La tutela del patrimonio culturale in Europa
Una riflessione sullo stato dell’arte dei beni disseminati per il vecchio continente. A fare il punto della situazione, considerando risorse e iniziative a disposizione, Ivan Scuderi, assistente al Parlamento europeo
Il terzo comma dell’articolo 3 del Trattato sull’Unione Europea recita: “[L’Unione europea] rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo”(1). Alla luce di ciò, in questo articolo approfondiremo alcuni degli aspetti dell’operato dell’Unione Europea a tutela del patrimonio culturale.
L’Unione Europea identifica il patrimonio culturale in tre macro-categorie: tangibile, intangibile e digitale. Queste tre tipologie si declinano poi in diversi esempi di patrimonio, che spaziano dai monumenti, edifici o siti di interesse culturale al patrimonio paesaggistico naturale, dalla letteratura e la musica fino alle più recenti forme di espressione artistica derivanti dalle tecnologie digitali o i nuovi settori creativi e culturali.
I primi finanziamenti europei che ne garantiscono la tutela risalgono, all’interno dei programmi quadro della Commissione, al 1986. Oggi, la ricerca e l’innovazione nell’ambito del patrimonio culturale vengono garantite attraverso il programma Horizon 2020, ovvero il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione (2014 – 2020). Horizon 2020 il più grande programma mai realizzato dall’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, con una disponibilità finanziaria pari a quasi 80 miliardi volta al finanziamento e al supporto a progetti nazionali in ambito industriale, scientifico e sociale.
Per quanto riguarda il settore del patrimonio culturale, fonti della Commissione Europea riportano che nel periodo 2014 – 2017 sono stati finanziati, proprio grazie al programma Horizon 2020, più di 170 progetti in tutta Europa, con un sostegno finanziario pari a 300 milioni di euro. Per il periodo 2018 – 2020, le stime riportano una cifra pari, a oggi, a 260 milioni di euro.
Per portare un esempio pratico delle attività promosse in seno a Horizon 2020, La Commissione Ue ha lanciato il bando 2017 dell’iniziativa congiunta “Cultural heritage and global change (JPICH)”, con a disposizione un ammontare di oltre 4,6 milioni di euro. L’iniziativa, nata già nel 2010, si poneva principalmente tre obiettivi, ovvero:
– studiare il rapporto tra patrimonio culturale tangibile e mutamenti climatici;
– approfondire le questioni legate alla tutela e alla sicurezza del patrimonio culturale;
– studiare la relazione tra la protezione del patrimonio culturale e il suo utilizzo da parte della società.
Allo stesso modo, all’interno di Horizon 2020 rientrano anche le attività della task force “Circular business and financial models for cultural heritage adaptive reuse in cities”(2) (modelli di business e finanziari per un riutilizzo consono del patrimonio culturale nelle città) che intende unire l’azione europea a proposito di economia circolare a quanto intrapreso per tutelare il patrimonio culturale in Europa, promuovendo la creazione di posti di lavoro in entrambi gli ambiti.
Stime della Commissione Europea ci dicono infatti che nel 2018 il settore dei beni culturali dava lavoro a 8.4 milioni di persone, con un valore totale dell’ecosistema dei servizi ad esso legati pari a circa 300 milioni di euro. Un settore rilevante, pari a poco meno del 4% dell’occupazione complessiva, e che la Commissione intende continuare a supportare tramite nuove misure che abbracciano diversi settori, dalla tutela dei siti di interesse storico culturale grazie a progetti di restauro e tutela alla promozione del turismo nelle aree più caratterizzate da beni culturali di rilievo.
L’approccio intrapreso dalla Commissione con Horizon 2020 vede infatti il patrimonio culturale come un volano per l’economia e le società, così come emerge da uno studio del 2015 dal titolo “Getting cultural heritage to work for Europe”.
Questo studio(3) illustra diversi lati positivi derivanti da una giusta valorizzazione del patrimonio storico-culturale nei diversi Stati membri, spostando la concezione dello stesso da costo per la società – principalmente in termini di manutenzione e restauro – a quello di risorsa economica e culturale.
Come riportato nello studio sopracitato, l’idea che vuole guidare l’Unione ricalca quella che nel quattordicesimo secolo veniva inscritta negli statuti delle città italiane che attribuiva la felicità dei visitatori e l’onore e la prosperità dei cittadini al decorum e alla publica utilitas.
In ragione di ciò, lo studio si sviluppa insistendo su tre obiettivi fondamentali che sono poi quelli cui mira l’operato dell’Unione tramite i finanziamenti erogati attraverso Horizon 2020:
– l’aspetto economico, che porti a finanziamenti e investimenti, gestione e modelli di business capaci di incrementare su un sempre più lungo periodo il ruolo del patrimonio culturale quale fattore di produzione economica;
– l’aspetto sociale, teso ad una promozione innovativa dei beni culturali tangibili e intangibili basata sulla loro promozione e la partecipazione della cittadinanza e delle comunità interessate;
– l’aspetto ambientale, mirato prevalentemente ai beni paesaggistici che caratterizzano l’Europa tutta (e questo rappresenta un punto particolarmente rilevante poiché l’ambiente è oggi una parte centrale di tutto l’operato dell’Unione).
Questi tre aspetti vedono una applicazione pratica negli orientamenti “Heritage alive” (patrimonio vivo) contenuti nel programma Horizon 2020: nel 2018, ad esempio, 3 milioni di euro sono stati dedicati alla creazione di una comunità di innovatori del settore dei beni culturali, con l’intenzione di dare vita ad una rete internazionale di operatori che promuovano il patrimonio culturale europeo con una sola voce(4).
Nel 2019, 25 milioni di euro sono investiti in progetti che mirano a rendere le area storiche di diverse città e paesi EU in luoghi di aggregazione culturale e di imprenditoria. I diversi progetti coinvolti sono consultabili al seguente link: https://ec.europa.eu/research/environment/index.cfm?pg=cultural#
Precedente allo studio brevemente illustrato finora è la “Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni – Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa”(5). Pubblicata nel 2014, la pubblicazione definisce il patrimonio culturale “una risorsa per tutti, una responsabilità per tutti”, e illustra le misure poste in essere al fine di incentivare la cooperazione fra Stati e aumentare la sensibilizzazione dei cittadini verso il patrimonio culturale tanto nazionale come europeo.
Oltre agli aspetti programmatici e legati a finanziamenti o progetti, l’Unione Europea ha, nel corso degli anni, promosso diverse iniziative di ampio respiro.
Una su tutte, il 2018 è stato l’anno europeo del patrimonio culturale, definito dal motto “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”. Scopo di questo evento annuale è stato quello di è quello di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell’Europa e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo. In Italia, fonti del Mibac riportano 1365 eventi organizzati lungo tutto il 2018, di 10.150 che sono stati realizzati in tutta Europa(6).
Ogni due anni si tiene poi l’European Culture Forum: un evento di grande respiro, organizzato dalla Commissione Europa con l’intento di sottolineare e comunicare l’importanza delle collaborazioni europee in ambito culturale, riunendo i maggiori attori del settore e discutere iniziative e politiche europee.
Dal 1985, poi, l’Unione promuove una Capitale Europea della Cultura, con l’intento di promuovere il contributo della cultura allo sviluppo delle città e di celebrare le caratteristiche culturali condivise da tutti gli europei. Nel 2019 le capitali europee della cultura prescelte sono Matera e Plovdiv, in Bulgaria.
Note:
1) Versione consolidata del trattato sull’Unione europea
2) Task force
3) https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/b01a0d0a-2a4f-4de0-88f7-85bf2dc6e004
4) ILUCIDARE project on heritage-led innovation and diplomacy kicks-off in Leuven
5) Comunicazione della commissione al Parlamento Europeo
6) Anno europeo del patrimonio culturale 2018