
Con l’avvento del fascismo rifiutò di iscriversi al partito e per questo scontò alcuni mesi di prigione. I suoi ideali attirarono le ire dei notabili del paese. Nel 1931, Marrone vinse un concorso al comune di Varese: accompagnato dalla moglie Giuseppina e dai quattro figli, Filippina, Salvatore, Dina e Domenico, lasciò la Sicilia.
Nel giro di pochi anni, grazie alle sue elevate capacità professionali e alla sua dedizione al servizio pubblico, diventò capo dell’ufficio anagrafe di Varese. Da questa posizione di rilievo, mettendo a repentaglio la propria vita, Marrone riuscì a contribuire alle lotte della Resistenza italiana con il proprio lavoro di impiegato.
Lo Schindler siciliano, un “Giusto tra le nazioni”
Così come l’imprenditore tedesco Oskar Schindler salvò le vite di molti ebrei impiegandoli nella sua fabbrica, Calogero Marrone si servì del suo lavoro per fare lo stesso.
Durante l’occupazione nazifascista, Marrone, che faceva parte del gruppo partigiano “5 Giornate del San Martino”, rilasciò centinaia di documenti d’identità falsi ad ebrei e ad antifascisti, permettendo loro di salvarsi. Tradito da un delatore, decise di non fuggire per non mettere in pericolo la propria famiglia; venne arrestato il 7 gennaio 1944 da ufficiali della Guardia di frontiera tedesca. Il suo calvario iniziò nel carcere di Varese, dove, nonostante le torture, non rivelò nulla ai propri aguzzini.
Trasferito da un carcere all’altro, dopo una sosta nel lager di Bolzano-Gries, venne condotto nel campo di sterminio di Dachau. Vi morirà, ufficialmente di tifo, il 15 febbraio 1945.
A Varese, davanti all’ufficio anagrafe di Palazzo Estense, c’è una targa che ricorda Calogero Marrone.
La sua storia è stata raccontata dai giornalisti Franco Giannantoni e Ibio Paolucci nel libro “Un eroe dimenticato”, uscito nel 2002 per le edizioni Arterigere di Varese.
A gennaio 2013 la Commissione dei Giusti di Yad Vashem ha assegnato a Calogero Marrone il titolo di “Giusto tra le nazioni”.
Yad Vashem conferisce questo titolo ai non ebrei che durante la Shoah, disinteressatamente e a loro rischio e pericolo, salvarono la vita agli ebrei. Il riconoscimento viene assegnato sulla base delle testimonianze dei sopravvissuti o di testimoni oculari o su documenti attendibili.
Solo Favara, il paese siciliano in provincia di Agrigento da cui proveniva Marrone, aveva fatto erigere, ben prima del riconoscimento ufficiale, un monumento in ricordo di quel concittadino che ottant’anni prima aveva lasciato la sua terra di origine per servire a costo della vita una causa giusta.
Il comune di Favara nel ricordo del concittadino Calogero Marrone deportato a Dachau
Il comune di Favara non dimentica il concittadino Marrone, che con coraggio e con le uniche forze del suo lavoro ha sfidato il regime fascista per donare una via di fuga ad ebrei e antifascisti perseguitati.
«Sono estremante orgoglioso di essere compaesano di un uomo che ha dato tutto se stesso per salvaguardare la dignità umana durante il periodo fascista e l’occupazione nazista in Italia. Calogero Marrone – ha affermato Giuseppe Nobile, vicepresidente del consiglio comunale di Favara – è oggi più che mai una figura chiave che ci aiuta a comprendere come si possa essere a servizio della collettività svolgendo il proprio lavoro con coraggio e umiltà».