La rifondazione della Massoneria Siciliana e il Risorgimento
La struttura organizzativa della Massoneria italiana subisce una radicale mutazione durante il Risorgimento; l’esoterismo e la speculazione filosofica sono mesi in secondo piano e ci si proietta nei processi politici e sociali di costruzione dell’Unità d’Italia. Il nuovo corso massonico in Sicilia nasce con la scelta di Garibaldi di fondare nel 1860 il Supremo Consiglio Grande Oriente d’Italia di Rito Scozzese Antico e Accettato Valle dell’Oreto sedente all’Oriente di Palermo, assumendone la guida (in una sola seduta è investito di tutti i gradi del Rito Scozzese dal 4 al 33°). Il progetto è di creare un soggetto politico che, facendo perno su Palermo, supporti il processo che porterà all’unità d’Italia con Roma Capitale. Il Gran Maestro Garibaldi, infatti, in suo decreto del 1865 ribadisce che il Grande Oriente d’Italia ha sede provvisoria a Palermo, finchè Roma non sia capitale degli Italiani. I massoni siciliani, sotto l’attenta regia del Crispi, plaudono formalmente al progetto di Garibaldi, ma, di fatto, si rendono conto che non possono essere il motore dell’unificazione dei liberi muratori italiani e preferiscono ripiegare sulla dimensione regionale consolidando una struttura alla quale si affida la costruzione del consenso elettorale sul partito democratico. E’ quanto emerge dalla lettura di alcuni fascicoli dell’archivio dell’Oriente palermitano ritrovati causalmente e contenenti una documentazione che va dal 1861 al 1900. Il braccio operativo del Maestro Venerabile ad vitam 33 Francesco Crispi a Palermo è il M. V. 33 della Loggia Centrale Giovan Battista Chianello Barone di Boscogrande non solo consigliere provinciale e comunale, ma anche responsabile della segreteria elettorale del Presidente del Consiglio e del suo gruppo di deputi. La sua capacitè organizzativa è messa alla prova soprattutto nelle elezioni anticipate del 1892. Crispi e il suo gruppo sono in affanno in quanto i suoi avversari contano sull’appoggio dei Presidenti del Consiglio Rudinì prima e Giolitti poi. Boscogrande agisce, in continuo contatto epistolare e telegrafico con Crispi, con grande accortezza raccordando l’impegno dei fratelli con quello dei profani. Sul fronte della massoneria il 28 maggio 1892 organizza un incontro con il Maestro Venerabile Francesco Crispi 33° presso il punto geometrico accessibile solo ai liberi muratori regolari della Massoneria universale (il Tempio massonico), posto in via Biscottari nel Palazzo Conte Federico, alla presenza dei fratelli delle Logge: Centrale (Maestro Venerabile Chianello di Boscogrande 33°), Alighieri (M.V. Carmelo Trasselli 33°), Risveglio (M.V. Giovanni Lucifora 33°), Triquetra (M. V. Giuseppe Masnata 30°), Ercta (M.V. Francesco Paolo Tesauro 30°), Cosmos (M.V. Giorgio Maggiacono 18°). La lettura del resoconto degli interventi della serata fornisce un vivido ritratto delle posizioni politiche sia del Crispi sia dei massoni che operano su Palermo. L’intervento di Lucifora (sarà assessore comunale) riprende e sviluppa il tema che il massone Crispi abbia avuto un ruolo determinante nel convincere Garibaldi a venire in Sicilia affermando tra gli applausi: ma siamo sinceri senza le insistenze quotidiane, senza le menzogne sante di chi affermava che la Sicilia compatta attendeva il momento della levata forse Garibaldi non sarebbe partito da Quarto e l’Italia non sarebbe unita. Boscogrande, inoltre, organizza comitati, promuove banchetti elettorali come quello che si svolgerà all’Hotel des le Palmes con presenze significative come quelle di Girolamo Ardizzone direttore del Giornale di Sicilia, di Artese direttore del Corriere del Mattino, di Michele Serra direttore dell’Amico del Popolo o dell’avvocato Giacchino Seminara. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per la campagna elettorale affidandone la tesoreria al fratello massone Napoleone La Farina. Il giorno delle elezioni segue lo spoglio e invia il seguente telegramma a Crispi – Congratulazioni auguri sinceri a vostra eccellenza rieletto con voti 2138 – In realtà, i risultati non saranno esaltanti: Crispi è eletto ma Muratori, altro candidato crispino, soccombe sotto i colpi dello spregiudicato Trabia e dei Florio. La realtà politica di Palermo sta cambiando e la struttura delle Logge massoniche non può più contenere le spinte impresse dai Fasci e dai socialisti che stanno cambiando il quadro di riferimento politico.