I graffiti delle Carceri segrete del Santo Uffizio di Palermo
Palazzo Chiaramonte Steri: non solo odierna sede del rettorato dell’Università degli Studi di Palermo nell’antico quartiere arabo della Kalsa e, in origine, monumentale dimora dell’eccelsa famiglia dei Chiaramonte, conti del feudo di Modica, ma anche custode di un prezioso patrimonio storico e artistico, oggi, riportato alla luce dei riflettori grazie al profondo impegno del SiMuA e al meticoloso lavoro iniziato da Maria Sofia Messana e Giovanna Fiume e mandato avanti da Rita Forti.
XVII secolo, in Sicilia, terra di frontiera, i re iberici vogliono estendere il loro progetto imperialistico basato sulla coesione di un’unica comunità saldata da un rey, una fe, una ley; pertanto, coloro che minacciano la solidità del regno aragonese (giudei, protestanti, apostati, blasfemi e chiunque altro deviasse dall’ortodossia cattolica), devono essere estirpati e castigati dal tribunale di fede, i cui inquisitori, di competenza spagnola, s’impongono dopo estenuanti conflitti con la giurisdizione ecclesiastica romana. Corre l’anno 1605 e mentre Palermo apre ai propri ospiti un varco monumentale sul mare, la Porta della Marina, a pochi passi vengono poste le fondamenta delle celle che comporranno le nuove carceri segrete del tribunale della Santa Inquisizione spagnola. È il 1906 quando l’etnologo Giuseppe Pitrè rinviene, sotto ben quattro strati di calce segni, scritte, disegni e graffiti incisi dai prigionieri in attesa di giudizio con materiali prevalentemente trovati in loco: una fonte di prima mano, a metà tra fonte scritta e materiale, tanto singolare quanto trascurata. Una storia di negligenza verso la memoria degli imputati per reati di fede, le cui tracce biografiche incastonate nelle mura sono state abbandonate per secoli all’inevitabile deterioramento del tempo; una delle pagine di storia più tristi, che oggi può essere riscritta dagli stessi prigionieri, i quali, nel momento della più profonda sofferenza, hanno scelto di lasciare un segno sull’intonaco, d’ imprigionare tra la calce le loro urla affinché non morissero con il corpo. Dei segni che, grazie alla riscoperta e alla documentazione dell’intero corpus di graffiti presentati integralmente per la prima volta in questo volume e corredati da un ampio repertorio d’ immagini d’inventario, possono essere finalmente descritti, commentati, interpretati, comparati, inquisiti, processati. Si tratta di un unicum per ricchezza e consistenza: 297 soggetti figurativi tra cui il Cristo patiens, scene bibliche, cherubini, santi martiri, giovani donne, paesaggi, cicli decorativi, cuori trafitti, tacche per misurare il tempo; 264 iscrizioni in prosa e versi scritti in latino, volgare toscano italiano, siciliano, ma anche in inglese, spagnolo e caratteri ebraici, che, con le loro invettive, preghiere, avvertimenti e dichiarazioni, stimolano l’emotività e la riflessione del lettore. Fonti archivistiche dal valore inestimabile, poiché, offrendoci una piccola summa della cultura del ‘600, possono farsi oggetto di studio per la storia della lingua, del costume, delle conoscenze sacre e profane, delle modalità delle atroci torture perpetrate sui detenuti considerati avversari religiosi e talvolta politici, ma anche ispirazione per artisti, religiosi e curiosi visitatori delle fredde celle scaldate da languidi sospiri emessi da un’intera generazione che le abitò.
Il presente inventario, che ha voluto strappare all’oblio i segni parietali fissandoli nell’ hic et nunc, si propone, dunque, di far dialogare reciprocamente e con l’attualità le voci appartenenti a diverse culture e religioni proprio partendo da quei luoghi in cui un tempo furono imprigionate per la loro devianza dall’unico credo, di far conoscere l’intero corpus di graffiti al grande pubblico e di porli come punto di partenza per progetti di ricerca in sinergia degli strumenti delle digital humanities e di nuovi contributi che possano valorizzarli appieno.
Martina Mirasola
mirasolamartina@gmail.com
Dettagli
Autore: Rita Foti, Giovanna Fiume (a cura di)
Editore: Palermo University Press
Anno edizione: 2023
Numero pagine: 692
Tipologia: cartaceo, PDF
ISBN: 978-88-5509-485-6, 978-88-5509-486-3
I graffiti delle Carceri segrete del Santo Uffizio di Palermo