Jacqueline Kennedy Onassis, la First lady degli Stati Uniti
Jacqueline Kennedy Onassis, conosciuta come Jackie, nel 1953 sposò John Fitzgerald Kennedy, eletto nel 1960 presidente degli Stati Uniti d’America, diventando la First lady degli Usa.
In seguito alla morte di “JFK” nell’attentato di Dallas (1963), Jacqueline conobbe Aristotele Onassis. Nel 1968, ormai vedova, sposerà l’armatore greco, che nel frattempo interromperà la sua relazione con la cantante lirica Maria Callas.
Fino alla sua morte Jackie Kennedy Onassis fu un’icona del suo tempo.
L’infanzia e la gioventù di Jaqueline Kennedy
Jacqueline Kennedy, Bouvier da nubile, nacque nel 1929 negli Stati Uniti a Southampton da una famiglia dell’alta società americana. Il padre, John Bouvier, di origini francesi, era un esponente dell’alta finanza; la madre, Janet Norton Lee, era figlia di un direttore di banca e imparentata per vie traverse con i Rockefeller e Vanderbilt.
L’infanzia e l’adolescenza di Jackie furono caratterizzate dal lusso e da ogni tipo di agio che si addiceva a una famiglia dell’alta società dell’East Coast. Tuttavia nel 1940, i genitori di Jacqueline divorziarono e Janet Lee decise di risposarsi con il petroliere Hugh Auchincloss.
Nel corso della sua adolescenza, Jacqueline frequentò prima la Miss Porter’s School; tra il 1947 e il 1948 fu studentessa presso il Vassar College di Poughkeepsi e, tra il 1949 e il 1951, condusse i propri studi universitari tra la George Washington University e la Sorbonne di Parigi, dove soggiornò. Una volta conclusa la propria carriera universitaria, Jacqueline lavorò al The Washington Times, che le affidò inchieste fotografiche e interviste a note personalità del panorama politico e sociale della capitale. Fu durante uno dei suoi reportage che la futura First lady incontrò il suo destino: portava il nome di John Fitzgerald Kennedy.
Jacqueline e John Fitzgerald Kennedy: la First lady e il presidente degli Stati Uniti
Nel settembre del 1953 Jackie, dopo un breve fidanzamento con un broker, sposò John Fitzgerald Kennedy, di origini irlandesi, fervente cattolico e senatore dello Stato del Massachusetts per il Partito Democratico, astro nascente della politica americana.
Dal loro matrimonio nacquero quattro figli: Arabella, che nacque morta, Caroline, che ha ricoperto il ruolo di ambasciatrice degli Usa in Giappone fino al 2017, John Jr., morto nel 1999 in un incidente aereo, e Patrick, nato morto anche lui. Con le elezioni politiche del 1960, Jaqueline fu accanto al marito durante la campagna elettorale; tuttavia non riuscì a portare a termine il suo compito a causa della gravidanza.
L’8 novembre del 1960 John Fitzgerald Kennedy sconfisse il candidato favorito alla presidenza per il Partito Repubblicano, Richard Nixon, diventando il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Da quel momento, non solo JFK, ma anche Jacqueline divenne una vera e propria icona, conducendo una vita sotto i riflettori. La sua riconosciuta abilità sociale ebbe effetti positivi sulle relazioni internazionali statunitensi.
È rimasto leggendario il suo savoir faire che riuscì a catturare il generale Charles de Gaulle a Parigi e il segretario dell’Urss Nikita Kruscev, che rimase da lei affascinato nel corso del summit di Vienna. Fu emblematico l’episodio in cui si incontrarono Jacqueline Kennedy e la moglie del leader sovietico, Nina Krushcheva, in cui la First lady riuscì a mettere in risalto la moglie di Kruscev, che rispetto al marito era stata sempre in secondo piano. Un altro episodio della vita di Jackie fu l’incontro con la regina Elisabetta II. La stampa britannica in quei giorni riportava sui giornali come il popolo fosse in fermento e non vedesse l’ora di accogliere la coppia presidenziale.
In quell’occasione Elisabetta, dopo essersi preparata a dovere per il presidente Kennedy e Jacqueline, vestì un abito in tulle blue royale, a cui vennero abbinati dei guanti di raso e gioielli che montavano diamanti e zaffiri.
L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy
Il 21 novembre 1963 Jacqueline e John lasciarono la base aerea militare di Andrews; prima si fermarono a San Antonio, poi andarono a Houston per una visita ufficiale alla Nasa. Il giorno successivo volarono all’aeroporto di Dallas. Una volta arrivati nella città texana, lungo il tragitto che separava l’auto con a bordo il presidente e il luogo in cui avrebbe dovuto tenere un discorso, John Fitzgerald Kennedy fu vittima di un attentato. Il 22 novembre 1963 entrò per sempre nella storia: Jackie si ritrovò con il vestito sporco di sangue e con frammenti del cervello del marito tra i capelli, ma ormai non c’era più niente da fare.
John era morto, ma il coraggio e il contegno dimostrato nei momenti successivi all’assassinio le procurarono l’ammirazione dell’opinione pubblica. Jacqueline Kennedy, tenendo i figli per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew. Il quotidiano londinese London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà». Nonostante la morte di John, Jackie rimase accanto al cognato Robert.
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Jacqueline Kennedy e il matrimonio con Onassis
Dopo la morte del marito, Jacqueline continuò a godere della stima e dell’affetto del popolo americano e del mondo.
In seguito alla morte di John, suo fratello Robert, detto Bobbie, decise di candidarsi alla presidenza per continuare la politica del fratello defunto. Jackie stette al fianco di Robert, aiutandolo e consigliandolo nel corso della campagna elettorale. Tuttavia nel 1968 Bobbie venne assassinato e Jacqueline decise di lasciare il Paese. Il 20 ottobre dello stesso anno in cui venne ucciso il cognato, sposò il ricco armatore greco Aristotele Onassis, che troncò la sua storia d’amore con la cantante lirica di origine ellenica Maria Callas.
I due vissero per molto tempo sull’isola privata di Onassis, l’isola di Skorpios. Con il secondo matrimonio, Jacqueline perse la protezione dei servizi segreti americani, ma si legò ad un uomo che aveva denaro e potere a sufficienza per garantirle il tenore di vita a cui era abituata. La relazione coniugale era stata puntigliosamente regolata da un contratto prematrimoniale, stilato dagli studi legali di fiducia dei coniugi. Vi era previsto di tutto: dal numero minimo di fine settimana che i coniugi avrebbero dovuto trascorrere insieme ogni anno, a quale percentuale del patrimonio del marito sarebbe toccata a Jackie a titolo di “alimenti”, in caso di divorzio, commisurata al numero di anni che sarebbe durato il matrimonio.
Una relazione che non funzionò apparentemente bene: la coppia raramente trascorse il proprio tempo insieme più di quanto garantito dal contratto e Jacqueline finì per dedicarsi ai viaggi e allo shopping. Nonostante Onassis si trovasse bene con i figliastri Caroline e John, la figlia Christina Onassis non legò mai con Jacqueline. Alla morte dell’armatore, nel 1975, Jackie si ritrovò ad ereditare un impero. Tuttavia, essendosi convertita alla confessione ortodossa, il diritto canonico e la legge vietavano che gli stranieri potessero ereditare patrimoni sopra ad una certa somma; in oltre Onassis era divorziato e Jackie, per la legge dell’epoca, era la sua “concubina”.
Gli ultimi anni e la morte di Jacqueline Kennedy
A seguito della morte di Aristotele Onassis, e ritrovatasi vedova per la seconda volta, Jackie decise di trasferirsi nuovamente negli Stati Uniti. Negli ultimi anni della sua vita riprese a lavorare come giornalista e collaborò con alcune riviste e quotidiani, ovviamente la sua figura era ancora sotto i riflettori e oggetto di attenzione da parte dei giornali.
Nel dicembre del 1994 le venne diagnosticato un linfoma di Hodgkin, che l’avrebbe portata alla morte nel maggio dello stesso anno. La salma di Jacqueline Kennedy venne sepolta nel cimitero della Contea di Arlington, in cui si trovava la tomba del presidente Kennedy. Alle esequie furono presenti i figli Caroline e John Jr., il presidente Bill Clinton con la moglie Hillary e Lady Bird Johnson, moglie del vicepresidente e presidente in pectore alla morte di JFK, Lyndon B. Johnson. Bill Clinton, come venne riportato all’epoca dal New York Times, ricordò Jackie come «remarkable woman whose life will forever glow in the lives of her fellow Americans» (“una donna straordinaria, la cui vita splenderà per sempre in quelle dei suoi concittadini americani”).
Nel suo discorso il presidente americano esaltò ulteriormente le doti straordinarie della ex First lady, mettendo in risalto come sopportò con dignità e forza i fardelli della sua esistenza.