I vaccini tra verità e menzogne
Vero a metà: il caso Wakefield
Non c’è idea delirante espressa da un malato di mente che non possa essere superata nella sua assurdità dalla convinzione di un fanatico, da solo o in gruppo
Alfred Hoche
L’associazione tra vaccini e autismo infantile rappresenta, tra la leggende esistenti in campo medico, non solo la più nota ma anche quella che continua a ricevere vasta risonanza mediatica, resistendo – quanto a credibilità – alle numerose evidenze contrarie accumulatesi nel corso degli anni in campo scientifico.
Oggetto di controversia è il vaccino trivalente MPR, che immunizza contro morbillo, parotite e rosolia, destinato principalmente alla popolazione infantile. Esso fu messo a punto nel 1971 dal virologo americano Maurice Hilleman (fig. 1), che, pur tristemente ignoto ai più, è stato – a detta del New York Times – “lo scienziato del ventesimo secolo che ha salvato più vite umane”. Egli ha contribuito – con la preparazione di ben otto sui quattordici vaccini ordinariamente in uso – ad allungare la durata media della vita e a migliorare l’economia in molti Paesi.
L’uso di un vaccino in forma combinata si è mostrato particolarmente vantaggioso rispetto alla forma singola sia in termini di praticità (si riduce il numero di iniezioni da sei a due) sia in termini di sicurezza ed efficacia: di fatto esso è ben tollerato e ha un effetto protettivo immediato su tutte e tre le malattie infettive, il che ne ha consentito una riduzione significativa dei tassi di mortalità nel mondo.
Ciò nonostante, è lo stesso vaccino trivalente MPR ad essere protagonista di una clamorosa truffa mediatica, di gigantesca portata, svoltasi sul finire del XX secolo.
Nel febbraio 1998, sull’autorevole rivista scientifica The Lancet, viene pubblicato uno studio a firma del gastroenterologo Andrew Wakefield (fig. 2) e vari altri autori, condotto su dodici bambini ricoverati al Free Hospital di Londra, in cui si ipotizza l’esistenza di una correlazione tra vaccino trivalente MPR, malattia infiammatoria intestinale e autismo infantile.
Un dato potenzialmente allarmante ma tutto da dimostrare: i notevoli limiti metodologici insiti nella ricerca (campione numericamente ridotto, assenza di un gruppo di confronto, test discutibili) non consentono di poter trarre alcuna certezza conclusiva, tant’è che gli autori stessi ribadiscono la necessità di ulteriori approfondimenti.
Purtuttavia, il dottor Wakefield, in una conferenza stampa di presentazione dello studio, propaganda come certo l’assunto teorico in questione, mettendo in guardia i genitori dal praticare ai propri bambini tale formulazione, consigliando, di contro, vaccinazioni singole, specifiche per ogni malattia – una pratica, peraltro, all’epoca in disuso.
Lo tsunami mediatico che si solleva è tale da diffondersi in tutto il mondo, con polemiche che travolgono sia le case farmaceutiche che il governo inglese, accusati di sottostimare i rischi legati alle vaccinazioni. Ne consegue una ripresa dei movimenti di opinione No-vax, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, il che si riflette nel crollo delle vaccinazioni, che nella sola Londra scendono intorno al 50 %.
Prevedibilmente, ciò comporterà il riacutizzarsi nel Regno Unito dei casi di morbillo, che aumentano verticalmente, passando da 56 nel 1998 a 1348 nel 2008, con focolai endemici e decessi sia in Irlanda che nel Galles.
Ma il torbido comincia a venir fuori grazie a Brian Deer, giornalista investigatore del The Sunday Times, già noto per aver pubblicato articoli sull’inefficacia dell’AZT, un farmaco contro l’AIDS (Fig. 3). Costui, attraverso personali indagini, riesce a svelare la malafede del dottor Wakefield dimostrando l’esistenza di gravi conflitti di interesse in merito.
Nell’eseguire la ricerca, vengono utilizzati fondi provenienti non solo dal Servizio Sanitario Nazionale ma anche dallo studio legale dell’avvocato Richard Barr, che si occupava di risarcimenti per presunti danni da vaccini.
Per favorire la vittoria delle cause intentate contro le aziende farmaceutiche, Wakefield manipola i risultati chiedendo una parcella di 750.000 dollari, parte dei quali vengono attinti dalle casse di un’associazione, il Legal Aid Board, operante a sostegno di famiglie disagiate che non possono permettersi di pagare un avvocato in caso di necessità. I versamenti vengono effettuati dall’avvocato Barr in varie rate e con diverse giustificazioni.
Ma c’è dell’altro. Il diabolico dottore aveva brevettato un vaccino singolo (UK patent affiliation n. 9711663.6 del 6 giugno 1997) da sostituirsi a quello trivalente.
Questi dati – e ancora tanti altri – emergono dal copioso verbale stilato dopo vari anni di indagini dalla commissione disciplinare del General Medical Council, l’Ordine dei medici britannico, con la quale il giornalista aveva collaborato. Nel processo, svoltosi il 2 febbraio 2010, si afferma che il dottor Wakefield “ha rovinato la reputazione della professione medica” adottando un comportamento “disonesto e irresponsabile”. Egli ha mostrato “insensibilità e indifferenza per il dolore e la sofferenza dei bambini” sottoponendoli a “test invasivi e non giustificati dal punto di vista clinico, senza la necessaria approvazione del Comitato etico del suo ospedale”. Altresì, “falsando le conclusioni dello studio, ha contribuito ad aumentare sensibilmente l’incidenza dei casi di morbillo”.
Per tali motivi, Wakefield viene espulso dall’Ordine dei medici, dopo essere stato costretto, già qualche anno prima, a dimettersi dall’ospedale in cui aveva operato per ben 14 anni.
Un colpo ancora più duro arriva il 3 febbraio 2010, allorquando The Lancet, in una dichiarazione ufficiale, nega allo studio ogni pretesa scientifica, definendolo “fatalmente fraudolento”, chiedendo altresì a tutti i coautori coinvolti di firmare una dichiarazione in cui veniva ritrattato ogni legame di causalità tra vaccini e autismo. Dei quindici ricercatori in causa, solo due si rifiutano di accettare (John Walker Smith e Simon Murch) insieme con lo stesso Wakefield e per questo sottoposti a processo.
Ora il dottor “Andy” – dal nomignolo attribuitogli dai suoi follower – vive negli Stati Uniti, dove, cavalcando l’onda dell’antivaccinismo, non smette di definirsi vittima di un complotto perpetrato dai “poteri forti”, pur conducendo una vita da autentica star: scrive libri, gira documentari e partecipa a conferenze No-Vax nel corso delle quali raccoglie fondi per il “The Dr. Wakefield Justice Fund”.
Le numerose campagne di sensibilizzazione miranti a riabilitarne la figura continuano a far presa su parte della pubblica opinione: per molti obiettori Wakefield rimane “un giusto tra gli ingiusti”, mietendo un proselitismo attivo e convinto che si traduce talora in autentico “delirio di massa” (fig. 4).
Di contro, sul versante scientifico brilla un’inconfutabile certezza: la non esistenza di alcun nesso causale tra vaccini e autismo infantile, come confermato da tutti gli studi pubblicati in materia negli ultimi venti anni.
Nell’epoca della post-verità, dove tutto è condivisibile a metà, ai falsi messaggi forniti da fake news, meme e catene virali va contrapposto un pensiero “forte”, un’educazione alla profondità, i soli che ci consentiranno – in un percorso faticoso quanto indispensabile – di poter combattere e vincere le minacce dell’era digitale.
Bibliografia essenziale
- Frank De Stefano, Tom T. Shimabukuro. The MMR Vaccine and Autism, Annu Rev Virol. 2019 September 29; 6(1): 585–600.
- Guidance: Measles, mumps, rubella (MMR): use of combined vaccine instead of single vaccines. Public Health England (https://www.gov.uk/government/organisations/public-health-england).
- Wakefield AJ, et al. Ileal-Lymphoid – Nodular Hyperplasia, non-specific Colitis and Pervasive developmental disorder in Children. Lancet 1998; 351:637:41.
- General Medical Council. Fitness to practise panel hearing. January 2010.
- Dyer C. Lancet retracts Wakefield’s MMR paper. BMJ 2010; 340: 281.
- Harris E. MMR: After Wakefield: the real questions that need addressing. BMJ 2010;340: 1169.