Torna a Palermo il Festival delle letterature migranti
Mai come quest’anno, il Festival delle letterature migranti è portato a viaggiare. Di necessità virtù, ma non solo. La pandemia può e deve essere occasione per rivedere, considerare nuove prospettive, esplorare percorsi comunicativi.
Se la letteratura è migrazione (e viceversa)
Sarà un’edizione interamente online, quella che si terrà a Palazzo Branciforte da oggi al 25 ottobre.
Un viaggio, anche in questo caso: “Del resto – ha sottolineato Davide Camarrone, anima del festival – anche la letteratura, per definizione, viaggia, migra, assorbe e restituisce. Altrimenti non sarebbe letteratura”.
Il tema del festival
È “Oasi e deserti” il tema di quest’anno. Un tema che ognuno ha declinato a suo modo: “Mi piace pensare che l’oasi sia la società e il deserto l’uomo – ha commentato in conferenza stampa Leoluca Orlando, sindaco di Palermo – nel senso che da due realtà apparentemente opposte è possibile attivare uno scambio”.
“Il rischio che corriamo in questi tempi così difficili – ha affermato Camarrone – è quello di una desertificazione dei rapporti sociali. Da qui la necessità di sperimentare nuove forme di comunicazione”.
Il programma, disponibile sul sito del festival, apre quest’anno anche alle periferie e prevede un forte coinvolgimento di tutte le librerie aderenti ad Ali Confcommercio Palermo.
I nomi del Festival delle letterature migranti
Abraham B. Yehoshua ha fatto di tutto, nonostante la pandemia, per essere a Palermo di presenza, in occasione del festival. Un tentativo che si è rivelato purtroppo impossibile viste le condizioni sanitarie. Lo scrittore sarà protagonista di una lectio online, organizzata in collaborazione con il Festival delle Filosofie di Palermo e intitolata Cum-finis.
Al suo si accompagnano moltissimi altri interventi: Kader Abdolah, Dror Mishani, Sahar Mustafah.
Tra gli appuntamenti in presenza, ecco Suad Amiry Oliver Van Beemen, Gabriella Kuruvilla e moltissimi altri.
Non solo scrittura, ma trama di linguaggi che abbraccia arti visive, teatro, musica.
Le sezioni
Al Festival delle letterature migranti coesistono teatro, arti visive e audiovisive, musica e mediazione culturale: di seguito, tutti gli appuntamenti:
- Camera di sorveglianza è il titolo della sezione dedicata al teatro, curata da Giuseppe Cutino.
Come coniugare la forma d’arte dello spettacolo dal vivo, che ha come protagonista imprescindibile il pubblico presente, col momento storico in cui il virtuale diventa dominante? È possibile cercare di riproporre il teatro sul web o attraverso la televisione o il cinema pensando la ripresa non come testimonianza ma come necessità drammaturgica?
Ne parleranno registi registi come Emma Dante, Pierpaolo Sepe, Fabrizio Arcuri. - Si chiama Clausure la sezione di arti visive curata da Agata Polizzi in condivisione con la Fondazione Merz di Torino. È stato chiesto agli artisti Francesco De Grandi e Michele Guido di mettere a disposizione del pubblico un archivio emozionale delle loro creazioni realizzate durante il confinamento: si tratta di immagini, scritti, disegni, pensieri nati da un’osservazione quasi scientifica della generazione creativa di quel periodo. Gli artisti si confronteranno direttamente con il pubblico.
- Dario Oliveri cura invece la sezione musicale, Elettronica. Un juke-box reinventato: dodici artisti/performer di diversa esperienza e formazione firmeranno brani inediti della durata di 3-4 minuti ciascuno (corrispondenti alle facciate A e B di un 45 giri). Tra gli autori che parteciperanno al progetto si segnalano Marco Betta, Carlo Boccadoro, Roberto Cacciapaglia, Gianni Gebbia, Giulia Tagliavia.
- Si intitola Pornografie la sezione dedicata all’audiovisivo, a cura di Andrea Inzerillo, e vuole approfondire alcune conseguenze del confinamento. La perdita dell’esperienza ha confinato tutti al ruolo di spettatori di esperienze altrui, la riduzione dell’incontro con l’altro ha improvvisamente trasformato la vita in un piccolo o grande peep-show, la grammatica delle emozioni e la percezione di sé e degli altri come ne hanno risentito?
- Tornano, infine, anche gli incontri della sezione Lost (and Found) in translation, dedicata al valore e alla funzione della traduzione e della mediazione culturale. Una serie di incontri, tra i tanti, saranno dedicati a come tradurre la Cina, l’Africa, il mondo arabo.
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