Potere e sentimento. Strategie matrimoniali nel Rinascimento italiano
Nicoletta Bazzano, Il partido imperial: una costruzione al femminile.
Recensione al volume: Lina Scalisi, Potere e sentimento. Strategie matrimoniali nel Rinascimento italiano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2023.
Il primo cinquantennio del Cinquecento è drammatico per la Penisola italiana, percorsa dagli eserciti francesi e ispano imperiali e punto di riferimento per le imprese mediterranee di Carlo V.
Questa stagione, che vede i gentiluomini imbracciare le armi e seguire il re di Francia o l’imperatore nel loro scontro, è in gran parte inedito il ruolo delle nobildonne, non a caso al centro anche di una ricca trattatistica, cha va da Galeazzo Flavio Capra a Baldassarre Castiglione, che ne esalta le capacità intellettuali e di governo. Sole, insieme al personale di casa, amministrano stati e feudi, prendono decisioni determinanti per il loro casato, tessono relazioni, signoreggiano con le loro richieste il mecenatismo. Accanto alle figure più note – Lucrezia Borgia, Vittoria Colonna, Isabella d’Este Gonzaga – se ne affollano di meno conosciute, non meno affannate nell’arte della politica, in un momento in cui, in Italia, si ridefiniscono le fedeltà dei signori locali ai sovrani delle grandi potenze.
Proprio a queste donne, attente e sapienti tessitrici di rapporti personali e familiari, nonché fulcri della miriade di corti nelle quali fiorisce il Rinascimento, è dedicato il volume di Lina Scalisi, Potere e sentimento. Con un periodare ammaliante, Scalisi si concentra sulla figura, misconosciuta fino a oggi, di Susanna Gonzaga e di Diana Cardona, protagoniste di vicende personali in grado di rischiarare le dinamiche che conducono alla formazione di quel partido imperial, che si tramuterà con Filippo II nel partido español.
A fine Quattrocento, Susanna Gonzaga, ormai in età adulta, lascia le brume padane e la sua Gazzuolo, alla cui corte sono ospiti graditi Ludovico Ariosto e Matteo Bandello, per le nozze con Pietro Cardona, conte di Collesano, già vedovo ma ancora prestante e politicamente impegnato nella Sicilia del tempo a difendere le prerogative aristocratiche dagli attacchi dei viceré. Non è un caso che, alla morte di Ferdinando il Cattolico, sia alla testa della rivolta che vuole rinegoziare i patti politici con Carlo d’Asburgo: operazione che guadagna alla fedeltà imperiale l’aristocrazia siciliana. Parallelamente la moglie si muove fra le Madonie e Palermo, non disdegnando puntate a Napoli, per coltivare relazioni tutte al femminile, che stringono in un unico insieme le consorti di quanti agli Asburgo si vanno legando: un lavorio costante, che non si interrompe al momento della vedovanza, ma che si dispiega, coinvolgendo anche la prole, soprattutto la figlia Antonia. La giovanissima gentildonna, con la sua voce celestiale, in occasione delle feste napoletane dopo l’impresa di Tunisi, incanta l’imperatore e i gentiluomini presenti. Inviti, feste, ricevimenti, mascherate, scambi di doni, anche piccoli e devozionali, ma anche i momenti di preghiera
nell’aristocratica atmosfera spirituale promossa da Valdés, sono occasioni per stringere le relazioni fra i sostenitori di Carlo d’Asburgo e per tessere la politica matrimoniale che cementa le alleanze e rende coeso, malgrado le inevitabili invidie, il partido imperial: un insieme che condivide spiritualità, modi cortigiani, amore per la letteratura e per l’arte che costruiscono un raffinatissimo stile di vita.
Sono le maniere proprie anche di Diana Cardona, giovane dama cresciuta in Sicilia, e destinata a ripercorrere, al contrario, l’itinerario di Susanna, sposando Cesare Gonzaga, figlio di Ferrante, viceré di Sicilia e uomo di Carlo V: un matrimonio che non avrà luogo e che segnerà il destino sfortunato della gentildonna, ma le cui trattative, studiate da Scalisi, mettono ancora una volta in luce come, dietro la fedeltà all’imperatore, vi sia un tessuto robusto di relazioni personali, amicali e familiari in grado di dare prestigio e fortune a coloro che vi partecipano.