Le case editrici e i primi segnali di ripartenza: la Sicilia sposa una proposta innovativa
Le biblioteche comunali si rifanno il look grazie all’approvazione di un piano ad hoc di acquisto libri dagli editori locali
Le difficoltà della ripresa post lockdown non hanno scoraggiato gli animi degli editori che puntano sul libro più che mai, e l’Ars appoggia il loro progetto tutto siciliano.
Quello delle editorie è un mondo che vive di eventi culturali e manifestazioni, che necessita dei rapporti umani e delle relazioni tra il cliente e il libro. Una relazione che i social non possono sostituire. La pandemia ha stravolto gli equilibri di un sistema che già prima della quarantena era appeso al filo di un funambolo, in cui la crisi del libro incalzava senza tregua.
«È una situazione comune a tante altre realtà e imprese siciliane che stanno attraversando un oceano in tempesta» ha commentato l’editore Ottavio Navarra.
Il settore in ginocchio e i bilanci azzerati hanno costretto molti editori a mettere in cassa integrazione quei lavoratori che sono più di semplici dipendenti: parte integrante di una vera e propria esperienza culturale. Il periodo di sopravvivenza non è ancora finito, nonostante la riapertura delle librerie e le discrete vendite online durante la fase della quarantena. Espedienti che hanno solo permesso di non affondare durante la tempesta, appunto.
Ma gli editori siciliani nel valore del libro hanno sempre creduto e anche durante il drammatico periodo di chiusura totale si sono posti due obiettivi da raggiungere: tenere in vita le realtà editoriali in questo momento di difficoltà e rafforzare la rete territoriale del libro con una proposta culturale sottratta alla logica dei prestiti a fondo perduto.
Quella che è nata come un’idea originale e innovativa è diventata infine una manovra economica con il sì dell’Ars e recepita nell’ultima finanziaria di maggio a favore del sostegno delle misure di ripartenza per le medie e piccole case editrici siciliane.
Protagoniste della manovra editoriale saranno le biblioteche comunali che da anni ormai soffrivano di un impoverimento di libri da dare in prestito all’utenza. La Regione acquisterà fino ad un massimo stabilito di titoli da ciascuna casa editrice siciliana e rimpolperà così gli scaffali delle biblioteche. Le quali beneficeranno quindi di nuove opportunità e collegamenti con gli editori come preludio di una futura azione collettiva in crescita. Il passo successivo e decisivo sarà il lavoro da mettere in atto per l’applicazione della misura.
«Purtroppo nel nostro settore ogni giorno che passa è un calvario, il trascorrere del tempo è un peso non indifferente» commenta Ottavio Navarra. Un malumore diffuso tra tutti, confermato anche da editori come Giovanni Lo Giudice di Kalós che rileva un calo nelle vendite di almeno il 70%.
Gli scrittori sono stati i primi a schierarsi dalla parte dei loro editori e con un accorato appello si sono rivolti, durante la pandemia, alle istituzioni: «Ci uniamo alla battaglia del nostro mondo editoriale, che poi ci appartiene come una seconda pelle, siamo al loro fianco in questo momento difficile». Quel mondo che, come si legge nel manifesto da loro firmato, «non si regge sui grandi numeri, sui nomi importanti, sulla pubblicità che spesso annienta i rapporti sociali, ma che ha il coraggio di far crescere i sogni e di investire nella bella scrittura, in quel segmento di bellezza che spesso rimane in penombra, offuscato dalle copertine patinate messe in vetrina».
Sul fronte del digitale invece, l’idea di trasformare in versione digitale e-book alcuni testi si rivela solo un affiancamento da fare per stare al passo coi tempi ma il cartaceo rimane il canale tradizionale in assoluto prediletto e che, secondo quanto confermato da Kalós edizioni, andrebbe addirittura rafforzato e per altri, come edizioni il Palindromo, da effettuare solo per i testi con vocazione più commerciale.