Decreto riaperture 2021 tra cambiamenti e perplessità
Nel corso di queste settimane ha tenuto banco il cosiddetto Decreto riaperture, che permetterà ai lavoratori, soprattutto gli esponenti del settore della ristorazione, di poter riaprire le porte dei propri esercizi commerciali ai clienti.
Tra le altre attività contemplate nel nuovo decreto si è parlato della riapertura delle palestre. Tuttavia le decisioni del governo hanno destato controversie e perplessità tra gli esperti che in queste settimane si sono pronunciati sulla faccenda, mettendo in dubbio l’operato dell’esecutivo e del presidente del Consiglio Mario Draghi.
Decreto riaperture: la situazione pandemica in Italia
Dopo che nelle ultime tre settimane l’indice di trasmissibilità Rt è costantemente cresciuto, sia pur di poco, è stata registrata registra un’inversione di tendenza.
L’altra buona notizia è che cala anche l’incidenza settimanale dei casi ogni 100 mila abitanti che oggi scende sotto 100 per la prima volta da mesi: la proiezione è di 96. Per quanto riguarda i numeri delle regioni, la Sardegna è quella con l’Rt più basso: 0.7 mentre solo Molise e Umbria hanno un dato puntuale sopra l’uno: Molise 1.08 e Umbria 1.03 (entrambe peraltro con il limite inferiore sotto l’uno).
Oltre l’Rt in queste ultime settimane è possibile riscontrare un calo dei ricoveri e delle terapie intensive. Meno di 6 mila casi, le terapie intensive e i ricoveri ancora in discesa e, per la prima volta da sette mesi, il numero delle vittime per il Covid in Italia in 24 ore che scende sotto i cento: sono 93 quelle registrate nel bollettino del ministero della Salute, l’ennesimo segnale del calo della diffusione del virus ma soprattutto dell’efficacia dei vaccini nel ridurre le ospedalizzazioni e i morti. Ciò ha portato alla pianificazione delle riaperture graduali di vari esercizi commerciali e attività.
Cosa cambia in Italia con l’ultimo decreto?
Dal Consiglio dei Ministri arriva un’accelerazione sulle riaperture. La bozza, esaminata dalla cabina di regia, prevede una serie di novità. Il governo ha scelto di anticipare l’apertura delle palestre dal 1° giugno al 24 maggio, e dei parchi tematici dal 1° luglio al 15 giugno mentre resta fissata al 1° giugno la ripartenza di bar e ristoranti al chiuso: ma rispetto al vecchio DPCM potranno farlo anche a cena.
Su proposta del premier Mario Draghi, il coprifuoco sarà spostato dalle attuali 22 alle 23 e il nuovo orario entrerà in vigore mercoledì 19 maggio, cioè il giorno dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale. Nella cabina di regia il presidente Mario Draghi ha inoltre proposto un ulteriore allentamento: dal 7 giugno il coprifuoco potrebbe essere spostato alle 24, per poi sparire definitivamente, sempre se i dati dei contagi lo permetteranno, dal prossimo 21 giugno. Dal primo giugno novità anche per le attività di ristorazione. Nei bar si potrà consumare di nuovo al bancone (al chiuso). Dalla stessa data si tornerà a mangiare anche nelle sale interne dei ristoranti, sia a pranzo che a cena.
Cosa dice il decreto sulla situazione di palestre e piscine?
Il decreto al momento in vigore prevedeva la riapertura delle palestre dal 1° giugno. Il governo anticipa il via libera già dal 24 maggio. Tuttavia piscine al chiuso e centri benessere, invece, potrebbero riaprire solo dal 1° luglio.
“È una decisione allucinante. Il Cts e il governo – protesta Paolo Barelli, presidente della Federnuoto – così facendo mettono completamente in ginocchio un settore già in crisi. La cosa più grave è che lo fanno senza un motivo. In un momento in cui i dati migliorano, e si riapre giustamente più o meno tutto, si rinvia di un mese l’apertura delle piscine. Evidentemente pensano che il Covid si nasconda nel cloro”.
Le modalità sono quelle già note con il distanziamento durante l’attività di 2 metri secondo il protocollo già definito dal Dipartimento Sport. Sarà possibile utilizzare gli spogliatoi, ma non le docce. La riapertura segue quella che ha già consentito di riavviare l’attività all’aperto. Per accedere agli impianti sportivi come le piscine sarà necessario fornire un tampone rapido entro le 48 ore, o certificato di vaccinazione, oppure quello di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. Ovviamente le attività che rimangono “predilette” sono quelle all’aperto come il jogging, le escursioni e andare in bicicletta, che fino ad ora sono rimaste le uniche attività sportive praticate dagli italiani.
Ristorazione e matrimoni: la ripresa dal 15 giugno
Secondo quanto riportato nel decreto, dal 15 giugno potranno riprendere anche feste e ricevimenti di matrimoni, battesimi, lauree. Insomma, dopo cerimonie civili e religiose si potrà tornare a festeggiare, anche al chiuso, con parenti e amici.
Il numero degli invitati per gli eventi all’aperto e al chiuso dovrà essere stabilito dal Comitato tecnico scientifico e tutti i partecipanti dovranno avere il “green pass”, vale a dire o il certificato di vaccinazione, o quello di avvenuta guarigione o un tampone negativo fatto nelle 48 ore precedenti. Si tratta del primo settore che sperimenta il pass già in vigore per spostarsi tra le zone di diverso colore ed è probabile che più si andrà avanti con le vaccinazioni e più verrà esteso ad altre attività, a partire da convegni e congressi che, in caso, partirebbero dal 15 giugno e non dal 1° luglio. Il governo sta inoltre valutando la possibilità di estenderne la validità a 9 mesi dai 6 attuali.
Ancora stop alle discoteche
Anche le attività di ristorazione riprenderanno, così da permettere di poter riassaporare quell’agognata normalità, che da tutti era attesa. Tuttavia rimane ancora il punto interrogativo su alcune attività come le discoteche, che continuano a rimanere chiuse.
Ma i gestori protestano: “Basta essere trattati come untori, meritiamo rispetto. Riapre tutto – attacca Gianni Indino, presidente del Silb, sindacato dei locali da ballo dell’Emilia Romagna – fuorché le discoteche, è una cosa vergognosa e intollerabile: e non ci vengano a dire che siamo noi la causa della ripresa dei contagi, perché non è vero. Ci sono centinaia di famiglie che non sanno più come portare a casa la pagnotta. Finora siamo sempre stati buoni, adesso stiamo pensando ad azioni eclatanti”.
Decreto riaperture: il parere degli esperti
La decisione del governo sulle riaperture previste da maggio e per il mese prossimo ha destato un notevole dissenso tra virologi ed esperti. Tra i nomi noti come Galli, Crisanti, Pregliasco e Burioni vi è una grande perplessità dovuta all’allentamento delle misure restrittive.
“I numeri non giustificano queste mosse. Purtroppo siamo governati da persone non hanno studenti conoscitivi giusti e nel Cts le persone ragionevoli sono in minoranza” ha dichiarato in un’intervista a Radio Capital Andrea Crisanti.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Massimo Galli, primario del Sacco di Milano, che ha affermato: “Mario Draghi sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una. A me piacerebbe tantissimo far parte della schiera secondo cui l’Italia è messa benissimo, ma purtroppo non è così”.
Di avviso differente è Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie onfettive dell’ospedale San Martino di Genova, che ha però invitato gli italiani alla massima attenzione e alla prudenza, così da evitare nuovamente l’incubo zona rossa.