Dimensioni e problemi della ricerca storica
Le strette interrelazioni e le reciproche contaminazioni e sovrapposizioni tra poteri civili e poteri ecclesiastici hanno una straordinaria cartina di tornasole nella realtà delle monarchie europee in età moderna. Gli autori dei saggi contenuti nel numero 2 dell’annata 2015 della rivista Dimensioni e problemi della ricerca storica del Dipartimento di Storia, Culture, Religioni della Sapienza Università di Roma – dal titolo Ecclesiastici al servizio del Re tra Italia e Spagna (secc. XVI-XVII) a cura di Elisa Novi Chavarria – rivolgono la loro attenzione al sistema imperiale spagnolo – nella cui scena politica religiosi ed ecclesiastici recitarono ruoli di primissimo piano e il cui sistema di corte era innervato di pratiche, linguaggi, rappresentazioni, forme del potere dal carattere innegabilmente sacrale e in particolare ai regni italiani.
Ida Mauro, autrice del saggio Un’Elite cattolica? Mobilità dei vescovi regi del Regno di Napoli (1554-1707) (pp. 25-43), prende in esami i complessi rapporti col potere regio di un vero e proprio corpo specializzato costituito dai vescovi delle 25 diocesi di patronato regio del Regno di Napoli, che sovente furono per la Corona strumento prezioso di esercizio della politica. Sara Caredda in Vescovi regi e linguaggio del potere nella Sardegna spagnola. La committenza artistica di Diego Fernandez de Angulo (1632-1700) (pp. 73-97) mostra come analoghe dinamiche politiche avvennero anche nel Regno di Sardegna, dove dal 1531 le diocesi erano sottoposte al patronato regio, e come tra gli strumenti di veicolazione di una immagine forte della Corona vi fosse anche la committenza artistica. E ancora Silvia Canalda i Llobet in Estrategias visuales de promocion del cardenal Portocarrero por tierras de Italia (1669-1679) (pp. 99-119) pone l’attenzione sull’utilizzo dell’arte da parte del Portocarrero, vicerè di Sicilia e ambasciatore presso la Santa Sede, per la promozione della sua immagine e di quella della Corona.
In Lealtà alla prova: Casa, Monarchia, Chiesa. La carriera politica del cardinale Giannettino Doria (1573-1642) (pp.45-72), Fabrizio D’Avenia delinea alcuni straordinari caratteri della figura di Doria. Egli giocò un ruolo importantissimo nella Monarchia spagnola: fu uno di quei cardinali fedeli alla Corona che, pienamente inseriti nell’aristocrazia sovranazionale, non ricoprirono solo ruoli importanti dal punto di vista ecclesiastico ma anche da quello politico, tanto sul versante diplomatico e istituzionale, quanto su quello militare. E Giulio Sodano, nel saggio Tra politica e religione: le riflessioni di un vescovo regio sul duello (pp.121-143), presenta la figura del teatino Gregorio Carafa, un «cadetto di cadetti» di un ramo secondario dell’importante famiglia napoletana, che, tuttavia, compì una notevole ascesa all’interno dell’universo sociale e politico della Napoli del XVII secolo, fino a divenire vescovo di Salerno nel 1664. In un trattato sul duello dall’elevato valore politico, Carafa invita a riversare l’aggressività frutto di un’etica fondata sull’onore nobiliare nel servizio bellico al sovrano.
Infine, in «Hombres de pecho y inteligencia en negocio de Estado»: il cappellano maggiore di Napoli tra Cinque e Seicento (pp.145-165), Valeria Cocozza delinea le caratteristiche di un prestigioso ufficio regio, il cui titolare assommava rilevanti poteri politici, ecclesiastici e giurisdizionali.
Daniele Palermo