L’editoria accademica oggi. Logiche di mercato e politiche di qualità
Sono conciliabili logica di mercato e ricerca scientifica di qualità? Se sì, come e con quali mezzi è possibile che le pubblicazioni accademiche abbiano un proprio spazio nel mercato editoriale?
La risposta la diede nel 2016 l’Ateneo palermitano con la fondazione della Palermo University Press, che durante il festival Una marina di libri festeggia un nuovo successo: l’inserimento all’interno del Coordinamento UPI (University Press Italiane). Apre l’incontro il Magnifico Rettore Fabrizio Micari, che nel ricordare la rapida crescita della casa editrice riafferma la necessita di quest’ultima nell’affermazione della specifica identità dell’Università di Palermo e nella valorizzazione della ricerca.
Sono tuttavia innumerevoli gli ostacoli da affrontare. Un quadro di insieme ce lo dà Claudia Napolitano, presidente UPI: in Italia, sebbene si pubblichi mediamente come nel resto d’Europa, gli indici di lettura sono bassissimi. Il business degli audiolibri è in continuo aumento e il settore trainante dell’editoria italiana sono i ragazzi (si legge moltissimo fra i 18 e i 24 anni) e contemporaneamente il digitale ha già trasformato nel profondo ricerca e didattica.
Il professor Livan Fratini ricorda inoltre quanto sia necessario garantire sempre la qualità delle pubblicazioni, anche in risposta ad una ‘deriva digitale’ che potrebbe divenire pericolosa e che tuttavia può essere messa a paragone con l’invenzione della stampa.
La professoressa Laura Auteri spiega infatti come anche nel secolo XVII si sia diffusa una disaffezione per l’oggetto libro, data dalla sovrabbondanza della proposta end’altronde anche le proposte di censura di ciò che viene pubblicato sul web non può che farci pensare all’Indice dei libri proibiti.
Il metodo dunque più efficace perché le case editrici universitarie possano entrare in un mercato così complesso è che si diano man forte a vicenda, sopperendo l’una alle mancanze dell’altra in una logica di mutua collaborazione propria delle UPI, del «dove non arrivo io arriva l’altro».
Ciò consente oltretutto che il radicamento nel territorio non precluda la diffusione a livello nazionale e che anche realtà di recente formazione possano farsi strada con agilità, come ha dimostrato efficacemente la Palermo University Press.