MAGIA E STREGONERIA IN ETÀ MODERNA (PARTE SECONDA)
La stregoneria rappresenta qualcosa di diverso e più avanzato nel grado di classificazione esoterico. Quando oggi si parla di streghe e stregoni, si pensa al Sabba, alle cruente persecuzioni contro delle povere persone bruciate al rogo, dopo essere state perseguitate dalle comunità d’appartenenza. Costrette a confessare attraverso le torture più atroci davanti ad un giudice che emetteva delle sentenze sbrigative dopo processi abbastanza sommari svolti all’ombra di una istituzione ecclesiastica quale fu quella dell’inquisizione (romana, spagnola e portoghese), caratterizzando questo fenomeno come prevalentemente medievale. Tutto corretto, se non fosse però, che il fenomeno è molto più ridotto ed eterogeneo di quanto sia oggi percepito dai non addetti ai lavori e che la cosiddetta “caccia alle streghe” fu un fenomeno prevalentemente moderno, non medievale.
Quello della partecipazione al Sabba fu uno stereotipo accusatorio che ritroviamo in tutta Europa.
Ci troviamo di fronte a delle comunità impaurite, deboli, instabili, sempre sul punto di essere decimate da un’epidemia o dalla fame, alla continua ricerca di un nemico che le compattasse. Questo nemico spesso era uno straniero, parlante una lingua diversa, un perfetto esempio di capro espiatorio ove ricercare continuamente il minimo segno di stranezza che potesse essere ricollegato alla sventura ed al soprannaturale al fine di eliminarlo per ristabilire la quiete all’interno del gruppo. Emblematico in questo senso che in Sicilia in età moderna le streghe venissero spesso appellate come le donne di fora. In realtà queste figure venivano considerate dalle comunità come delle controstreghe, figure esperte di magia bianca che si opponevano alla magia negra esercitata dalle streghe “ufficiali”, ma che gli inquisitori le assimilarono alle streghe classiche secondo i criteri previsti dai manuali che avevano a disposizione. Altro dato interessante, su cui riflettere, è che tra le donne di fora processate in Sicilia compaiano 11 uomini.
La partecipazione al Sabba, questa riunione diabolica ove le streghe si recavano volando di notte, banchettando col demonio, unendosi carnalmente a lui e rinnegando la fede in Dio rappresentò un atto d’accusa abbastanza diffuso in età moderna, ma mai preponderante all’interno dei processi inquisitoriali, istituzione, quella dell’Inquisizione che era nata, occorre ricordarlo per combattere gli eretici piuttosto che la stregoneria ed i commerci col demonio.
La strega per eccellenza era la donna, che come spiegava il malleus maleficarum, testo redatto probabilmente dai domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor nel 1486 e che circolò a lungo in tutta Europa, era più debole rispetto all’uomo, poiché lo stesso termine, femina derivante da fae et minus dotata di meno fede, la rendeva più facilmente attaccabile dalle tentazioni del demonio e dei suoi servi.
Il fenomeno della stregoneria diabolica, come dimostrato da tutti i più recenti studi, può essere delimitato spazialmente alle aree periferiche e lontane dai grandi centri urbani e culturali dell’epoca.
La magia che si diffuse nelle zone centrali, invece, fu una magia di largo consumo rispondente al soddisfacimento dei bisogni più immediati e per questa ragione lo studio di questo fenomeno rappresenta un prezioso specchio che restituisce allo storico un prezioso affresco di ciò che una società teme e quello di cui la stessa società crede di aver bisogno.
Una domanda, sorge spontanea adesso, quali furono queste richieste in età moderna? Cosa abbisognava all’uomo moderno per sentirsi appagato? Cosa temeva?
Nella società d’Antico Regime, esisteva una percezione spazio-temporale estremamente dilatata rispetto alla nostra, i tempi di percorrenza erano lunghissimi e quindi si chiedeva di poter percorrere parecchie miglia in poco tempo; oppure di diventare invisibili, o ancora le prostitute, per cui i libri di magia si rivelarono dei preziosi attrezzi del mestiere, utili al confezionamento di filtri d’amore, chiedevano l’intervento del soprannaturale per creare con i loro clienti un rapporto continuativo garantendosi una rendita sicura e stabile nel tempo.
Questi, che sono solo alcuni esempi della vasta gamma di richieste d’intervento soprannaturale rientravano all’interno di un paradigma conoscitivo e di competenze magiche piuttosto diffuse a livello popolare.
Magia e stregoneria, dunque, per lo storico, divengono elementi indispensabili per la ricostruzione della storia culturale di una determinata comunità. Una storia intricata ed interessante, cruenta e misterica, ma che rimane perfettamente calata nella dimensione culturale del suo tempo, nulla di più.
Per approfondire la redazione consiglia:
- Rosa, Lumi, Stregoneria e magia nell’Italia del Settecento, in Storia d’Italia. Annali 25. Esoterismo, Torino, Einaudi, 2012, pp. 359-375
- Veronese, L’inquisizione nel secolo dei Lumi, New Digital Frontiers, Palermo, 2017.
- Del Col, L’inquisizione in Italia, Mondadori, Milano, 2012.
- Cusumano, Libri e culture in Sicilia nel Settecento, New Digital Frontiers, Palermo, 2017.