La massoneria in Italia. Logge, gradi e simboli tra XVIII e XIX secolo
La storia della massoneria oggi rappresenta un argomento che affascina l’immaginario collettivo, complici anche i libri e la filmografia ad essa dedicata. Dal punto di vista storico – attraverso il sistema delle logge e la sua simbologia – si è creato un vero e proprio mito.
Essa nacque nel XVIII secolo, contribuendo nel secolo successivo all’unificazione e alla nascita del Regno d’Italia, consolidando la coscienza nazionale attraverso la creazione di una loggia nazionale: il Grande Oriente d’Italia.
Le origini della massoneria: le prime logge nell’Italia del XVIII secolo
Le radici della massoneria in Italia risalgono al XVIII secolo. La prima loggia che si annovera nella storia italiana è la Fidelitas (1), fondata in Calabria nel 1723 (2). Nel 1728 a Napoli venne istituita, con l’autorizzazione della Loggia d’Inghilterra, la Suprema unione, che fu la prima loggia massonica regolare, e nel 1731 ne venne fondata una a Firenze. Molti sono i nomi che fecero parte della formazione fiorentina, come il medico Antonio Cocchi (1695-1758) e il giurista Tommaso Crudeli (1702-1745) (3).
Tuttavia non tardarono ad arrivare le persecuzioni, le scomuniche e le condanne da parte della chiesa cattolica, che emanò nei confronti della loggia di Firenze la bolla In eminenti. A causa di questo provvedimenti, Tommaso Crudeli venne imprigionato dal Sant’Uffizio di Firenze, per morire di stenti nel carcere di Poppi (1745).
Tra il 1763 e il 1765 fu la volta del Granducato di Toscana, in cui vennero fondate due logge riconosciute dalla Gran loggia d’Inghilterra degli Ancient e, nel 1771, altre due riconosciute dalla Gran Loggia inglese dei Modern. Nel 1735 la massoneria cominciò a radicarsi anche nello Stato Pontificio attraverso la formazione da parte di alcuni inglesi di una loggia che praticava il rito scozzese. La loggia rimase attiva per soli due anni. Nonostante la pressante politica di persecuzione e repressione da parte del Sant’Uffizio, nel 1776 e il 1787 videro la luce altre due formazioni di rito scozzese (4).
Il 27 maggio del 1789, il sedicente conte di Cagliostro tentò di fondare una nuova loggia massonica, ma venne arrestato dal Sant’Uffizio, che lo dichiarò eretico e condannato a morte. Una pena che si trasformò nel carcere a vita.
In Liguria. tra il 1745 e il 1749. vennero costituite una loggia a Bordighera e due a Genova, alla fine del XVIII secolo ne nacquero altre due: la prima, che praticava il rito scozzese e aderente al Regime scozzese rettificato (1780); la seconda, vicina alla Gran loggia d’Inghilterra, tanto da meritare il titolo di Old British and Ligurian Lodge.
La massoneria e l’Unità d’Italia: Il Grande Oriente e il Risorgimento
In seguito al lungo processo di fondazione di logge massoniche sul territorio italiano, nel 1805 si ebbe la costituzione a Milano del Supremo consiglio d’Italia di rito scozzese accettato.
Secondo l’atto di fondazione: «Il Supremo Consiglio d’Italia crea e costituisce di sua sovrana autorità una Gran loggia generale in Italia sotto la denominazione di Grande Oriente del rito scozzese antico ed accettato».
Nello stesso anno venne formato il Grande Oriente con a capo Eugenio di Beauharnais e il principe Gioacchino Murat (1767-1815), maresciallo e cognato dell’imperatore Napoleone I Bonaparte, come Gran cancelliere. Per sottoscrivere l’atto di fondazione della neonata Loggia generale d’Italia, venne incaricato il giurista Gian Domenico Romagnosi (5).
Con la disgregazione dell’impero napoleonico e il Congresso di Vienna, nel 1814 Vittorio Emanuele I emanò un editto con cui bandì le società e qualsiasi tipo di aggregazione segreta, in special modo la Società dei liberi muratori.
Sulla stessa linea si mossero il Lombardo Veneto, in cui vennero proibite le società segrete, e lo Stato Pontificio in cui Papa Pio VII aveva emanato un editto, ispirato alle encicliche di Clemente XII e Benedetto XIV, vietò categoricamente dal territorio papale ogni forma di società segreta.
La medesima politica di repressione venne adottata nel Regno delle Due Sicilie sotto il regno di Ferdinando I di Borbone, che nel 1816 abolì “le associazioni segrete che costituiscono qualsivoglia specie di setta, qualunque sia la loro denominazione l’oggetto ed il numero dei loro componenti”.
Nel 1820, la Società dei liberi muratori del rito scozzese antico ed accettato pubblicò a Napoli la prima edizione dei propri stati ufficiali (6). Nel corso del processo di unificazione italiana, la massoneria e suoi componenti di spicco, come Costantino Nigra, componente della loggia nota come Ausonia, e dal 1861 Gran maestro della loggia nazionale, sentì la necessità di creare, nello spirito del Risorgimento, una loggia che unisse tutti i massoni della nuova realtà nazionale, così nacque il Grande Oriente d’Italia.
La massoneria italiana e i padri del Risorgimento
La creazione del Grande Oriente d’Italia nel 1861 venne inaugurata dalla I Assemblea costituente della nuova loggia nazionale. Venne presieduta da Felice Govean, presidente della costituente e facente funzioni di Gran maestro, e i rappresentanti di 28 logge sparse sul territorio italiano.
A questa assemblea prese parte uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, Giuseppe Garibaldi, che volle proporre l’ingresso in massoneria alle donne a tal punto che fece iniziare la figlia Teresita (7). In quell’occasione Garibaldi prese il 33° grado del Rito scozzese antico ed accettato e venne nominato “primo libero muratore italiano”.
In seguito gli vennero conferiti dal Grande Oriente, attraverso un rito celebrato da Francesco Crispi, esponente politico del Risorgimento, i gradi che andavano dal 4° al 33°. Nella III Assemblea costituente del Grande Oriente d’Italia, riunita a Firenze nel 1864, Garibaldi ricoprì la carica di Gran maestro che durò pochissimo a causa di dissapori con alcuni membri.
Di fatto rassegnò le dimissioni, venendo nominato Gran maestro onorario a vita. In seguito alla rinuncia di Garibaldi, il titolo fu ricoperto dal giurista e ministro di grazia e giustizia del Regno d’Italia, Filippo Cordova (1811-1868) (8), a cui succedette in seguito il generale Lodovico Frappoli (1815-1878) (9). A lui si deve lo spostamento della loggia massonica nazionale da Firenze a Roma nel 1870, in omaggio alla nuova capitale del Regno d’Italia.
Nel 1884, sotto il papato di Leone XIII; venne emanata dallo stesso pontefice l’enciclica Humanum Genus, al cui interno si dichiarava uno scontro aperto tra la chiesa cattolica e la massoneria italiana. Di fatto all’interno del documento, il Papa addebitò alla massoneria “atroci vendette […] su chi sia creduto reo di aver tradito il segreto e disubbidito al comando, e ciò con tanta audacia e destrezza, che spesso il sicario sfugge alle ricerche ed ai colpi della giustizia”.
In questo clima di scontro vennero sensibilizzati, su iniziativa del Gran maestro Adriano Lemmi, gli esponenti dell’élite intellettuale del tempo come Giosuè Carducci (1835-1907), Giuseppe Zanardelli (1826-1903) e lo scultore Ettore Ferrari (10), autore nel 1889 della statua di Giordano Bruno in piazza Campo de’ Fiori e futuro gran maestro del Grande Oriente d’Italia (1904).
Simboli massonici e gradi della massoneria
Come tutte le società segrete, la massoneria, dall’alba della sua fondazione, strutturò un sistema gerarchico e una sua simbologia. Il termine “massone” deriva dal francese maçon (costruttore), di conseguenza la simbologia che contraddistingue ancora oggi questa società sono la squadra, il compasso e il filo a piombo: gli attrezzi da lavoro del costruttore. All’interno dello stemma è inscritta una G, che indica l’iniziale di Great Architect o semplicemente a indicare “geometria”.
Un altro simbolo appartenente alla tradizione massonica è l’occhio onniveggente di Dio, che nel vocabolario massonico è chiamato “Grande Architetto”. Questo simbolo, posto in cima a una piramide, è presente ancora oggi sui dollari americani.
Oltre alla simbologia classica sopracitata, i paramenti cerimoniali di un massone costituiscono un vero e proprio simbolo della cerimonialità. Sono essenzialmente due: il grembiule di pelle (in cui predomina il bianco, simbolo di purezza, che richiama il lavoro delle Corporazioni di mestieri, ricordando al massone che «deve sempre condurre vita attiva e laboriosa») e i guanti (anch’essi di colore bianco e utilizzati per evitare che un massone venga a contatto con la materia impura).
Come detto precedentemente, la massoneria scozzese presenta venticinque gradi; il rito scozzese antico ed accettato consta invece di trentatré gradi.
Note:
1 Il termine loggia venne adottato, in quanto stava ad indicare il luogo in cui riposavano e si riunivano gli operai dei cantieri in età medievale. In epoca moderna il termine cambiò completamente significato, poiché non indicava un luogo fisico, bensì uno stato mentale, di fatto quando si dice che i massoni si “riuniscono in loggia”, stava ad indicare uno stato dimensionale metafisico e guidato da antichi rituali.
2 Cfr. R. Di Castiglione, La massoneria nelle due Sicilie: E i fratelli meridionali del ‘700 – Le Province, Vol. IV, Gangemi Editore, Roma 2008.
3 Sulla figura di Tommaso Crudeli, cfr. G. Adilardi, Un’antica condanna. Le origini di un conflitto tra Chiesa cattolica e massoneria, Foggia, Bastogi, 1989; C. Francovich, Storia della massoneria in Italia dalle origini alla rivoluzione francese, Firenze, La Nuova Italia, 1989, pp. 41-42; L. Corsi, T. Crudeli, Il calamaio del Padre Inquisitore. Istoria della carcerazione del Dottor Tommaso Crudeli di Poppi e della processura formata contro di lui nel tribunale del S. Offizio di Firenze, R. Rabboni (a cura di), Istituto di Studi storici Tommaso Crudeli, Udine-Firenze, Del Bianco, 2003, p. 11.
4 Esso si articola in trentatré gradi e consiste in un percorso di conoscenza e approfondimento della massoneria. A tale proposito, cfr. A. Alessandro Mola, Storia della massoneria in Italia, Milano, Bompiani, (2001); G. Giarrizzo, massoneria e Illuminismo, Marsilio, Padova, (1994).
5 Cfr. V. Gnocchini, L’Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, (2005), pp. 238-239.
6 A tal proposito si vedano gli Statuti generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato: pubblicati in Napoli nel 1820, Napoli, (1874).
7 Cfr. E. Locci, Storia della massoneria femminile: dalle corporazioni medievali alla Obbedienze, BastogiLibri, Roma, (2017).
8 Filippo Cordova, oltre ad essere stato fondamentale nei moti del 1848 a Palermo e nel percorso che portò al processo di unificazione italiana, ricoprì per ben due volte il dicastero di ministro di Grazia e Giustizia del Regno d’Italia sotto la presidenza di Urbano Rattazzi prima (1862) e poi sotto la presidenza di Bettino Ricasoli.
9 “In tempi lontani la famiglia, che risiedeva almeno dalla fine del ‘700 nella capitale lombarda, aveva avuto proprietà a Gavirate, dove vivevano dei Frapolli discendenti da altri rami. Il padre vi aveva ereditato un rustico, ma i suoi interessi erano concentrati principalmente a Coquio, in quel di Angera.”, cfr. L. Polo Friz, Giuseppe Ferrari e Lodovico Frapolli: un rapporto di amore e odio tra due interpreti del Risorgimento italiano, in Giuseppe Ferrari e il nuovo stato italiano, Atti del convegno, S. Rota-Ghibaudi, R. Ghiringhelli (a cura di), Cisalpino ed., Milano, 1992, p. 399. Si vedano anche i lavori di Polo Friz: L. Polo Friz, La massoneria italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli, (1998), Id., Ludovico Frapolli, Scienziato, Rivoluzionario, Diplomatico, Svizzero, Massone, Uomo del Risorgimento, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 2014.
10 Ferrari tra il 1918 e il 1929 divenne Sovrano gran commendatore del Supremo Consiglio del Rito scozzese antico e accettato, cfr. L. Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consigli d’Italia del Rito Scozzese antico ed accettato. Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi, Foggia, Bastogi Ed., 2004, pp. 65-73.