Horizon 2020, viaggio nel mondo dell’open access
Quali sono le tipologie, a cosa servono, come saperne di più: tutto sulla libera circolazione della ricerca
In occasione di un precedente articolo ci siamo soffermati sulle misure a tutela del patrimonio culturale europeo nell’ambito di Horizon 2020, il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2014 – 2020.
Poiché la ricerca scientifica poggia necessariamente su lavori precedenti e sulla possibilità, per gli scienziati e i ricercatori, di consultare e diffondere testi scientifici Horizon 2020 mira anche a sostenerla e garantirne la diffusione a livello internazionale.
Un accesso alle pubblicazioni scientifiche più ampio e completo porta con sé innumerevoli vantaggi: contribuisce ad accelerare l’innovazione così come ad accrescere la collaborazione fra università, studiosi e centri scientifici; avvalora il lavoro accademico poiché ne migliora la qualità, garantendo e agevolando l’accesso a studi precedenti, così da affinare la qualità dei risultati. I vantaggi di una informazione facilmente reperibile e consultabile superano anche i confini del mondo accademico, poiché buona parte del moderno mercato europeo si basa su una innovazione in più settori e in rapida crescita che senza l’accesso alla ricerca non sarebbe possibile. Le ricadute positive di uno spazio comune per lo studio, la ricerca e la conoscenza sono innumerevoli, e l’Unione Europea si è interessata al tema già da tempo.
Il risultato delle consultazioni svolte con tutti gli attori interessati sono stati tre documenti ufficiali pubblicati dalla Commissione nel luglio del 2012: la comunicazione “A reinforced European research area partnership for excellence and growth”1 che mirava a promuovere la libera circolazione della ricerca scientifica; “Towards better access to scientific information”2 che identificava i principali ostacoli alla diffusione scientifica fra ricercatori, istituti scientifici e attori economici e sociali interessati.
Terzo e ultimo testo la “Recommendation to the member States on access to and preservation of scientific information”3 che forniva un insieme di buone pratiche volte alla diffusione dell’open access nel mondo della ricerca e della sua diffusione, al fine di favorire un cammino europeo comune coordinando gli sforzi dei singoli Stati membri in tale direzione.
L’ultimo work programme di Horizon 2020 relativo al biennio 2018 – 2020 sottolinea ulteriormente quanto illustrato fino ora sin dal titolo “Science with and for society”4.
In questo articolo ci proponiamo di illustrare brevemente come sia possibile oggi garantire la fruizione libera del lavoro scientifico grazie a questo programma dell’Unione Europea.
Evoluzione delle misure europee
Nel 2001, la Commissione rende pubblico il piano “Science and society”, cui scopo primario era quello di porre le basi per una strategia comune che avvicinasse il mondo della ricerca scientifica e i cittadini europei. Nel 2007, all’interno dell’FP7 – il settimo programma-quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico – il piano prende il nome di “Science in society”: in questa occasione viene delineata una prima serie di misure per incentivare un dibattito pubblico attorno ai temi scientifici più rilevanti. Lo scopo è non limitare la discussione scientifica ai soli addetti ai lavori ma di renderne fruibili le potenzialità anche al mercato europeo. Il già citato programma di lavoro 2018 – 2020 “Science with and for society” ha come obiettivo principale avvicinare i giovani al mondo della ricerca scientifica anche in vista di una sempre maggiore influenza della scienza e della ricerca nella vita quotidiana della società europea.
La ricerca scientifica nell’era di Internet
Con l’avvento di Internet il mondo scientifico ha subìto delle profonde trasformazioni che hanno portato alla necessità di regole comuni per la diffusione del sapere.
Proprio a seguito di questo ampliamento della diffusione della ricerca ad un pubblico sempre maggiore ha avuto origine la definizione di “open access”, ovvero la pratica di dare libero accesso a testi scientifici senza alcun tipo di costo e con la possibilità di riutilizzarli.
La breve definizione qui riportata non è quella ufficiale, poiché non esistono, nel contesto europeo, definizioni legalmente vincolanti di “open access” o “access”. Le più autorevoli cui si fa riferimento (arrivate quasi un decennio prima delle già citate iniziative dell’Unione Europea in tale direzione) sono quelle contenute nella Dichiarazione di Budapest del 2002, reperibile al link: https://www.budapestopenaccessinitiative.org/read, e nella Dichiarazione di Berlino del 2003: https://openaccess.mpg.de/Berlin-Declaration.
“L’iniziativa di Budapest per l’accesso aperto” è una dichiarazione pubblica sui principi dell’open access alla letteratura scientifica frutto di una conferenza tenutasi nel dicembre 2001, considerata uno degli eventi fondanti del movimento per la condivisione e la libera diffusione del sapere. La dichiarazione di Berlino, redatta un anno dopo, nasce invece da una conferenza organizzata nella capitale tedesca dalla Max-Planck-Gesellschaft insieme con i partecipanti al progetto “European cultural heritage online (ECHO)”5.
Secondo quanto riportato in entrambe le dichiarazioni, il termine “access” include il diritto a consultare, scaricare e stampare materiale scientifico disponibile online, unitamente al diritto a copiarlo, distribuirlo, fornirne il link, indicizzarlo e renderlo reperibile online.
Diverse definizioni di “accesso”
Chiarito quindi cosa si intende per “open access”, possiamo adesso illustrare le diverse modalità attraverso le quali l’informazione scientifica viene diffusa dai soggetti beneficiari di progetti finanziati da Horizon 2020.
Secondo quanto disposto nel protocollo di intesa per tali progetti, difatti, tali soggetti sono tenuti a garantire il libero accesso online alle pubblicazioni scientifiche derivate dal progetto. A tal fine, esistono due modalità di diffusione di queste pubblicazioni: “Green” e “Gold” open access.
Il cosiddetto open access “Green” prevede che l’autore depositi la versione finale del suo lavoro, che intanto è già stato pubblicato su riviste scientifiche, in archivi aperti istituzionali – per questo motivo in inglese la definizione alternativa di “Green open access” è quella di “self-archiving”. Questa modalità può anche prevedere dei costi, come un abbonamento o un contributo per la consultazione del testo per un periodo limitato.
Diversamente, l’open access “Gold” – o “open access publishing” – prevede che un articolo sia diffuso immediatamente in libero accesso dall’editore scientifico. In questo caso, i costi vengono ad esempio sostenuti dall’Università o dell’istituto di ricerca per il quale lavora l’autore del testo, o da altri enti che ne supportano il lavoro.
In un progetto realizzato con fondi europei garantiti tramite Horizon 2020 le due modalità non si escludono a vicenda. Perché un testo scientifico venga pubblicato e diffuso in open access, Horizon 2020 prevede diverse regole che sono enunciate nel “Framework programme” e nelle regole di partecipazione dello stesso programma, che non elenchiamo qui per ragioni di spazio.
Nel primo caso, ovvero il “Green open access”, l’autore può pubblicare il testo in un archivio aperto – “Open access archives” o “repositories” – a sua scelta e deve esserne garantito l’accesso per un periodo di 6 mesi o di un anno nel caso in cui il testo tratti temi di scienze sociali o temi umanistici. Nel caso in cui invece un ricercatore decida di rendere pubblico il suo lavoro tramite il “Gold open access”, questi può allora rivolgersi ad editori che vendano abbonamenti o che offrano la possibilità di rendere determinati articoli disponibili.
I già citati “repository” devono essere degli archivi istituzionali che rispondono a standard tecnici internazionali per garantire la fruizione dei testi che essi contengono. Esempi di archivi aperto sono il Registry of open access repositories (http://roar.eprints.org/) o il Directory of open access repositories (http://v2.sherpa.ac.uk/opendoar/). A livello europeo, l’attuazione della fruizione libera viene supportata dal progetto “OpenAIRE” – https://www.openaire.eu/. – che garantisce una copertura europea e nazionale grazie a uffici di collegamento presenti in tutti i paesi membri dell’Unione.
Conclusioni
In considerazione della vastità del tema, in questo articolo ci siamo limitati ad una prima introduzione al tema dell’open access. Una lista completa ed esaustiva dei passi necessari all’interno del programma Horizon 2020 per garantire la diffusione libera di un testo scientifico scaturito da un progetto finanziato con fondi europei è presente su https://ec.europa.eu/research/participants/docs/h2020-funding-guide/cross-cutting-issues/open-access-data-management/open-access_en.html.
Una più approfondita presentazione delle misure previste nell’ultimo programma di lavoro di Horizon 2020 per il 2018 – 2020 è invece consultabile su https://ec.europa.eu/research/swafs/index.cfm?pg=about#
Note
1 https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/reinforced-european-research-area-partnership-excellence-and-growth
2 https://ec.europa.eu/research/science-society/document_library/pdf_06/era-communication-towards-better-access-to-scientific-information_en.pdf
3 https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/commission-recommendation-access-and-preservation-scientific-information
4 https://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/wp/2018-2020/main/h2020-wp1820-swfs_en.pdf
5 https://cordis.europa.eu/project/id/HPSE-CT-2002-00137