John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti
John Kennedy, spesso abbreviato con l’acronimo di JFK, è stato il 35° presidente degli Stati Uniti d’America. Nato da una potente famiglia di origini irlandesi, fu protagonista di molte vicende che hanno segnato il corso della storia degli Usa. La sua morte, avvenuta il 22 novembre 1963 a Dallas, sconvolse il mondo.
John F. Kennedy: vita e ascesa politica
John Fitzgerald Kennedy nasce il 29 maggio 1917 a Brookline (Massachusetts) da una famiglia fortemente cattolica di origine irlandese. Si trattava del secondogenito di ben nove figli, tutti educati dal padre secondo un unico precetto: “Vincete, vincete sempre!”
Dopo gli studi, conclusi presso la prestigiosa Università di Harvard, si arruola volontario nella marina degli Stati Uniti e partecipa a diverse missioni durante la Seconda guerra mondiale.
Nella notte del 2 agosto 1943, mentre è di pattuglia vicino alle isole Salomone, la motosilurante PT-109 sotto il suo comando viene speronata e affondata da un cacciatorpediniere giapponese. Il giovane Kennedy riesce con determinazione e valore a salvare dall’annegamento diversi suoi compagni e a chiamare i soccorsi (nuotando con coraggio in acque infestate dagli squali). Per questo verrà insignito di una medaglia al valore militare e considerato dall’opinione pubblica come un eroe.
La morte in guerra del fratello Joseph junior coincide con l’inizio della carriera politica di John. Il primogenito della famiglia Kennedy, infatti, era stato designato come colui che avrebbe portato gli insegnamenti del padre, Joseph senior, verso le vette dell’alta politica. John si ritrova così a fare da rimpiazzo al fratello, il quale sarà il primo di una lunga lista di familiari deceduti, dando inizio a quella che in seguito verrà definita come “la maledizione dei Kennedy”.
Vinta la corsa per un seggio nel Massachusetts, Kennedy si candida nel 1952 per il Senato con lo slogan “Kennedy farà di più per il Massachusetts” e successivamente alla vicepresidenza per il Partito democratico, ponendo le basi per la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti avvenuta ufficialmente il 13 luglio 1960.
Il padre di John, Joseph P. Kennedy
Si è molto discusso riguardo alla figura del padre di John Kennedy.
Uomo brillante e con grande intuito per gli affari, “Joe” Patrick Kennedy diventa milionario a soli 30 anni. Le sue attività abbracciavano l’industria del cinema (nel 1928 Kennedy aveva fondato la RKO Radio Pictures) e la distribuzione degli alcolici.
Attivo sostenitore delle due campagne elettorali di Franklin Delano Roosevelt, Joseph Kennedy venne ricompensato con la presidenza della commissione Borsa e Finanze, che aveva il compito di riformare le regole di Wall Street dopo il drammatico crollo della borsa del “Martedì nero” del 29 ottobre 1929.
È opinione diffusa che, durante quel mandato, svolse attività illegali quali l’insider trading (cioè l’utilizzo illecito di informazioni riservate in Borsa), inquinando il mercato azionario e accumulando ingenti ricchezze che lo fecero diventare uno degli uomini più potenti d’America. Vi sono infine anche diverse teorie (mai realmente provate) che lo vedono come un potenziale contrabbandiere durante l’epoca del proibizionismo, con amicizie potenti tra i più noti criminali dell’epoca, da Sam Giancana fino ad Al Capone.
A far discutere furono anche parecchi aspetti del suo carattere. Joseph era un uomo dal comportamento imprevedibile, iracondo e alquanto dispotico con i figli. Nel 1941 si macchiò dell’orribile decisione di sottoporre la figlia Rosemary a un intervento di lobotomia solo perché troppo incline a sbalzi d’umore e troppo intraprendente con l’altro sesso.
Rimangono infine documentate le sue simpatie per il partito nazionalsocialista di Hitler.
John F. Kennedy: presidente degli Stati Uniti d’America
Nel 1960 Kennedy batté il candidato del partito repubblicano Richard Nixon e, all’età di 43 anni, divenne il primo presidente cattolico degli Stati Uniti d’America.
L’evento che sicuramente fece la differenza fu il famoso confronto televisivo tra lui e Nixon, trasmesso negli studi della Cbs a Chicago. Si trattò del primo dibattito in Tv nella storia degli Usa, un esempio eclatante del potere della televisione nella politica di una nazione democratica, che aprì la strada al modo di fare propaganda elettorale nelle decadi successive.
Durante il suo mandato, Kennedy inaugurò il concetto di politica definita da lui stesso di “nuova frontiera”, fortemente pacifista e dalla ferma intenzione di non ripetere gli errori delle due guerre mondiali. Tuttavia, fu proprio durante la presidenza di Kennedy che il mondo rischiò concretamente di sprofondare in un nuovo conflitto mondiale.
Il 17 aprile 1961, 1500 esuli cubani anticastristi finanziati dalla CIA sbarcarono a Cuba col compito di rovesciare il governo di Fidel Castro. L’operazione, nota come “invasione della Baia dei porci” (dal nome in cui avvenne lo sbarco dei rivoluzionari cubano/statunitensi) si rivelò un clamoroso fallimento.
La risposta del blocco sovietico (di cui Cuba faceva parte) fu posizionare missili nucleari sull’isola al fine di scoraggiare potenziali invasioni future. Gli Stati Uniti allestirono un blocco militare e per diverso tempo la tensione tra le due superpotenze rischiò di sfociare in un vero e proprio atto di guerra. L’accordo tra Kennedy e il presidente russo Nikita Chruščëv per la rimozione delle testate nucleari in Italia e Turchia e di quelle sovietiche a Cuba disinnescò i rischi di una guerra nucleare dagli esisti potenzialmente disastrosi.
L’assassinio di John F. Kennedy
Kennedy venne ucciso il 22 novembre 1963, nel corso di una visita ufficiale nella città a Dallas. Durante la parata in auto insieme alla moglie, il presidente fu raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco. Venne subito trasportato al Parkland Memorial Hospital di Dallas dove, nonostante i numerosi tentativi di rianimarlo, gli venne somministrata l’estrema unzione.
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Dopo poche ore dall’attentato fu arrestato Lee Harvey Oswald, un ex militare. Sarà l’unico incriminato per l’omicidio del presidente. Ma non verrà mai processato in quanto assassinato a sua volta da Jack Ruby (un piccolo criminale locale) all’uscita dalla centrale della polizia di Dallas, due soli giorni dopo il suo arresto.
Il video di Abraham Zapruder – un videoamatore locale che documenta l’attentato di Kennedy – fu in seguito acquistato dalla rivista Life per 150 mila dollari. Il documento rimase tuttavia segreto per ben 12 anni, quando fu trasmesso dalla rete ABC.
Film e libri sui Kennedy
Gran parte della filmografia su John Kennedy si è occupata soprattutto dell’attentato di Dallas. JFK – un caso ancora aperto di Oliver Stone (1991) è probabilmente il film più compiuto che racconta gli eventi e le controversie legate a quell’evento (tutt’oggi ancora da chiarire).
Altre opere si sono occupate di eventi cruciali della presidenza kennediana, come Thirteen days, di Roger Donaldson (2000), che si concentra sugli eventi successivi all’operazione “invasione della Baia dei porci” e che che scatenò la reazione dell’Unione Sovietica e la successiva crisi dei missili di Cuba.
Altri film hanno voluto tratteggiare le tragiche vicende dei membri della storia famiglia Kennedy. Bobby di Emilio Estevez (2006) racconta la storia del fratello di John, Robert Francis Kennedy (chiamato affettuosamente Bobby) che fu tragicamente ucciso il 4 giugno del 1968, proprio la sera della sua vittoria alle primarie democratiche in California, perpetrando il mito della “maledizione dei Kennedy”.
Jackie di Pablo Larraín (2016) invece preferisce concentrarsi sulla figura della first lady Jacqueline Bouvier Kennedy, soprattutto negli anni che seguirono i tragici eventi di Dallas.
Un quadro esaustivo dell’intera famiglia emerge dalla miniserie televisiva del 2011 in otto puntate The Kennedys.
Molti invece i saggi che hanno raccontato la vita e la figura del grande presidente americano. Tra i più interessanti vi sono:
- Arthur Schlesinger: I mille giorni di John Fitzgerald Kennedy (Rizzoli, 1966), scritto dal consigliere storico di Kennedy alla Casa Bianca e che attualmente si configura come la biografia più dettagliata e attendibile in circolazione.
- Anatolij Gromiko: John Fitzgerald Kennedy e la macchina del potere (Editori Riuniti, 1969) che racconta Kennedy dal punto di vista di chi si trovava dall’altro lato della contesa, ovvero i sovietici. Il libro assume contorni molto interessanti soprattutto quando si concentra sugli eventi che hanno scatenato la crisi missilistica di Cuba.
- Jacques Lowe: I miei anni con Kennedy (L’ippocampo, 2013) spettacolare galleria fotografica sugli anni della presidenza di Kennedy ad opera del suo fotografo ufficiale nonché grande amico.