L’era di Lincoln, il contesto politico e l’Unione americana
Dal punto di vista politico, l’Unione americana era una repubblica democratica di tipo federale.
Secondo la Costituzione del 1787, tuttora in vigore, il presidente, eletto a suffragio universale indiretto ogni quattro anni, era titolare dell’esecutivo. Il parlamento (Congresso), era bicamerale: una Camera dei rappresentanti e un Senato, nel quale sedevano due eletti per ogni Stato. Infine la Corte suprema, massima espressione del potere giudiziario che prevedeva nove giudici scelti a vita dal presidente su proposta del Congresso.
Tale era (ed è) l’assetto del potere al centro. Punto nevralgico della Costituzione per il dipanarsi dei primi conflitti fu proprio un emendamento, il decimo, secondo cui ogni stato dell’Unione godeva di forti autonomie ed era libero di legiferare su diverse materie importanti, come il mantenimento o meno della schiavitù e della pena di morte.
I repubblicani di Abramo Lincoln
Dopo la guerra di indipendenza (1775-1783) due linee politiche si erano confrontate duramente in seno al Congresso: da un lato i federalisti, prevalenti al nord, propensi a proteggere il mercato interno americano con barriere doganali; dall’altro i repubblicani-democratici, meglio rappresentati al sud, che immaginavano la repubblica come agricola e decentrata, fondata su una gerarchia sociale al cui vertice stava un’élite di proprietari illuminati. I proprietari terrieri “illuminati” del sud, cui apparteneva George Washington, furono soppiantati alla guida dei repubblicani-federalisti dai democratici di Andrew Jackson.
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Se Jackson fu l’artefice della nascita del partito democratico moderno, Lincoln lo fu di quello repubblicano. I federalisti avevano dato vita a un movimento whig, d’impronta liberal-conservatrice, forte soprattutto al nord. Antischiavismo, difesa dei coloni che cercavano terra ad ovest e protezionismo a beneficio delle ferriere dell’est portarono nuova linfa al movimento whig che assunse il nome di Partito repubblicano.
Tra i fondatori del partito spiccava l’avvocato e l’uomo politico originario del Kentucky, Abraham Lincoln, meglio noto in italiano come Abramo Lincoln. Dall’incerto profilo rigido e con un iniziale agnosticismo verso la questione della schiavitù, divenne presidente degli Stati Uniti nel 1860 con il solo 40 per cento dei suffragi.
Il Great West e il massacro di pellerossa e messicani
L’ideologia nazionale, che accomunava entrambi i partiti, era alimentata dalla colonizzazione del Great West. Lo sterminato polmone verde, un ovest sconfinato dove fa crescere la pianta della libertà e della realizzazione piena dell’individuo. Peccato che già a questo ci avessero già pensato i popoli nativi che abitavano questi territori in pace e nel rispetto della natura e nella connessione con essa.
Il West diventò invece l’autentico spazio coloniale statunitense e a farne le spese furono oltre alle tribù dei nativi, anche i messicani, cacciati, dopo una guerra sanguinosa, prima dal Texas, poi dall’Arizona e dalla California.