Natale 2020 senza tregua, le festività non sono uguali per tutti
Medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari, ristoratori, giornalisti, autisti: sono tra quelli che non si fermano mai, nemmeno a Natale. Cosa è cambiato con il Covid-19?
Nessuna tregua per il Natale 2020
Nessuna tregua natalizia. Come invece accadde nel 1914 sul fronte delle Fiandre, in cui soldati tedeschi e britannici si scambiarono doni e giocarono a calcio su quella terra di nessuno in cui il ghiaccio aveva nascosto la puzza di putrefazione dei cadaveri non seppelliti.
Ma, nel 2020, il Covid-19 non molla la presa e stavolta sul fronte sono schierati sia i medici e i paramedici, che non hanno smesso di stare in corsia, sia i tanti commercianti o le altre categorie di lavoratori che stanno cercando di non cedere alla morsa che il virus ha stretto sulle loro imprese e sulle piccole attività.
Per alcuni i turni di servizio si sono intensificati, come per medici e forze dell’ordine; per altri, invece, gli orari sono cambiati, e si assiste a un calo della mole di lavoro, come nel caso degli addetti al turismo. Altri ancora si sono aggiunti alla lista degli instancabili: sono i rider, i ragazzi che, in sella su due ruote, permettono ai ristoranti di continuare a lavorare nonostante le alternate chiusure imposte dalle misure anticontagio portando cibi e bevande a domicilio.
La pandemia, di fatto, ha allargato la platea di chi, facendo certi mestieri, non sempre (spesso quasi mai) può permettersi di non lavorare nei giorni festivi. Per scelta o per dovere, insomma, il Natale non è uguale per tutti.
Chi lavora a Natale negli ospedali
L’ospedale è formato da una squadra di medici e infermieri, ma anche addetti alle pulizie delle corsie e delle camere, personale del pronto soccorso e, dove previsto, addetti alla sicurezza, senza dimenticare gli addetti delle case di cura e di riposo. Sono stati definiti gli “angeli” silenziosi che continuano a combattere per la comunità una battaglia che ancora non è finita, quella contro il Covid-19.
Le immagini dei camici bianchi in corsia hanno invaso costantemente gli schermi dei televisori di milioni di italiani che hanno riposto in loro le speranze di vedere tornare a casa sani i propri familiari.
Ma in realtà loro ci sono sempre stati, con turni spesso esasperanti e fugaci brindisi prima di tornare in reparto. L’ospedale, a prescindere dalla pandemia, è una delle strutture dove proprio non è stato mai possibile interrompere l’attività nemmeno durante le feste, che sia Natale, Capodanno o Pasqua.
Chi lavora a Natale nella ristorazione
Non tutti sono portati per la cucina o hanno voglia di lavare la montagna di piatti sporchi che si accumula durante un pranzo in famiglia, sebbene quest’anno sia fortemente raccomandato evitare questo tipo di assembramenti in cui è normale non si possano tenere le dovute distanze con l’uso di dispositivi di protezione.
Così, molti decidono per il ristorante, altro settore che per le feste non si ferma, anzi: cuochi ed aiuto cuochi, lavapiatti, camerieri, responsabili di sala.
Molto, da questo punto di vista, nel Natale 2020 è cambiato. Ma la mole di lavoro che aspetta i ristoratori potrebbe risultare più impegnativa a causa delle misure governative adottate: secondo le disposizioni di contenimento del contagio da Covid-19, infatti, si dovrà chiudere alle 18 ma in tutte le regioni si potrà assicurare un servizio a domicilio senza limiti di orario.
Chi lavora a Natale nel trasporto pubblico
Fuori sede, pendolari: non potrebbero tornare dalla propria famiglia per le feste se non ci fossero loro a lavorare. Gli autisti e il personale addetto ai mezzi di trasporto (treni, bus, aerei e taxi) sono in movimento tutto l’anno, anche per le Natale. Dal capotreno al conducente del convoglio, dall’autista del bus urbano a quello del pullman che viaggia da una città all’altra, dal pilota all’equipaggio dell’aereo al personale dell’aeroporto.
Lavorano i tassisti in una giornata in cui, comunque, la gente si muove e non tutti hanno la macchina o la possibilità di prendere un mezzo alternativo. E lavorano i casellanti delle autostrade che, a turno, devono garantire il servizio.
Chi lavora a Natale nelle forze dell’ordine
Quello della sicurezza pubblica è un altro dei settori che non può stare mai fermo, soprattutto di questi tempi. Quindi lavorano per le feste il poliziotto, il carabiniere, il militare della Guardia di Finanza, il soldato impegnato a controllare i punti sensibili e maggiormente a rischio della città o quello che, dalla caserma, è chiamato a fare il proprio dovere. Per non dimenticare i militari in missione all’estero in zone di guerra che il giorno di Natale non possono certo abbassare la guardia.
E, purtroppo o per fortuna, lavora anche il vigile urbano. I cittadini sperano sempre che pure loro, a Natale, siano più buoni e facciano qualche multa in meno per divieto di sosta.
Il Natale dei mass media
Il giorno di Natale c’è chi accende la tv solo per riempire l’ambiente con il suono di una voce di sottofondo, c’è chi non può fare a meno di ascoltare le ultime novità, c’è chi, perché da solo, si tiene compagnia guardando i programmi di intrattenimento.
La velocità con cui l’informazione naviga su tutti i canali e piattaforme online non conosce più orari di lavoro. Quindi lavora a Natale il giornalista, il tecnico audio, il conduttore, il montatore, il cameraman, il grafico, l’operatore di emissione, la costumista, la truccatrice e chiunque abbia un ruolo più o meno visibile per poter far funzionare la macchina dell’informazione e dell’intrattenimento.
Più fortunati i giornalisti della carta stampata: di norma, i quotidiani non vanno in edicola né il giorno di Natale né il giorno di Santo Stefano. Tuttavia, alcuni di loro devono essere sul posto di lavoro per aggiornare le rispettive pagine web. Nemmeno quelle si fermano.
Il Natale dei volontari al servizio delle famiglie in difficoltà
Il Natale non è uguale per tutti. Lo sanno bene i volontari delle associazioni sparse sul territorio nazionale in aiuto non solo alle famiglie in difficoltà economiche in contesti già territorialmente disagiati ma anche ai nuovi poveri, quelli che a causa di particolari avvenimenti storici, come il Covid-19, hanno perso guadagni o il lavoro.
A testimoniare l’importanza delle attività svolte dal terzo settore sul territorio è Massimo Messina dell’associazione Parco del sole di Palermo che da anni si occupa dei bambini e delle famiglie del quartiere Albergheria.
«Nonostante le limitazioni alle attività dei bambini a causa delle misure anti contagio, tranne per il servizio del doposcuola, di fondamentale importanza – ha spiegato Messina- continuiamo a seguire i nuclei familiari in difficoltà con buoni spesa e con il pagamento delle utenze perché i segnali che ci arrivano sono di una emergenza che va crescendo».
Non sono retribuiti eppure impiegano il loro tempo durante le festività per aiutare chi quei regali sotto l’albero non può scartarli.