La storia e il significato della Shoah degli ebrei
Cosa significa Shoah e quali furono gli avvenimenti storici che portarono alla morte di milioni di ebrei e non solo, durante la Seconda guerra mondiale?
Le storie dei sopravvissuti servono a mantenere viva la memoria. Nonostante le restrizioni a causa del Covid-19 la comunità si stringe sul web per non dimenticare le atrocità subite dai deportati nei campi di concentramento.
Il significato dei termini “Shoah” e “Olocausto”
“Shoah” vuol dire devastazione, rovina, catastrofe e nella tradizione ebraica è considerato il termine più indicato da utilizzare facendo riferimento ai fatti della Seconda guerra mondiale, anche perché il significato della parola in ebraico rimanda al testo biblico.
Il termine “olocausto” invece – di uso più comune soprattutto in inglese e in italiano – non è in realtà appropriato per descrivere lo sterminio di milioni di persone ebree. L’olocausto, com’è noto, indica infatti l’offerta di un sacrificio per un dato fine: esemplificativi sono gli olocausti dei testi biblici che descrivono i sacrifici come offerta totale di se stessi a Dio; oppure, nel mondo greco antico, le pratiche in cui venivano sacrificati gli animali per ottenere il favore delle divinità.
Quindi l’olocausto in questo caso è un male che serve e che ha un determinato fine, come ha commentato la docente di storia dell’ebraismo Luciana Pepi, che ha aggiunto: «Shoah è il termine più appropriato proprio perché non si può sostenere che l’annientamento di milioni di persone abbia avuto lo scopo di un sacrificio rituale».
Lo scenario del nazismo
Il nazismo è stata la feroce dittatura instauratasi in Germania come effetto del primo conflitto mondiale, che vide il disfacimento degli imperi dell’aerea tedesca e un complessivo riordino territoriale. A questo si aggiunsero le ripercussioni della crisi economica iniziata nel 1929 che portò alla dissoluzione della repubblica di Weimar. La denuncia degli accordi di pace e la rivendicazione di un ruolo di grande potenza per la Germania consentirono a Hitler un percorso politico che poteva contare sulla salda alleanza delle élite economiche nazionali e dei conservatori tradizionali. Una volta giunto al potere, si servì del terrore e della propaganda per dare vita a un regime totalitario che ebbe nell’antisemitismo il suo più distintivo collante ideologico.
Le leggi razziali e l’indottrinamento ideologico
I treni dove la gente veniva accatastata e costretta a stare giorni sono solo la punta dell’iceberg di un indottrinamento ideologico che cercò prima le sue giustificazioni nella scienza – con l’utilizzo di teorie come l’eugenetica e la selezione della razza – e poi nell’educazione, la chiave per la formazione di un individuo devoto al regime.
Nel 1916, l’eugenista americano Madison Grant pubblicò un libro che diversi anni dopo Adolf Hitler giunse a considerare la sua bibbia. Si intitolava The passing of the great race (La scomparsa della grande razza): l’obiettivo era di raccogliere, nascosti dal paravento della beneficenza, tutti i «pervertiti, ritardati e storpi ereditari» della nazione e sterilizzarli. Quando Hitler, oltre dieci anni dopo, firmò le prime leggi tedesche sulla sterilizzazione obbligatoria, il dottore ed eugenista americano Joseph DeJarnette lamentò che «i tedeschi ci stanno battendo al nostro stesso gioco». [1]
Con le leggi di Norimberga del 1935 gli ebrei furono esclusi dal diritto di voto e dagli impieghi pubblici, dall’esercizio di libere professioni, dal commercio, dalle banche, dall’editoria. Si proibivano i matrimoni “misti”, e anche i rapporti sessuali tra ebrei e tedeschi e si dichiaravano nulli quelli già celebrati. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 – la “Notte dei cristalli” – in Germania si svolse la più violenta manifestazione di antisemitismo che l’Europa avesse visto, con eccidi e distruzioni di negozi ebraici e sinagoghe.
Nel 1938 anche l’Italia si dotò di una legislazione antiebraica sul modello tedesco. Gli ebrei italiani furono privati della cittadinanza. Il 14 luglio 1938 sul Giornale d’Italia, apparve il Manifesto degli scienziati italiani che definì la cornice ideologica al cui interno di iscrisse il progetto di legge.
I sopravvissuti alla Shoah
È il momento di ascoltare come non mai la voce dei testimoni diretti, ma anche di fare i conti con la vita e di rendersi consapevoli del fatto che i sopravvissuti alla Shoah che adesso possono ancora direttamente testimoniare hanno un’età avanzata. Quelli che all’epoca dei fatti avevano dieci anni, classe 1930, adesso sono novantenni.
Si apre quindi la finestra alle testimonianze di seconda e terza generazione, quelle che hanno ascoltato le parole dei loro genitori, nonni, zii nei momenti in cui la famiglia si riuniva per ricordare le atrocità viste con i propri occhi. In molti casi però, si è anche verificato il contrario, cioè che il dolore subito fosse talmente profondo da non riuscire a raccontarlo, anche per anni. Questo è quanto successo ad alcuni superstiti, tra cui Liliana Segre e Sami Modiano.
Il materiale fino ad ora raccolto con filmati e interviste sta vivendo il momento cruciale della resa dei conti. È il passaggio del testimone: tocca alle nuove generazioni tramandare le testimonianze dell’orrore vissuto dai propri familiari, affinché la memoria si mantenga viva. Ascoltare e trasmettere le informazioni è un dovere che non si ferma alla discendenza diretta, ma che abbraccia l’intera comunità internazionale.
I sopravvissuti: Liliana Segre, Sami Modiano, Piero Terracina
Liliana Segre. Nata a Milano il 10 settembre 1930, è stata nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale».
Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Fu subito separata dal padre, che non rivide mai più. Liliana ricevette il numero di matricola 75190, tatuato sull’avambraccio. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la “marcia della morte” verso la Germania.
Fu liberata il 1º maggio 1945 dal campo di Malchow a Ravensbrück, dall’Armata rossa.
Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, Liliana Segre fu tra i 25 sopravvissuti, insieme a Sami Modiano.
“Temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite”. (Liliana Segre)
Piero Terracina. Nato a Roma il 12 novembre 1928, scomparso l’8 dicembre 2019, è stato deportato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 1944. Fu l’unico sopravvissuto della sua famiglia, erano in otto.
A seguito del decreto-legge sulla difesa della razza nella scuola italiana fascista del 1938, era stato costretto, come tanti altri bambini, a frequentare la scuola ebraica, dove coltivò amicizie che furono la sua salvezza soprattutto dopo il ritorno dall’inferno del campo di concentramento.
Nelle ultime interviste di chi lo ha incontrato, raccontava un ricordo indelebile prima di essere allontanato per sempre dai suoi genitori. Era sul treno per il campo di concentramento, e prima di scendere da quel vagone che puzzava già di morte, suo padre disse: “Da questo momento in poi vivrete momenti terribili, ma ricordatevi di non perdere mai la vostra dignità”.
Tra le amicizie vere, Terracina ricordava sempre quella fraterna con Sami Modiano, conosciuto ad Auschwitz.
“È fondamentale, indispensabile, che la gente sappia cosa è avvenuto. Lo sento come un dovere, per cercare di evitare che il passato possa ritornare”. (Piero Terracina)
Samuel Modiano, detto Sami. Nato a Rodi il 18 luglio 1930, è sopravvissuto al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau dove fu deportato nel 1944. In più di un’occasione riuscì a salvarsi la vita dalle camere a gas, come quando all’arrivo di un trasporto di patate un ufficiale delle SS ebbe bisogno di manodopera per scaricarlo e chiamò lui. Il destino di morte non l’aveva avuta vinta, ma il rischio di venire uccisi per un sì o per un no era sempre in agguato.
Nel 1945, quando i sovietici erano a poche decine di chilometri dal campo, i tedeschi presero i superstiti e da Birkenau camminarono verso Auschwitz. Durante la marcia Sami si accasciò a terra senza forze, abbandonando le speranze, ma fu sollevato da due sconosciuti che lo lasciarono su un cumulo di cadaveri per mimetizzarlo. Al suo risveglio, ormai salvo, vide una casa in lontananza. Lì trovò altri superstiti del campo, fra i quali Primo Levi e l’amico Piero Terracina. Il giorno dopo arrivarono i sovietici. Era il 27 gennaio del 1945.
Anche Sami è tra i soli 25 bambini ebrei italiani dei 776 di età inferiore ai 14 anni che sopravvissero nei campi di concentramento. Dell’intera comunità ebraica di Rodi rimanevano solo 31 uomini e 120 donne.
“Non sono un uomo come tutti gli altri, ho una piaga dentro, i miei silenzi, i miei incubi, ma c’erano sempre nella mia mente queste parole: tieni duro Sami, tieni duro, tu ce la devi fare”. Sami Modiano.
Eventi per il Giorno della Memoria 2021
Per il Giorno della Memoria 2021, a causa delle restrizioni per il Covid-19, l’abbraccio della comunità internazionale potrà essere soltanto virtuale.
Ma sarà ampio lo spazio multimediale dedicato alla commemorazione delle vittime della Shoah. Da nord a sud gli studenti di tutte le scuole si incontreranno sulle piattaforme digitali per condividere momenti di riflessione sul tema tra testimonianze e racconti storici.
Cos’è cambiato con l’attuale condizione sanitaria che impone la distanza sociale e la DAD per le scuole è evidente, ma non una giustificazione valida per fare meno. A differenza delle celebrazioni pre Covid-19, quest’anno non ci saranno incontri né scambi di sguardi di presenza ma uno schermo e un codice di accesso ad una piattaforma.
Gli appuntamenti per il Giorno della Memoria 2021:
- Da oggi, dal portale web dell’Ateneo di Palermo, www.unipa.it sarà possibile accedere al programma articolato su tre diversi percorsi tematici: musica concentrazionaria, teatro e letteratura.
- L’Istituto siciliano di studi ebraici incontra le scuole per parlare di Shoah attraverso i racconti dei testimoni di seconda generazione e studiosi esperti sul tema. L’incontro verrà trasmesso in diretta alle ore 10 di oggi su Youtube a cui si potranno collegare sia le scuole che i singoli ragazzi digitando “Istituto siciliano studi ebraici”. La registrazione dell’evento rimarrà a disposizione anche nei giorni seguenti.
- Alle ore 17 dal Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino andrà in scena, in diretta streaming su facebook lo spettacolo di Opera dei Pupi “Dalla Sicilia a Dachau” della Compagnia Marionettistica popolare siciliana.
- Sempre in occasione della Giornata della Memoria il concerto di Yankele Ensamble composto da Luisa Hoffmann, Dario Compagna e Pierpaolo Petta, in streaming sul sito di Arci Tavola Tonda e sul canale Vimeo alle ore 10
- E ancora, tra gli appuntamenti, Raicultura mette a disposizione un gran numero di documentari on line sul proprio sito internet.
Bibliografia:
- “I pesci non esistono”, Lulu Miller, addEditore 2020