Pasqua, dalle origini alle tradizioni cristiane ed ebraiche
Cosa significa la parola Pasqua? E perché le sue origini sono ebraiche? Perché il giorno di Pasqua cambia ogni anno? Perché si mangiano le uova? Come si celebrerà Pasqua 2021 con le restrizioni anti Covid-19? Ecco le cose da sapere
Cosa significa la parola Pasqua?
La parola Pasqua deriva dall’aramaico pasha. Corrisponde all’ebraico pesach, da cui si è sviluppato il latino păscha(m), passando attraverso il greco páscha: significa “passare oltre”, quindi “passaggio”. Un passaggio in tutti i sensi, anche attraverso le lingue antiche.
La Pasqua ebraica commemora il passaggio dalla schiavitù egiziana del suo popolo alla liberazione, con l’attraversamento del mar Rosso ad opera di Mosè. Con il cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato: il passaggio dalla morte alla vita grazie a Gesù Cristo e in generale il passaggio alla vita nuova con la resurrezione.
La Pasqua cristiana
La Pasqua è la festa più importante per i cristiani e rappresenta il culmine del triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. Il periodo pasquale prosegue con la cosiddetta “Ottava di Pasqua” e con il tempo liturgico che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino alla solennità della Pentecoste.
Per Sant’Agostino quella pasquale è la madre di tutte le veglie sante, durante la quale il mondo intero è rimasto sveglio. Nel corso di questa notte, la Chiesa celebra la resurrezione di Cristo dopo il terzo giorno dalla sua morte, battezzando nuovi cristiani e domandando a coloro che già lo sono, di rinnovare tutti insieme gli impegni del battesimo.
Le origini ebraiche della Pesach
Le origini ebraiche della Pasqua, la Pesach, rimandano all’attività agricola, in particolare alla festa della raccolta dei primi frutti della campagna, a cominciare dal frumento. Altre ricorrenze, solo per citarne alcune, erano la festa delle Settimane, che celebrava la raccolta del grano ai primi di giugno, e la festa dei Tabernacoli, cioè della vendemmia, a settembre.
In seguito, la Pasqua è diventata la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù nel ricordo di Mosè che, secondo la narrazione biblica, guidò il popolo d’Israele tra le acque del mar Rosso fuggendo dagli egiziani. Quando Dio annunciò agli israeliti che lo avrebbe liberato dalla prigionia, ordinò loro di marcare le porte con del sangue d’agnello in modo da riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no.
Con il cristianesimo, il simbolo dell’agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione.
Perché il giorno di Pasqua cambia ogni anno?
Il giorno di Pasqua cambia ogni anno perché è legato al plenilunio di primavera. La datazione della Pasqua, nel mondo cristiano, fu motivo di gravi controversie fra la Chiesa d’Oriente e d’Occidente. In principio era celebrata subito dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dell’anno ebraico, quindi sempre in giorni diversi della settimana.
Solo con il Concilio di Nicea del 325 si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito della Chiesa occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera. Oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile, denominandola così Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita.
Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste.
Cos’è la benedizione Urbi et Orbi?
Urbi et orbi è un’espressione latina che significa “alla città, di Roma, e al mondo”. La benedizione Urbi et orbi è la prima fatta da un papa subito dopo l’elezione al soglio pontificio dalla loggia centrale della basilica vaticana. Viene inoltre diffusa dal pontefice nei giorni di Natale e Pasqua alla folla riunita in piazza San Pietro e in occasioni particolari. La benedizione, solitamente accompagnata da un messaggio, comporta l’assoluzione di tutti i peccati temporali per i presenti in piazza San Pietro e per coloro che la ricevono per tramite dei vari mezzi di comunicazione.
Perché a Pasqua si mangiano le uova?
La tradizione di decorare uova di Pasqua risale già ai primi cristiani, che pitturavano le uova di rosso per ricordare il sangue di Cristo morto in croce; una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali. La simbologia dell’uovo di Pasqua è evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata alla risurrezione del Cristo dopo la morte terrena.
Inoltre, durante la Quaresima, cioè il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua, i credenti sono tenuti al digiuno e all’astinenza. In questo periodo è vietato mangiare carne.
In passato, e tuttora nelle chiese cristiane orientali, era vietato mangiare anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositarle in quel periodo, così i primi cristiani si trovavano con un surplus di uova che non potevano utilizzare. Dalla necessità di farci qualcosa sarebbe nata la tradizione di bollirle fino a farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici.
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La Pasqua 2021 al tempo del Covid-19
La Pasqua 2021 al tempo del Covid-19 si celebra il 4 aprile. Nei giorni del 3, 4 e 5 aprile, su tutto il territorio nazionale ad eccezione della zona bianca, si applicano le misure stabilite per la zona rossa. Sono però consentiti gli spostamenti verso altre abitazioni private, all’interno della stessa regione, una sola volta al giorno dalle 5 alle 22, nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14.
Insomma, una Pasqua con restrizioni per il secondo anno consecutivo da quando l’Italia e il mondo intero la celebravano in lockdown nel 2020. In una nota della Conferenza episcopale italiana si legge che la veglia pasquale «potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito» purché «in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco».