Imperia. Lo spazio mediterraneo dal mondo antico all’età contemporanea
Da quando Fernand Braudel, nella seconda metà del Novecento, ha raccolto e pubblicato i risultati della sua ricerca nel volume Civiltà e Imperi del Mediterraneo ai tempi di Filippo II, l’intero modo d’interpretare la storia mediterranea ha subito un riassetto. In quest’opera per la prima volta il Mediterraneo non è considerato solo lo sfondo di una storia, ma è esso stesso protagonista, in un periodo in cui gli equilibri di civiltà, culturali e politici si giocano ancora tra le sponde del Mare Nostrum; prima che siano destinati a cambiare con lo spostamento del baricentro della storia mondiale altrove. Nel solco tracciato dal grande storico francese, si pone il volume edito da InFieri. La pubblicazione degli atti del simposio Imperia. Lo spazio mediterraneo dal mondo antico all’età contemporanea segue dunque queste linee storiografiche, ponendosi l’obiettivo di far emergere con ancora maggior chiarezza l’aporia di barriere cronologiche che limitano il dibattito sul falso bel tema, così definito da Lucien Febvre, del Mediterraneo e che ingabbiano il Mare Nostrum in paradigmi storiografici settoriali che perdono di vista il suo olismo e la sua ricchezza fluida e in perenne evoluzione. Qui il Mediterraneo è considerato come un collante narrativo ed interpretativo forte, pluridirezionale, esso infatti permette di rintracciare i tratti comuni e le strutture permanenti più profonde sia lungo la linea del tempo, Antichità-Modernità; sia lungo l’asse spaziale Nord-Sud ed Est-Ovest. La braudeliana lunge durèe, si manifesta plasticamente all’interno della raccolta. L’opera, organizzata in tre parti tematiche, si interroga sulla definizione di impero, analizzando e mettendo a confronto gli imperi dell’età antica, spaziando dal mondo assiro del Vicino Oriente all’impero romano al suo apogeo; successivamente vengono messe in evidenza diverse chiavi di lettura per uno studio del Mediterraneo tra medioevo ed età moderna; ed infine, il Mediterraneo orientale nell’età contemporanea, dal mar Adriatico fino a Istanbul, diventa il protagonista, mettendo in luce il periodo di transizione in cui l’impero ottomano crolla sotto le spinte nazionalistiche. La storia plurale, dunque, quella degli imperi mediterranei, viene affrontata in questa raccolta di contributi di giovani ricercatori delle università italiane ed estere che muovendo da vecchi e recenti modelli interpretativi, prospettano nuovi orizzonti di ricerca. Interessante, risulta essere in questo senso, il saggio di Maria Rocca, L’Impero in periferia: i feudi imperiali dell’Appennino ligure nel XVIII secolo, nella quale l’autrice studia l’impero come un modo altro di costruzione dello spazio politico, nei piccoli ed isolati centri dell’Appennino ligure, dove l’imperialità necessita una diversa declinazione rispetto al resto dei domini asburgici. Lo spazio mediterraneo si afferma, dunque nella sua policentricità, continuando ad essere da stimolo per la ricerca e la pubblicazione di riflessioni fondamentali sulla storia dell’uomo e del suo rapporto con il mondo.
Testo a cura di Francesco Carnevale