La linea del tempo. Le librerie storiche dell’usato patrimonio della cultura popolare
Maurizio Zacco, Tommaso Portinaio e Fabio Di Ganci, un ponte tra generazioni da più di cinquant’anni
Custodi della memoria culturale della città, detentori degli antichi saperi che i loro predecessori hanno tramandato quando tutto si teneva a mente e i libri venivano prezzati con la penna. Sono i titolari delle librerie storiche dell’usato del Cassaro, un patrimonio da tutelare per le generazioni future.
Il libro usato è un condottiero che sta dalla parte del popolo, dalla parte di chi non può permettersi sempre una copertina nuova, dalla parte delle famiglie numerose e degli stipendi modici.
Il libro usato entra con discrezione nelle case e diventa canale di cultura diffusa.
Così è stato nella sua vita precedente così sarà in quella nelle mani del suo nuovo proprietario: è questa la sua missione.
Dietro ogni vetrina si nasconde una storia. Quella di Maurizio Zacco affonda le sue radici nei ricordi del padre Alessandro che, rimasto orfano da giovane, si rimboccò le maniche per affrontare la vita ma senza tralasciare il suo amore per la cultura, la lirica e il teatro.
«Era un giorno di ottobre dei primi anni Cinquanta, quando mio padre si trovò casualmente a passeggio in corso Vittorio Emanuele e una persona – racconta Maurizio Zacco – scambiandolo per uno di quei privati che vendevano libri sulle coperte distese per terra, gli chiese se avesse un testo. A quel punto mio padre si ricorda di averlo visto da un ambulante qualche metro più giù, per cui, facendo attendere il suo cliente qualche minuto, riesce a contrattare a ribasso il prezzo di quel libro, lo compra, torna dalla signora. Fu così che vendette il suo primo libro».
Nella mente di Alessandro Zacco scatta così la molla che mette in moto il mestiere che lo accompagnerà per tutta la vita. E così, per qualche anno, armato di bancarella in legno pieghevole, espone i suoi libri in una traversina di corso Vittorio Emanuele. « Non dimenticherò mai le sue parole quando mi parlava della disposizione delle cose in quella valigia di legno quando alla sera rincasava – racconta il figlio Maurizio – tutto doveva essere ben incastrato altrimenti non si sarebbe chiusa».
Gli affari con i libri andavano bene e così nel 1961, al civico 423, si accendevano le luci di una vetrina che avrebbe segnato la storia della cultura del libro usato lungo il Cassaro.
«Le mensole in esposizione sono ancora quelle di una volta – spiega Zacco junior – perché il negozio apparteneva ad un gioielliere». Non solo libri scolastici ma anche i più svariati generi letterari dalla saggistica al romanzo: Maurizio ha ereditato un patrimonio di cui ha accettato le redini per amore e passione, la stessa che impiega da anni nella manifestazione la Via dei librai, che lo vede parte attiva nel comitato scientifico.
«Con il tempo ci siamo dovuti adeguare a un mercato di libro nuovo scolastico perché gli editori, considerando quella del libro usato una concorrenza non produttiva per i propri interessi – spiega Maurizio – hanno cominciato a fare una serie di nuove edizioni continue costringendo gli insegnanti e i genitori ad acquistare l’ultima edizione, da un certo momento quindi il mercato del libro usato ha cominciato a perdere di quota, quindi c’è stato l’adeguamento anche di mio padre a cambiare. Oggi vendiamo l’80 per cento di libri nuovi, è una battaglia che continua. Non siamo tutelati. Non chiediamo che il libro venga scontato di più da parte degli editori, a noi interessa che non ci sia inflazione, il libro va comprato in libreria, che sia fisica o che sia on line per spedire il cartaceo».
Il Cassaro segna la linea del tempo di altre librerie storiche come quella di Luigi Portinaio, adesso del figlio Tommaso, che del libro fa educazione sentimentale per le nuove generazioni. «I libri sono collegati alle storie e le storie al nostro senso etico, i ragazzi che non leggono storie non possono costruire una scala di valori». Nel suo spazio letterario anche un curioso dettaglio artistico: la colonna dell’ingresso apparteneva al vecchio convento distrutto del Santissimo Salvatore.
«La nostra libreria nasce alla fine degli anni 60 – racconta Tommaso – mio papà veniva qua con un carrello di ferro e vendeva libri usati ai ragazzi delle scuole. In 53 anni di attività l’obiettivo è sempre stato quello di essere librivecchiari in particolare dopo la scolastica siamo specializzati con in libri antichi di matrice siciliana».
Da Portinaio si potranno trovare quindi le prime edizioni di Luigi Natoli, Gesualdo Bufalino, Giuseppe Pitrè. «Ci riteniamo tra i conservatori della memoria culturale della città», aggiunge il libraio. Molto è cambiato da quando da bambino tutti lo conoscevano come “il figlio di Luigi Portinaio”, appellativo che gli consentiva di intrufolarsi tra gli scaffali impolverati dei magazzini di tutte le librerie del centro, quando non c’erano computer e tutto si teneva a mente.
L’interesse per la storia della sua terra è ancora vivo nello spirito della sua libreria. «Quando leggiamo “La fattoria degli animali” di George Orwell percepiamo un malessere diffuso a livello universale – afferma Tommaso – ma quando leggiamo la storia della vecchia dell’aceto di Luigi Natoli, percepiamo un dolore della città di Palermo».
Erede delle chicche per collezionisti, raccolte in tanti anni di esperienza è invece Fabio Di Ganci, della Libreria del Cassaro, discepolo del noto antiquario palermitano Gaetano Corpora.
Nel suo salotto letterario è possibile trovare le prime opere di Vitaliano Brancati, una prima edizione del Gattopardo di Tomasi Lampedusa e anche una copia di “Contro uno e contro tutti” firmata da Gabriele D’Annunzio. Del profumo di quei libri antichi Di Ganci se ne è innamorato sin da ragazzino quando sbirciava dentro i magazzini di via Puglia, e l’animo del libraio lo ha personificato al punto che a volte i libri anziché venderli li tiene con sé come farebbe il custode di un tesoro inestimabile.
La libreria Corpora, inaugurata nel 1956, ha vantato tra i suoi clienti Leonardo Sciascia e Renato Guttuso. Oggi i tempi sono cambiati e Di Ganci ne è consapevole: ma per lui quella del libraio è una missione di vita.