Dario Piombino-Mascali, le mummie e l’archeologia delle emozioni
Le mummie siciliane e l’archeologia delle emozioni: Dario Piombino-Mascali e il mondo visto da una cripta
Ha studiato i reperti di tutto il mondo. Ma il cuore dell’antropologo messinese è nella sua isola.
Le mummie per lui non hanno più segreti, anche se pensa che ci sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
Antropologo specializzato in mummiologia e paleopatologia, esploratore per National Geographic, ricercatore capo alla facoltà di medicina di Vilnius e curatore delle catacombe dei Cappuccini di Palermo: è Dario Piombino-Mascali, il massimo esperto di mummie siciliane e non solo.
«La prima volta che vidi le mummie in una cripta avevo circa 11 anni, con la mia famiglia visitammo le catacombe di Savoca. Ne rimasi affascinato. Poi – racconta – durante gli anni di dottorato ho avuto un buon maestro che mi ha insegnato l’importanza dello studio di questi corpi non soltanto da un punto di vista medico, ma anche culturale, simbolico e spirituale».
È stato proprio lo scienziato siciliano a scoprire il segreto nascosto dietro la perfetta conservazione del piccolo corpo di Rosalia Lombardo, la “bella addormentata” delle catacombe dei Cappuccini di Palermo, sfatando una serie di luoghi comuni.
Ne ha scritto un libro, “Il maestro del sonno eterno” per i tipi di La Zisa: una ricostruzione della vicenda che lega la bambina ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano tanto noto ai tempi in cui operava quanto caduto presto nell’oblio. E riportato alla luce proprio dalle ricerche di Piombino-Mascali: «La mummia è stata ben trattata – spiega – e gli studi hanno permesso di capire la causa di morte, infezione polmonare, e soprattutto hanno salvato il corpo dal degrado che lo caratterizzava da anni ormai».
«Bisogna comprendere che questo è un patrimonio da salvaguardare e che i morti devono essere rispettati»: un monito che lo studioso lancia alle istituzioni competenti attraverso la pubblicazione dell’ultimo libro, “Le catacombe dei Cappuccini. Guida storico-scientifica” edito da Kalós.
L’intento è tenere sempre alta l’attenzione verso un tesoro culturale a rischio di degrado se non viene salvaguardato secondo precisi criteri.
E Piombino-Mascali – ispettore onorario della Regione Siciliana per il patrimonio mummificato – le soluzioni per evitare il peggio le ha studiate bene.
«In questo libro ho raccolto tutto quello che so sulle catacombe. Ho tentato di rendere queste conoscenze specialistiche accessibili a tutti così che chiunque, dallo studente all’esperto, all’appassionato, possano capire cosa sta succedendo lì dentro – dice – dove il problema è l’ambiente che contiene le mummie». Secondo gli studi effettuati, infatti, è emerso quanto sia necessario per la conservazione dei corpi che la struttura sia dotata di un impianto di climatizzazione e che le casse vengano disinfestate contro l’invasione degli insetti.
A questo si aggiunge inoltre l’importanza fondamentale di un comportamento rispettoso anche da parte dei turisti che percorrono quei corridoi: «Non è solo un luogo di interesse culturale ma è soprattutto un cimitero» osserva lo scienziato.
«Penso che, dalla pubblicazione del libro, un progresso in termini di conservazione del sito non ci sia stato. Significa che dobbiamo insistere ancora di più. Speravo che il volume fosse un punto di arrivo, ma in realtà sarà solo un punto di partenza. Se adesso non ci sarà un miglioramento, bisognerà continuare».
La tenacia, del resto, non è mai mancata a questo scienziato che della sua passione ha fatto una professione.
«È vero che serve la scienza per trattare un corpo morto, ma serve anche l’arte»: con questa premessa, Piombino-Mascali ha sintetizzato lo studio di questi anni fatto anche di catalogazione e ispezione delle oltre 1800 mummie ospitate nelle catacombe dei cappuccini di Palermo.
Le conosce tutte, una ad una: «A volte ricevo messaggi per sapere dove si trova una mummia, e in un caso il dettaglio di una cassa che mi è rimasto impresso mi ha permesso di fornire la sua esatta collocazione».
«Sono particolarmente legato ai reperti del XX secolo. Quindi Rosalia, il fratello dell’imbalsamatore Salafia. cioè Ernesto, il viceconsole americano Giovanni Paterniti – racconta – poi mi interessano molto le mummie trattate chimicamente perché sono poche rispetto a quelle naturali».
Aggiunge anche qualche curiosità: «Mi affascina concentrarmi sui personaggi che rendono il sito particolare, quelli su cui si sono raccontate storie e leggende: come il vescovo Agostino Franco o il cosiddetto “uomo falena”, caratterizzato da un lenzuolo che sembra lo renda una farfalla notturna» e poi «anche frate Silvestro da Gubbio, si dice sia il più antico della collezione».
Nel 1599 infatti, i frati aprirono una vecchia sepoltura per dare spazio a nuove inumazioni: vi trovarono delle mummie, cioè dei corpi conservati naturalmente. Un evento che venne considerato una sorta di miracolo. Presto anche la nobiltà e la borghesia espressero la volontà di essere sepolti in questo luogo così importante, in odore di santità. Le catacombe sono state formalmente utilizzate fino al 1880 circa, quando una legge comunale ne bloccò le immissioni.
Quella studiata da Dario Piombino-Mascali è quindi una vera e propria archeologia delle emozioni a ritroso nel tempo. La Sicilia è traboccante di misteri legati alle mummie, dai siti di Savoca a quelli di Gangi e Novara di Sicilia, da Piraino a Santa Lucia del Mela, per citarne solo alcuni. E poi il famoso cranio di Comiso, su cui sono state rinvenute tracce di una trapanazione: una pratica chirurgica legata ad un trauma di cui il soggetto aveva sofferto e che aveva implicato una cura post operatoria. Una vicenda che dimostra come la comunità si fosse presa carico di un disabile.
«Le mummie hanno tanto da raccontarci dal punto di vista medico: abbiamo infatti rilevato la presenza di condizioni patologiche e ci hanno permesso di scoprire degli aspetti sociologici legati alla patologia stessa – continua – e quale fosse lo stato di salute della popolazione a seconda del periodo storico di riferimento».
Quelle dell’antropologo non sono indagini invasive, tiene a sottolineare, cioè non compie autopsie e dissezioni. «Non sappiamo se la persona volesse utilizzare il suo corpo in questo senso. Il corpo ha un valore sacro, inalienabile. Noi non ne possiamo disporre a nostro piacimento». Questo non significa che la scienza non debba progredire, precisa: a volte è necessario prelevare piccoli campioni. Ma sopra ogni cosa è importante nell’etica del suo lavoro rispettare i corpi.
Dario Piombino-Mascali ha studiato le mummie dei posti più remoti del mondo, ha tenuto conferenze e strette collaborazioni con le più prestigiose università ma ha la sua Sicilia nel cuore. Lui stesso si definisce “siciliocentrico”:
«Mi piace fare delle cose che possano creare del benessere e consapevolezza qui – commenta- e nella mia visione delle cose c’è sempre la Sicilia al centro. Quindi anche questo aspetto legato mummie e scheletri lo faccio nell’ottica di poter aiutare la mia isola. Ai giovani siciliani dico: date il massimo, girate il mondo, ma ritornate».