Intervista agli autori: “Le castagne di Martorana”
Le castagne di Martorana, fumetto nato dalle penne di Luca Rizzuto, Tancredi Vasile e Vincenzo Terranova e con le splendide tavole di Antonio Nonnato, narra la storia di due ragazzi, Sebastiano Cassarà e Inara Haddad che spinti da un ricordo riescono a fare un viaggio attraverso i luoghi e i tempi della storia palermitana. Il progetto, nato nel 2013 trova compiuta realizzazione in una serie di fumetti che si dipanano tra la microstoria dei personaggi principali e la macrostoria della terra siciliana attraverso il fil rouge della memoria.
Da dove nasce l’idea di una storia a fumetti?
L’idea nasce da un sogno comune: tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo desiderato incontrare dei personaggi storici per porgli delle domande. Da qui nasce l’idea di questo viaggio onirico dove Sebastiano e Inara potranno confrontarsi e imparare da personalità che appartengono alla storia più o meno recente.
Quasi come la madeleine di Proust, la frutta di Martorana dà l’avvio alla narrazione, che importanza ha quindi la memoria nel fumetto?
La memoria ha un ruolo centrale nel recupero, ad esempio, dei valori di appartenenza alla famiglia e all’affetto per i nonni. La tradizione dei morti non ha nulla di macabro, è il ricongiungersi con gli avi e sentirne la presenza viva. Ci ha molto ispirato l’uso di lasciare un posto vuoto a tavola per la ricorrenza del due di novembre proprio per rinsaldare il legame con i parenti defunti. I due ragazzi sono spinti dalla volontà di ricongiungersi con la nonna e cresceranno profondamente attraverso il contatto con la storia. Sebastiano, ad esempio, è pigro e vive come in una bolla e con l’aiuto di Inara dovrà mettersi in discussione.
Quindi si può parlare della Sicilia come di un personaggio?
La Sicilia più che essere un personaggio è uno spirito, una premessa indispensabile. Inara e Sebastiano sentiranno la fortissima spiritualità della Sicilia e sentiranno che possono cambiare le cose, anche se sono solo dei ragazzi semplici.