Il milione, il libro che racconta i viaggi in Asia di Marco Polo
Capolavoro della letteratura di viaggio, enciclopedia geografica e trattato storico. Il milione rappresenta da più di sette secoli un caposaldo della letteratura mondiale.
Il milione di Marco Polo e le ipotesi sul manoscritto originale
Nel 1298, il mercante veneziano Marco Polo viene fatto prigioniero durante una disastrosa battaglia navale tra Genova e la Serenissima. Una volta in carcere, incontra lo scrittore Rustichello da Pisa, cui racconta la più grande avventura della sua vita, che l’autore di romanzi cavallereschi redige con infinita pazienza. Così nasce Il milione, un libro che narra di regni lontani e luoghi fino a quel momento solo favoleggiati. La cronaca di un viaggio fisico e umano, colmo di giovanile meraviglia, da Venezia verso lontano Catai, lungo quella che solo secoli dopo diverrà la Via della seta.
Nessuno sa che fine abbia fatto il manoscritto originale de Il milione, il cui vero nome è andato perduto con esso. Tra le ipotesi più accreditate (tratte dai nomi delle copie successive e non autografe) troviamo: Livre des Merveilles du Monde, Le Divisament dou Monde e Livre de Marco Polo citoyen de Venis, dit Million, où l’on conte les merveilles du monde.
Proprio dall’abbreviazione, in toscano, di quest’ultima versione (passata comunque attraverso varie e successive rielaborazioni), secondo gli studiosi deriverebbe il titolo de Il milione.
Un milione di miglia in viaggio per i Polo
Caratteristica preponderante de Il milione è la capacità divulgativa dell’opera, che descrive con dovizia di particolari i molti luoghi attraversati dai Polo lungo il loro viaggio a piedi verso oriente (percorrendo teoricamente un milione di miglia), mescolando nei propri racconti elementi di geografia, antropologia e storia delle città attraversate lungo il cammino, così come dei popoli che le abitavano.
Partendo dal medioriente (con Armenia, Turchia, Georgia e Iraq), per poi passare alla vasta regione persiana e il deserto del Gobi, il volume esplora territori selvaggi e spesso poco conosciuti oltre le porte di Samarcanda (in Uzbekistan). Dagli altopiani del Kasmir, giungendo a Caracorum e nella regione di confine tra Cina e Mongolia, fino alla favoleggiata città di Xanadu, capitale dell’antico impero mongolo.
Contrariamente ad altri mercanti e religiosi che li avevano preceduti, i Polo (Marco, il padre Niccolò e lo zio Matteo) si spinsero dove nessun occidentale era mai giunto prima. All’interno de Il milione, l’autore racconta come i tre veneziani decisero di superare la catena montuosa del Karakorum, raggiungendo così il lontano Catai. Una volta all’interno dei territori un tempo appartenuti all’Orda d’oro, i viaggiatori scoprirono una terra e un popolo ben diversi da quelli favoleggiati o descritti dai loro predecessori.
L’Oriente prima de Il milione
Della cultura mongola, Guglielmo da Rubruck e Giovanni da Pian del Carpine avevano conosciuto solo la parte nomade, composta dalle stesse tribù che ancora oggi cavalcano attraverso le steppe al confine con Russia e Cina. Prima della stesura de Il milione, la concezione che gli occidentali avevano delle popolazioni asiatiche erano limitate al concetto degli allevatori di yak che ancora vivevano in tende di pelliccia semoventi. Una realtà che Marco Polo ribalta con i suoi resoconti dettagliati sulla storia e la cultura del civilizzato impero dei Khan.
Giunti a Xanadu, i Polo vennero condotti alla corte del gran Khan, dove conobbero il sovrano in persona: Kublai, signore del più potente impero a oriente di Samarcanda, città all’epoca ritenuta il confine tra Asia ed Europa. Ne Il milione, Marco racconta dettagliatamente come per diciassette anni i Polo siano rimasti al servizio del Khan, in qualità di ambasciatori e consiglieri.
La struttura e i capitoli dell’opera di Marco Polo
Il testo del volume è stato redatto da Rustichello in lingua franco veneta, il registro tipico dei romanzi cavallereschi di cui lo scrivano era autore, questo per garantire la più ampia diffusione possibile per il pubblico dell’epoca.
Il milione è diviso in numerosi capitoli, ciascuno dei quali preceduto da una piccola rubrica che ne riassume il contenuto e inizia (capitolo 1) con il racconto fatto da Marco Polo allo scrivano pisano.
I successivi capitoli (da 2 a 17) raccontano la storia di Niccolò e Matteo Polo, dei loro viaggi in medio oriente e della prima colta in cui vennero in contatto con gli emissari di Kublai Khan, che incontrarono di persona nella regione dell’odierno Uzbekistan. Nonché di come il gran Khan ne fece i propri ambasciatori in occidente, investitura grazie alla quale ottennero fama e fortuna anche agli occhi del neo pontefice Gregorio X.
Nei capitoli centrali del libro (da 18 a 74) viene descritto il lungo viaggio che portò i Polo a raggiungere il Catai. Questa è la parte più importante della narrazione, in cui Marco illustra doviziosamente le molte culture diverse incontrate lungo il cammino da occidente a oriente.
Una volta giunti a Xanadu, l’autore inizia a raccontare le battaglie e gli eventi che portarono alla nascita dell’impero (capitoli sa 75 a 80), cui seguono un ritratto del Khan (nei capitoli da 81 a 103) e la descrizione delle diverse culture che componevano l’impero mongolo (capitoli da 104 a 209).
Il milione: la critica e l’accoglienza
Per molti anni il volume di Marco Polo venne regalato dalla Repubblica di Venezia a tutti i mercanti che intraprendevano viaggi verso oriente. Per tre secoli Il milione rappresentò il più importante trattato sul lontano oriente e le descrizioni in esso contenute aiutarono sia gli esploratori che i geografi. Questi ultimi in particolare ampliarono i mappamondi e le cartine geografiche basandosi sulle informazioni fornite all’interno del libro. Per capire l’impatto che l’opera di Polo ebbe sul mondo, basta ricordare come Cristoforo Colombo avesse basato su di esso il proprio progetto di trovare una via commerciale per il Catai navigando verso occidente.
Il milione e la letteratura di viaggio
Vero e proprio capolavoro del genere, Il milione aprì la strada a quello che oggi è un genere letterario di grande pregio. Se quella del diario di viaggio è per noi una forma di scrittura molto diffusa lo dobbiamo indubbiamente sia a Marco Polo che a Johann Wolfgang Von Goethe, che molti secoli più tardi, nel 1817, diede alla stampe il suo Viaggio in Italia. Un testo che ha influenzato a sua volta profondamente la letteratura di viaggio, rinnovandola nei decenni successivi.
Ad accomunare i due testi c’è la funzione divulgativa delle opere, costruite con lo scopo di mostrare ai lettori le meraviglie dei luoghi visitati, trasformando il viaggio in un’esperienza di vita e bellezza.
Gli adattamenti teatrali e cinematografici
Molti sono stati gli adattamenti de Il milione per il grande e il piccolo schermo, nonché per i palcoscenici teatrali e i microfoni radiofonici (tra cui la serie televisiva del 2014 prodotta da Netflix).
Tuttavia resta celebre nella storia del piccolo schermo lo sceneggiato del 1982, importante pietra miliare televisiva non solo in termini artistici, ma anche tecnici e politici. Trasmessa in 46 Paesi del mondo, dagli Stati Uniti alla Francia, ha rappresentato la prima collaborazione diretta tra un’emittente cinese e una occidentale, mettendo insieme le forze dell’americana NBC, della nostra RAI, della nipponica TBS e della cinese CCAA. Con la regia di Giuliano Montaldo, le musiche di Ennio Morricone e i costumi di Enrico Sabbatini, la miniserie di otto puntate si è avvalsa di un cast stellare. Da Kenneth Marshall ad Anne Bancroft (Il Laureato), da Burt Lancaster (Il Gattopardo) a Leonard Nimoy (il celebre Spock di Star Trek).
Una produzione faraonica (compresa la ricostruzione storica di Piazza San Marco presso l’isola di Malamocco) per una miniserie seguita da milioni di spettatori e che ancora oggi mantiene degli altissimi standard artistici.